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Us Open, Roddick “innamorato” di Sinner. Il paragone con Djokovic e Federer e la predizione: “Ora sono guai per tutti”

L’ex tennista americano torna a parlare di Jannik Sinner dopo la vittoria agli US Open. Nel suo podcast rivela le sensazioni del suo primo incontro con il tennista azzurro

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Gerry Capasso

Gerry Capasso

Giornalista

Per lui gli sport americani non hanno segreti: basket, football, baseball e la capacità innata di trovare la notizia dove altri non vedono granché

Andy Roddick non ha mai nascosto la sua ammirazione per Jannik Sinner. L’ex numero 1 al mondo, da tempo passato al microfono, ha però avuto modo di toccare da vicino il talento dell’azzurro che ha appena conquistato la vittoria agli US Open, con Andy tra gli spettatori più interessati, lui che è stato l’ultimo americano a far impazzire di gioia New York.

Roddick: “Sinner come Djokovic”

Andy Roddick è protagonista da tempo di un podcast sul mondo del tennis che sta ottenendo grandi consensi. Agli US Open è stato uno dei grandi protagonisti “off the court” e ha avuto l’opportunità di vedere dal vivo anche Jannik Sinner e di studiare il suo tennis: “E’ la prima volta che potevo vedere Sinner dal vivo come ho fatto nel corso delle ultime settimane. La cosa che mi ha colpito di più è stato il suo movimento, è una cosa folle per uno che è 1,90. Anche il movimento della palla mi ha sorpreso, ha molto più spin di quanto mi aspettassi. E da ogni posizione può fare il colpo che preferisce e farlo con forza. Le opzioni a disposizione sul suo diritto sono praticamente infinite. Alla fine del primo set con Fritz ho avuto la sensazione che Taylor Fritz non avesse possibilità di fare aggiustamenti. Per certi versi è un po’ come Novak Djokovic, non lo puoi abbattere e non gli puoi neanche girare intorno”.

L’atteggiamento di Sisnner

Roddick sperava forse che il suo primato, ultimo americano a vincere gli US Open, potesse essere battuto. Non ce l’ha fatta Fritz e forse uno dei motivi è da ricercare anche sull’atteggiamento mentale di Jannik Sinner prima del match: “Un’altra cosa che mi ha colpito sono state le sue parole dopo la vittoria, l’unica cosa di cui ha parlato è stato il processo di crescita che ha fatto e della voglia di tornare ad allenarsi. Credo sia una cosa che intimidisce. Per la prima volta ho avuto l’opportunità di conoscerlo dal vivo, non vado a tutti i tornei e non l’avevo mai incontrato. L’ho visto prima della finale ed è la persona più rilassata che abbia mai visto, a parte Roger Federer, prima della finale di uno Slam. Sembra avere questa fiducia tranquilla, anche le sue esultanze non sono folli, dà la sensazione di poter riprendere a giocare un’altra volta. Credo sia un problema per il resto del mondo”.

Il calendario del tennis

Non c’è solo il tennis giocato nel podcast di Roddick che da tempo parla di un calendario troppo fitto di impegni e anche dopo gli Us Open lancia l’allarme: “Credo che il down dopo le Olimpiadi sia una cosa reale. Non so a chi spetti ma penso che prima o poi dovremo affrontare la questione del calendario nel mondo del tennis, continuiamo ad aggiungere e non togliamo niente. Se pensi ad Alcaraz, è tornato da un infortunio e dal Roland Garros ha giocato 4 mesi di “playoff” tennis, passando per Wimbledon e poi alle Olimpiadi. Non so come si possa mettere una pezza a questa situazione, ci sono tante persone con buone intenzioni ma alla fine non succede niente”.

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