Non verrà inflitta una squalifica ai cinque giocatori ex Virtus Verona condannati, in primo grado, a sei anni di reclusione per stupro di gruppo. Quindi a loro carico non scatterà alcun provvedimento sanzionatorio di tipo sportivo: niente sanzioni o pene per Edoardo Merci, Gianni Manfrin, Stefano Casarotto, Guido Santiago Visentin e Daniel Onescu, unico a non aver abusato della vittima, studentessa universitaria ventenne, ma coinvolto nella violenza perché intento a filmare con i telefonini dei compagni quanto stava avvenendo.
- Giocatori condannati in primo grado: che ha deciso la Giustizia sportiva
- La posizione di Visentin, giocatore del Cittadella
- Perché possono giocare secondo i giudici
- Le condanne degli imputati per violenza sessuale di gruppo
- La ricostruzione della serata da parte della vittima
Giocatori condannati in primo grado: che ha deciso la Giustizia sportiva
Questo è quanto ha deciso la Giustizia sportiva con la sentenza in base alla quale, di fatto, ha prosciolto senza conseguenze i cinque calciatori condannati a fine gennaio in abbreviato dalla giudice Paola Vacca, del Tribunale scaligero, per una notte di violenza denunciata dalla vittima di abusi nel gennaio 2020.
Tre di loro, all’indomani della condanna in primo grado, sono stati sospesi dalle attività su decisione delle rispettive società di appartenenza. Si tratta di Casarotto, «stoppato» dalla Luparense che ha preferito optare per questa soluzione.
Situazione più complessa quella che, invece, interessa Onescu, fermato dalla Dolomiti Bellunesi e intenzionata anche a intraprendere vie legali chiedendo la rescissione economica dell’accordo triennale che sarebbe scaduto nel 2024 e anche il risarcimento danni, stando a quanto riferisce il Corriere del Veneto.
La posizione di Visentin, giocatore del Cittadella
Santiago Visentin è stato, invece, sospeso dal Cittadella, in attesa anche dell’esito di primo grado del processo per stupro pendente a Belluno nei confronti dello stesso giocatore e intentato da una figura estranea al reato epr cui è stato già condannato.
I tre dopo la condanna di Verona non sono più scesi in campo: si tratta tuttavia di decisioni scattate a discrezione delle singole società perché invece, alla luce di quanto osserva la Giustizia Sportiva, tutti e cinque i calciatori possono allenarsi e scendere regolarmente in campo.
Perché possono giocare secondo i giudici
Tecnicamente, quella pronunciata dal Tribunale Federale della Figc non è stata una assoluzione bensì l’affermazione della sussistenza di un «difetto di giurisdizione» in merito alla richiesta di sanzioni sportive giunta dalla Procura Federale del Coni nei confronti dei cinque calciatori condannati. Questo è quanto riferisce il Corriere delle Dolomiti che ha riportato per primo la notizia.
Tradotto: secondo i giudici sportivi al momento non sussistono i presupposti per fermare l’attività agonistica dei tesserati. E la ragione sta nella sentenza del 30 gennaio scorso: si tratta di una condanna in primo grado e non invia definitiva.
Le condanne degli imputati per violenza sessuale di gruppo
I cinque imputati, Stefano Casarotto, 26 anni, di Venezia, Gianni Manfrin, 29 anni di Padova, Edoardo Merci, 23 anni di Verona, l’argentino Santiago Visentin e il romeno Daniel Onescu, sono stati condannati in primo grado, a Verona. Prima dell’udienza avevano versato una somma a titolo di risarcimento alla ragazza, vittima degli abusi dei quali sono stati riconosciuti colpevoli in primo grado, che aveva ritirato la costituzione di parte civile e la querela.
Gli imputati, all’epoca della violenza denunciata dalla ventenne, erano compagni di squadra nella Virtus Verona, società di serie C, e quella sera dovevano trascorrere alcune ore in compagnia.
La ricostruzione della serata da parte della vittima
La ragazza aveva denunciato di essere stata accompagnata da uno dei giocatori, suo compagno di scuola, in un appartamento dove si trovavano altri quattro calciatori; qui sarebbe stata fatta ubriacare e poi costretta a rapporti sessuali non consenzienti.
Dei cinque, Manfrin risulta ancora militare ancora nella Virtus Verona, mentre gli altri sono stati ceduti ad altre società nel corso già della scorsa stagione.
In sede processuale il pm ha preso atto del risarcimento, ma ha ritenuto che ciò non escludesse la responsabilità penale dei giovani, chiedendo e ottenendo la pena di sei anni per ognuno.
Gli imputati hanno annunciato ricorso in appello. Visentin, che ora milita nel Cittadella – riportava l’agenzia ANSA all’epoca della sentenza – è imputato a Belluno in un altro processo, sempre per stupro. Tre ventenni tra cui l’argentino del Cittadella devono difendersi dall’accusa di violenza sessuale di gruppo. I fatti sarebbero successi a Ferragosto del 2020 in una villa a Visome di Belluno, dove era stata organizzata una festa.