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Tour de France, oggi 10° tappa: Pello Bilbao, volata imperiale a Issoire. Malissimo gli italiani

Pello Bilbao ha capitalizzato al meglio l’assolo personale: grazie ai 10 secondi di abbuono conquistati sul traguardo ha scalato in fretta la classifica generale, salendo addirittura al quinto posto

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Una volata imperiale ha consegna a Pello Bilbao la prima vittoria di tappa al Tour de France in carriera: ne aveva conquistate due al Giro, ma quella odierna è certamente la più importante per distacco, anche per il significato che può assumere con 33 primavere già sulle spalle.

Al termine di una tappa pazza, con 14 uomini in fuga e il lettone Neilands che ha tentato l’allungo solitario negli ultimi chilometri, venendo ripreso poco prima della flamme rouge. In volata non c’è stata storia: Pello Bilbao ha battezzato la ruota di Zimmermann e ha tenuto a debita distanza Ben O’Connor, che ha cercato fino all’ultimo di piazzare la zampata dopo una prima metà di Tour (per lui) da dimenticare.

Come è andata la tappa

Il gruppo è arrivato a poco meno di tre minuti, senza dannarsi troppo l’anima ma dopo che, specie in avvio di tappa, i big (pure Vingegaard) hanno provato a forzare la mano, facendo saltare un po’ gli schemi nella pancia del gruppo.

Pello Bilbao però ha capitalizzato al meglio l’assolo personale: grazie ai 10 secondi di abbuono conquistati sul traguardo ha scalato in fretta la classifica generale, salendo addirittura al quinto posto appena davanti ai gemelli Yates.

E soprattutto ha potuto aggiungere una cifra rilevante nella raccolta fondi che ha ideato a inizio Tour: per ogni corridore piazzato alle sue spalle in ogni singola tappa, Bilbao donerà un euro per la realizzazione di un giardino nei Paesi Baschi a ricordo del compianto Gino Mader, suo compagno di squadra (ieri 168).

La vittoria, insomma, assume ancor più valore: domani a Moulins presumibilmente toccherà alle ruote veloci lottare per il successo di tappa (Philipsen contro tutti), poi si tornerà a salire verso le Alpi.

Pagelle di tappa (i migliori e i peggiori)

  • PELLO BILBAO 10. Il suo è un autentico capolavoro, perché non riesce a rientrare su Neilands giusto in tempo per mettere nel mirino lo striscione dell’ultimo chilometro. Da lì in poi non sbaglia una virgola: parte quando deve partire, affonda il colpo senza lasciare spazio ai compagni di fuga. Recupera oltre 3’ sui big di classifica e diventa (a questo punto) un degno pretendente alla top ten. E sarebbe già tanta roba.
  • KRISTS NEILANDS 8,5. Il coraggio non manca a questo ragazzo lettone, sbucato un po’ a sorpresa dal plotone dei 14, ma capace di lanciarsi verso un’impresa a ardita che non è andata in porto solo perché da dietro hanno collaborato per andare a riprenderlo. I suoi 15’ (e più) minuti di gloria se l’è guadagnati con merito.
  • ESTEBAN CHAVES 7,5. Finalmente si mette in mostra anche questo simpatico ecuadoregno, che cerca di trovare il tempo giusto per affondare il colpo, consapevole che Pello Bilbao ne ha però di più. È bello però averlo visto combattere per qualcosa che vale: se la forma lo sostiene, sulle Alpi potrà divertirsi. E con lui anche chi continua ad apprezzarne le qualità umane.
  • JULIAN ALAPHILIPPE 5,5. Ancora una volta è andato all’attacco, ancora una volta è stato respinto. La condizione non è quella dei giorni migliori e Julian sapeva che non sarebbe stato semplice tenere le ruote dei compagni di fuga. Le perde quando inizia la battaglia vera, e il segnale è piuttosto chiaro.
  • MATHIEU VAN DER POEL 5. La scelta di staccarsi senza troppe pretese a una quarantina di chilometri dall’arrivo, dopo aver addirittura tirato a tutta per cercare (evidentemente) di riportare sotto Philipsen, è abbastanza incomprensibile. Energie sprecate e tattica rivedibile.
  • ITALIANI 4,5. Statisticamente rappresentano meno del 5% della carovana, ma se dal gruppo esce il 9% del plotone e nessun italiano trova la forza (o il coraggio) per imbucarsi qualcosa vorrà pur dire. I conti continuano a non tornare: metà Tour se n’è andato, di tempo per combinare qualcosa di buono non ne resta tanto.

