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Ucciso in una sparatoria David Lee, la promessa del basket universitario americano

Il campione di basket universitario era rientrato a New York per una vacanza: ancora da capire le circostanze in cui ha perso la vita, a soli 21 anni

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Elisabetta D'Onofrio

Elisabetta D'Onofrio

Giornalista e content creator

Giornalista professionista dal 2007, scrive per curiosità personale e necessità: soprattutto di calcio, di sport e dei suoi protagonisti, concedendosi innocenti evasioni nell'ambito della creazione di format. Un tempo ala destra, oggi si sente a suo agio nel ruolo di libero. Cura una classifica riservata dei migliori 5 calciatori di sempre.

Ucciso in una sparatoria David Lee, la promessa del basket universitario americano

Aveva appena 21 anni Darius Lee, promessa del basket e studente dell’ultimo anno alla Houston Baptist University in Texas, rimasto assassinato in una sparatoria a New York, precisamente ad Harlem, nella notte.

Secondi folli di interminabile violenza, che hanno deciso la vita e il suo epilogo per quella che era più che una promessa del basket universitario e altre otto persone, rimaste ferite in una sparatoria durante un party, per cause ancora da accertare.

La morte della stella Darius Lee

Stando alla prima ricostruzione resa nota dalla polizia di New York e resa nota attraverso la NBC, gli agenti sono stati chiamati poco dopo la mezzanotte ora locale per una sparatoria lungo FDR Drive e giunti sul posto, i poliziotti hanno individuato diversi feriti appena sotto il ponte di Madison Avenue, intorno alle 00:30.

Il capo della polizia di New York, Brian McGee, comandante del Detective Borough Manhattan North, ha detto che gli spari sono stati esplosi nell’area della East 139th St e 5th Avenue dove si era radunato un folto gruppo.

La sparatoria e la corsa in ospedale

Secondo questa ricostruzione altre vittime hanno deciso di recarsi in ospedale per ricevere cura e assistenza con mezzi autonomi. Un estremo tentativo è stato fatto anche per Darius Lee, che è stato dichiarato morto una volta trasferito al Lincoln Hospital, dove per lui non c’è stato altro da fare che dichiararne il decesso.

L’ennesima vittima di una continua, violenta, giornaliera lotta contro l’uso indiscriminato e indistinto delle armi, negli Stati Uniti denunciato anche da Steve Kerr.

Le parole del suo coach: “Una tragedia”

“Per un ragazzo che torna a casa dal college, si alza si allena e trascorre del tempo con la famiglia e gli amici e gli accade tutto questo è una tragedia”, ha detto il suo coach delle superiori, Chris Williams.

Non ci sono al momento dettagli sull’accaduto, se non alcuni particolari e ipotesi rese note dallo stesso McGee, il quale ha affermato che una delle piste al vaglio vorrebbe il gruppo a un barbecue o una sorta di raduno.

Inoltre i detective del dipartimento di New York avrebbero rinvenuto poco distante una pistola che gli investigatori stanno valutando se possa essere stata utilizzata nella sparatoria. La polizia ha invitato chiunque possa aver avuto informazioni o avesse dichiarazioni da rilasciare a comunicarle per risalire all’esatta dinamica dei fatti.

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