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Un anno fa moriva Santin, con la Cavese vinse 2-1 a San Siro

Allenò anche il Napoli ma venne esonerato dopo ko con l'Inter

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Un anno fa moriva Santin, con la Cavese vinse 2-1 a San Siro Fonte: Facebook

Un anno fa, il 29 dicembre del 2017, moriva a 84 anni Piero Santin, ex giocatore ed allenatore, che divenne celebre per aver guidato la Cavese al successo in casa del Milan per 2-1, quando i rossoneri erano in serie B. Era il 7 novembre 82, quello era il Milan che giocava in serie B ma che aveva in squadra gente come Tassotti, Evani, Baresi, Damiani, Verza, Serena: un gigante per la cadetteria ma la formazione campana, matricola per la categoria, compì un’impresa che ancora oggi non si riesce a dimenticare. La foto di quel tabellone luminoso, a fine gara al Meazza, con l’impronosticabile Milan 1 Cavese 2 con le marcature di Tivelli e di Di Michele farà il giro del mondo. Come si arrivò a quel risultato? Nei primi venti minuti c’è solo Milan. L’estremo difensore della Cavese Paleari è sugli scudi.

GARA INDIMENTICABILE – Al 7′ il Milan è già in vantaggio con lo scozzese Jordan che fa tap-in dopo una parata di Paleari su Verza ma la Cavaese si prende il comando del gioco trascinata dai suoi 6000 tifosi. Al 26′ svarione difensivo di Franco Baresi, Peppino Pavone (che poi da direttore sportivo con Zeman, sarà tra gli artefici del miracolo Foggia dei primi anni ’90) serve un assist prezioso per Tivelli che insacca da fuori area proprio all’incrocio dei pali. Nella ripresa l’inimmaginabile. Al 10′ Pavone fa partire un cross dalla sinistra per Di Michele che si eleva su Tassotti e scarica in rete battendo il portiere milanista Piotti. Gli attacchi del Milan, con il passare dei minuti, diventano disperati e serrati. E inutili. La squadra di Cava de’ Tirreni si trasforma in Real Cavese e supera il Milan: la festa è in contemporanea tra la Campania e la Milano nerazzurra. A fine campionato il Milan tornerà in serie A mentre la Cavese la sfiorerà soltanto ma quel risultato segnerà per sempre!a carriera di Santin.

LA SVOLTA – Da calciatore (fu ala sinistra tra gli anni ’50 e ’60) e da allenatore, ha lavorato quasi sempre in Campania. Quel campionato a Cava consentì a Pietro Santin il grande salto, l’occasione di una vita: fu ingaggiato per la panchina del Napoli di Krol e Dirceu in serie A. Una squadra ambiziosissima che sulla carta prometteva fracelli, con l’eterno Luciano Castellini tra i pali e Massimo Palanca (quello che faceva gol direttamente da calcio d’angolo) in attacco ma furono solo delusioni. Fatale, a Santin, gli sarà proprio una milanese, l’Inter. Alla quinta di ritorno, Evaristo Beccalossi prima e un’autorete di Moreno Ferrario, al San Paolo, faranno maturare l’ultima sconfitta del suo Napoli. Tre giorni dopo, il 22 febbraio, arrivò il benservito da Corrado Ferlaino. Santin, invece, dopo Bologna, se ne tornò ad allenare in provincia. Catanzaro, Lecce, Catania e poi il ritorno a Cava. L’ultima panchina a Latina, nel 2006.

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