La classifica generale al termine della decima tappa

A parte la scalata di Pello Bilbao, cambia poco nella top 10: Vingegaard tiene Pogacar a distanza di 17 secondi.

  1. Jonas Vingegaard(Jumbo Visma) 42h33’13”.
  2. Tadej Pogacar(Team UAE Emirates) +17”.
  3. Jay Hindley (Bora Hansgrohe) +2’40”.
  4. Carlos Rodriguez (Ineos Grenadiers) +4’22”.
  5. Pello Bilbao (Bahrain Victorius) + 4’34”.
  6. Adam Yates (Team UAE Emirates) +4’34”.
  7. Simon Yates (Team Jayco Alula) +4’44”.
  8. Tom Pidcock (Ineos Granadiers) +5’26”.
  9. David Gaudu (Groupama FDJ) +6’01”.
  10. Sepp Kuss (Jumbo Visma) +6’45”.

La tappa di oggi

Il giorno di riposo è servito per rimettere a posto testa e gambe, ma al Tour non ci sarà da annoiarsi alla ripresa delle ostilità.

La decima tappa che porterà i corridori da Vulcania a Issoire, lunga 167 chilometri, sembra essere fatta su misura per chi va in cerca di gloria: il percorso è l’ideale per lanciarsi all’attacco sin dai primi metri di corsa, con tanti finisseur e cacciatori di tappe che potrebbero darsi battaglia, magari approfittando di un po’ di libertà concessa dal gruppo della maglia gialla.

Il racconto della 10° tappa del Tour de France 2023. Percorso e difficoltà

Sono addirittura cinque i GPM previsti: Col de la Moreno (4,8 km al 4,7%), Col de Guéry (7,8 km al 5%), Col de la Croix Saint-Robert (6 km al 3%), Cote de Saint-Victor-la-Rivière (3 km al 5,9%) e Cote de la Chapelle-en-Marcousse (6,5 km al 5,6%) offriranno un terreno adatto alle imboscate, con l’ultima asperità di giornata posta a una trentina di chilometri dall’arrivo.

Il finale sarà tutto in discesa, con la possibilità che buona parte dei giochi per la vittoria di tappa potranno essere fatti già in cima all’ultima salita.

10° tappa Tour de France 2023: i favoriti

A chi può piacere una tappa così tosta e al tempo stesso intrigante? Sulla carta alle ruote abituate a correre nelle classiche del Nord (tipo Amstel Gold Race), quindi a gente come Magnus Cort Nielsen, Alberto Rui Costa, Michal Kwiatkowski (se la Ineos Granadiers gli lascerà spazio), Wout Poels o perché no, un Julian Alaphilippe in cerca di riscatto dopo una prima settimana da incubo.

E anche gli italiani, sin qui spettatori non paganti se si eccettuano gli sporadici exploit di Mozzato e Ciccone, potrebbero avanzare qualche velleità con Gianni Moscon e Alberto Bettiol. Gli uomini di classifica, come detto, dovrebbero lasciar fare: Vingegaard e Pogacar non hanno certo necessità di mostrare le carte in fretta, e probabilmente fino a venerdì prossimo eviteranno di sprecare energie.

La classifica dopo la nona tappa

Vingegaard in giallo, Pogacar persiste indomito a rosicchiargli secondi, tappa dopo tappa. Ora a distanziare i due ce ne sono 17.

  • 1. Jonas Vingegaard (Jumbo Visma) 38h37’46”.
  • 2. Tadej Pogacar (Team UAE Emirates) +17”.
  • 3. Jay Hindley (Bora Hansgrohe) +2’40”.
  • 4. Carlos Rodriguez (Ineos Grenadiers) +4’22”.
  • 5. Adam Yates (Team UAE Emirates) +4’39”.
  • 6. Simon Yates (Team Jayco Alula) +4’44”.
  • 7. Tom Pidcock (Ineos Granadiers) +5’26”.
  • 8. David Gaudu (Gorupama FDJ) +6’01”.
  • 9. Sepp Kuss (Jumbo Visma) +6’45”.
  • 10. Romain Bardet (Team DSM Firmenich) +6’58”.

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