Una tragedia nella tragedia. Sopravvissuto a una valanga, un alpinista statunitense di 27 anni, Hayden Kennedy ha deciso di togliersi la vita. Lo ha fatto quando ha capito che la fidanzata Inge Perkins, che stava scalando con lui a oltre 3mila metri di altezza, non era riuscita a cavarsela. Il ragazzo non ha lasciato alcuna lettera di addio ai genitori e agli amici ma solamente le coordinate Gps che sarebbero potute servire a ritrovare il corpo della compagna, rimasta sepolta sotto alla neve.
Entrambi erano alpinisti esperti e di recente Hayden si era trasferito dal Colorado, in cui era cresciuto, nel Montana per vivere insieme alla di quattro anni più giovane Inge, che stava completando i suoi studi in matematica e che gli aveva chiesto di trasferirsi da lui. La valanga li ha travolti proprio nel Montana, quando stavano cercando di salire sulla vetta dell’Imp Peak, 3.414 metri di altezza, in un sabato che doveva essere come tutti gli altri. Riemerso dalla neve Hayden ha disperatamente cercato di tirare fuori anche Inge, si è arreso dopo tre ore, quando ha capito che ormai per lei non c’era più nulla da fare e quando l’oscurità ormai gli impediva di compiere un qualsiasi gesto che avesse un senso. E’ tornato a casa e dopo una nottata insonne ha deciso di togliersi la vita, forse vittima anche dei sensi di colpa per non essere riuscito ad aiutare Inge. E ha lasciato indicazioni piuttosto precise.
“Ci è parso subito evidente che non volesse correre il rischio che la sua sfortunata compagna rimanesse sepolta. Quando siamo arrivati, abbiamo infatti trovato anche una pala conficcata nella neve: lo scopo era sicuramente quello di indicare la posizione in cui avremmo potuto trovare il suo corpo”, hanno raccontato i capi della Guardia Forestale intervistati da alcuni giornalisti locali.
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