La Formula 1 non riesce a intravedere una data di inizio del Mondiale 2020. Ma non si può fare a meno di sognare che tutto possa finire prima o poi e vedere quel semaforo rosso dell’emergenza coronavirus spegnersi e accendersi i motori. Intanto si parla della F1 che sarà ed il parere di Jacques Villeneuve conta eccome.
Nei giorni scorsi l’ex campione del mondo ’97 è stato il protagonista di un’intervista con Sky Sport, da casa sua, via Skype. Come succede in pista durante i week end di gara, il canadese ha risposto alle domande di Federica Masolin dando spunti interessanti sul Mondiale di F1 a bocce ferme.
La cronaca stretta è ancora in primo piano. Saltato anche il Gran Premio di Baku, si cerca di capire se, quando e dove si comincerà, ma di certo non ci sarà Monte Carlo: “Mi ha fatto effetto la cancellazione di Monaco ma non si può fare finta di nulla. E poi lì ci vuole un mese per preparare la pista. Bisogna abituarsi a cosa è successo. Il problema è capire quando si comincerà”.
Speranza Ferrari. In Australia non si è fatto nemmeno un giro, restano i valori visti in pista a Barcellona dove la Mercedes è sembrata ancora davanti a Ferrari e Red Bull. Ma Villeneuve sostiene: “In questi mesi le scuderie saranno ferme come nella pausa estiva, anche le gallerie del vento ma gli ingegneri continueranno a pensare alle soluzioni per migliorare le monoposto, di immaginare in che direzione andare, i valori potrebbero cambiare quando si andrà in pista. Mi aspetto delle novità; quando hai due mesi per pensare, pensi troppo e magari prendi decisioni che altrimenti non avresti preso”.
Sulla stagione “condensata” che sarà, Jacques dice la sua e lancia l’idea: “Mi aspetto un campionato comunque gestibile. Se togli sei gare alle ventidue in programma non è un problema. Per “recuperare” i Gp saltati si potrebbero utilizzare piste che non si usavano come Imola o Magny Cours”.
E su come i piloti gestiranno questa pausa lunga e poi tante gare ravvicinate il figlio di Gilles dice: ” piloti faranno palestra, sono ben organizzati, conoscendoli, l’importante è che prendano lo stipendio. Potrebbe essere questo un fattore difficile da gestire soprattutto per i giovani, perché non percepiscono appieno il valore del mestiere che fanno”. Sullo spostamento dell’entrata in vigore del nuovo regolamento tecnico al 2022: “Giusto così, ci sono troppi soldi in ballo, alcuni team sarebbero collassati”.