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Razzismo su Vinicius, il Valencia contro Netflix: "Falsità nel documentario sulla stella del Real Madrid"

Il documentario 'Baila, Vini' torna sul 'caso Mestalla' del 2023 e fa infuriare il Valencia: la vicenda può spostarsi in tribunale

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Domenico Esposito

Domenico Esposito

Giornalista

Da vent’anni in campo e sul campo per vivere ogni evento in tutte le sue sfaccettature. Passione smisurata per il calcio e per la sfera di cuoio. Il pallone è una cosa serissima, guai a dirgli di no

Vinicius scatena la guerra tra Valencia e Netflix. Già, il documentario di recente uscito sul colosso della streaming che ha come protagonista la stella del Real Madrid ha sollevato un polverone che ha infastidito non poco i Blanquinegres per l’accusa di razzismo relativo a un episodio successo al Mestalla nel 2023.

Razzismo su Vinicius, Valencia contro Netflix

Nel documentario ‘Baila, Vini‘, in cui si ripercorre la vita e la carriera del fuoriclasse brasiliano del Real Madrid, si torna sulla bufera che si era abbattuta sul Mestalla due anni fa per via degli insulti razzisti indirizzati al calciatore.

Il Valencia, però, non ci sta e parla di “falsità” minacciando azioni legali nei confronti di Netflix. A far infuriare il club del Pipistrello l’accusa di razzismo – ritenuta erronea – rivolta all’indirizzo di un gruppo di tifosi: per questo motivo è scattata la richiesta di immediata rettifica.

Perché il Valencia contesta il documentario

C’è un passaggio del ‘caso Mestalla’ che proprio non è stato mandato giù dal Valencia. Nel documentario viene mostrato un video con sottotitoli in cui la parola ‘mono‘, che in spagnolo significa scimmia, è attribuito a un’intera sezione dello stadio.

Di tutt’altro avviso è il club, secondo il quale i tifosi stavano in realtà intonando il coro ‘tonto’, ossia sciocco. Per il Valencia il video incriminato è stato manipolato.

Vinicius rischia sanzioni? Il punto

Il sudamericano non ha responsabilità nella battaglia che rischia di spostarsi in un’aula di tribunale tra il Valencia e Netflix. Come spiegato dai legali di Vinicius, infatti, il 24enne di São Gonçalo è estraneo alla vicenda: si tratta di una questione appunto tra il club spagnolo e la casa di produzione del controverso documentario. Da quanto si apprende, al momento Netflix non si è ancora espresso in merito.

La minaccia del Valencia e che cosa successe

In un comunicato su X il Valencia scrive: “A causa dell’ingiustizia e delle falsità contro i tifosi del Valencia, il club ha chiesto alla casa di produzione del documentario un’immediata rettifica scritta in merito agli eventi del Mestalla, che non corrispondono alla realtà. Si riserva il diritto di intraprendere azioni legali”.

Ma cosa successe nel 2023? Vinicius affrontò un tifoso che lo aveva chiamato ‘scimmia’ e minacciò anche di abbandonare il rettangolo verde. Successivamente e – fu una sentenza storica – tre sostenitori del Valencia responsabili degli insulti razzisti furono condannati dalla Corte Suprema di Giustizia con una pena di otto mesi di reclusione.

La stella del Real Madrid accolse la sentenza con un post sui social in cui scrisse: “Questa prima storica condanna non è per me, è per tutti i neri. Molte persone mi hanno chiesto di ignorarli, altri hanno detto che la mia lotta era stata vana e che avrei dovuto semplicemente giocare a calcio…”.

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