Sebastian Vettel sta attraversando uno dei momenti più delicati da quando è alla Ferrari. A differenza degli scorsi anni, ora la sua monoposto è pari se non superiore a quelle della Mercedes, ma a causa di una serie di errori e di circostanze negative il Mondiale sembra allontanarsi ogni Gran Premio che passa.
Molti hanno accusato il tedesco di non reggere la pressione e di non riuscire a mantenere in pista la stessa concentrazione che aveva ad esempio il suo illustre connazionale Michael Schumacher: “Se stesse bene, chiederei tanti consigli a Schumi – ammette in un’intervista alla Bild- . Non tanto sul mio stile di guida, ma sul lavoro all’interno del team e sulle politiche della Formula 1″.
Vettel assicura che non ha ancora alzato bandiera bianca, nonostante i 40 punti da Lewis Hamilton: “Prima di tutto perché sono in grado di vincere un Mondiale e l’ho dimostrato quattro volte, poi perché abbiamo una macchina con cui posso giocarmela e che è sullo stesso piano della Mercedes. Posso ancora diventare campione del mondo e continuerò a lottare. Il mio stile di guida mi ha già dato quattro titoli mondiali e 52 vittorie”.
Sul lato “psicologico”: “Tutti hanno paura di fallire, mi piacerebbe incontrare chi non ce l’ha. E naturalmente, sono consapevole che con una certa dose di rischio qualcosa può andare storto. Ma se ti lasci troppo condizionare, la paura ti paralizza e non ti diverti più. E lo stesso vale per le strategie rischiose come a Singapore. Difenderò sempre la mia squadra. La Formula 1 è uno sport di squadra: vinci e perdi insieme. La Ferrari è diversa dagli altri team, perché significa di più, perché dietro ha tutta una nazione”.
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