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Turchia-Italia: ecco perché gli azzurri hanno cambiato faccia

Analizziamo i motivi del successo nella partita di ieri sera, senza dimenticare che di fatto si è trattato di una semplice amichevole.

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Quella contro la Turchia a Konya era di fatto solo un’amichevole, ma l’Italia ha, anche se solo parzialmente, ritrovato il sorriso, soprattutto per quanto riguarda il risultato finale, 3-2 in favore dei campioni d’Europa, e per la vivacità di alcuni dei protagonisti della partita. Uno su tutti, Giacomo Raspadori.

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Italia: Raspadori uno dei possibili punti di forza per il nuovo ciclo

Il 22enne attaccante di Castel Maggiore ha siglato la doppietta decisiva e si candida a essere uno dei grandi protagonisti del prossimo quadriennio azzurro. Si sono letti paragoni che per ora lasciano il tempo che trovano, per esempio con Carlos Tevez o addirittura, in coppia con il compagno di club Gianluca Scamacca, con il Paolo Rossi e il Roberto Bettega del Mundial di Argentina 1978, ma la carriera del ragazzo è ancora tutta da scrivere.

Una delle cose che si può evidenziare è che con la doppietta di Raspadori i gol dei calciatori del Sassuolo sotto la gestione di Roberto Mancini sono saliti a 15, più di qualsiasi altro club. Un segno che il ct ha puntato sempre molto sui calciatori neroverdi e non c’è dubbio che il Mancio punterà ancora su di loro, poiché esprimono un calcio che da anni è tra i migliori della Serie A.

Italia: contro la Turchia più freschezza e meno tensioni

In una formazione titolare rivoluzionata per dieci undicesimi rispetto a quella scesa in campo contro la Macedonia del Nord sono tanti i motivi per i quali ieri gli azzurri hanno vinto. Intanto perché il gioco dei turchi si adatta sicuramente meglio alle nostre caratteristiche. Poi, perché i ragazzi avevano sicuramente la testa più libera dai brutti pensieri rispetto a giovedì scorso.

Inoltre, perché anziché il tic-toc senza costrutto delle ultime partite, si è cominciato a puntare di più sulla fisicità (Cristante, autore del gol del momentaneo pareggio) e sulla fantasia e la profondità (Tonali), oltre che sulla fame di coloro che non hanno vinto quasi nulla (tipo Cristiano Biraghi, nemmeno preso in considerazione contro i macedoni e ieri autore di due assist), a differenza di coloro che hanno giocato giovedì, che per giunta erano fisicamente sulle ginocchia.

Italia: la partita a due facce di Donnarumma

Però c’è anche una nota parzialmente dolente, ed è l’unico schierato titolare sia con la Macedonia del Nord sia con la Turchia: Gianluigi Donnarumma. Il portierone azzurro ex Milan ha sulla coscienza il gol del vantaggio dei turchi, che su un’altra sua incertezza potevano raddoppiare, ma nel finale si è riscattato con tre interventi decisivi.

La partita di ieri insomma è stata lo specchio della stagione difficile dal punto di vista psicologico che sta vivendo Gigio, preso dal PSG ma quasi mai schierato titolare nei primi mesi e poi, una volta guadagnatasi la fiducia del tecnico Mauricio Pochettino, finito di nuovo sotto accusa dopo l’eliminazione in Champions League.

In una nazionale che si accinge a un cambio generazionale e quindi a essere più giovane di quello che è attualmente, lui, che è ancora giovanissimo ma già molto esperto a livello internazionale, può e deve essere la guida in campo per l’Italia del futuro.

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