Wimbledon e la finale raggiunta quest’anno sull’erba londinese lo hanno cambiato, in meglio. Prima rissoso, arrogante perfino maleducato, adesso più calmo, riflessivo, quasi più professionale.
“La finale di Wimbledon è stata per me una svolta a livello mentale. Sento che ora mi comporto come un professionista. Non avrei mai pensato che quella partita mi avrebbe reso così. Pensavo che avrebbe avuto l’effetto opposto, mi avrebbe fatto rilassare di più, rilassarmi. Ma no, è stressante, però mi motiva a continuare a giocare e vincere”. Pensieri e parole di Nick Kyrgios che si affaccia al terzo turno dello Slam americano con grande carica e entusiasmo.
Del resto gli utlimi risultati ottenuti lo stanno supportando moralmente e in questo momento della stagione, il tennista australiano è deciso a recitare un ruolo da protagonista negli US Open di quest’anno.
Come detto e confermato anche dal tennista, la svolta si è avuta a Wimbledon. Da quel momento sono seguite tante partite vinte, suggellate dal successo nel torneo di Washington e dai quarti di finale raggiunti a Montreal. Adesso l’avventura a New York e le vittorie contro l’amico australiano Thanasi Kokkinakis e il francese Benjamin Bonzi sono l’emblema di un Kyrgios centrato e non più disposto a fare regali ai suoi avversari.
“Sono relativamente contento della mia forma, non è che ho giocato male, ma probabilmente non ho risposto bene come avrei voluto. In un certo senso è stressante, perché ora in ogni partita che gioco mi aspetto di giocare un ottimo tennis. Avere una prestazione quasi perfetta è qualcosa che non è realistico in uno sport come questo, dove si viaggia e si gioca sempre giorno dopo giorno. Ci sono tanti giocatori molto capaci, devo essere più benevolo con me stesso e abbassare un po’ le mie aspettative”