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Volley femminile, Mazzanti debutta contro Egonu: la storia di un rapporto nato bene e finito male

Davide Mazzanti ha atteso a lungo prima di tornare su una panchina di A1: nella prima gara con Itas Trentino si ritroverà davanti Paola Egonu con cui ha avuto contrasti duri da Ct dell'Italvolley

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Gli scherzi della vita: torni in panchina dopo anni di lontananza dai club (salvo una breve parentesi a Perugia, in piena era Covid) e subito ti ritrovi a fronteggiare quella che nel tempo s’è rivelata essere una sorta di “nemica”, anche se forse detta in questi termini la cosa può apparire persino esagerata. Poco male: Davide Mazzanti ha atteso a lungo di tornare a sedersi su una panchina di A1, e nella prima gara della sua nuova avventura all’Itas Trentino si ritroverà davanti quella Paola Egonu che a conti fatti è anche la ragione per la quale Mazzanti è tornato sulla panchina di una squadra di club.

Dualismo inconciliabile

Strana la vita, ma in fondo nella carriera di allenatore certi incroci somigliano a una regola. Mazzanti contro Egonu è stato il ritornello forse più abusato dell’estate sportiva italiana, sconfinato ben al di là delle disquisizioni tecniche e pallavolistiche. Mazzanti che di Egonu è stato prima grande sostenitore, tanto da inserirla giovanissima nel giro della nazionale maggiore (l’esordio di Paola è avvenuto con Bonitta, ma il vero ingresso è arrivato durante la gestione Mazzanti), fino però a diventarne il nemico giurato, al punto da convincere l’opposto di Cittadella a rinunciare al preolimpico, delusa anche da un Europeo nel quale ha fatto la riserva ad Antropova.

Un dualismo al quale ha messo fine la Fipav a ottobre, optando per sollevare dall’incarico il commissario tecnico e andando a ripescare Julio Velasco, al quale toccherà il gravoso compito di gestire tante “anime inquiete” nello stesso spogliatoio.

I motivi della rottura: la gerarchia mai accettata

Ma qual è stata la scintilla che ha portato alla rottura tra Mazzanti ed Egonu? Gli appassionati sostanzialmente conoscono solo alcuni dettagli di una vicenda che pure è stata sviscerata un po’ in tutte le salse, col botto finale rappresentato dal confronto piuttosto acceso avvenuto in aeroporto a Bruxelles prima del volo ritorno che ha riportato la comitiva azzurra in Italia dopo la fase finale dell’Europeo disputata in Belgio.

Quella è stata però la goccia che ha fatto traboccare il vaso: Egonu chiese conto a Mazzanti dello scarso utilizzo effettuato durante la manifestazione, soprattutto della panchina nella finale per il bronzo dopo la grande prova offerta in semifinale contro la Turchia, subentrando quando le cose avevano preso una brutta piega (per poco l’Italia non arrivò a ribaltare le fortissime turche). Il commissario tecnico rivendicò il diritto di scegliere ciò che riteneva più opportuno, di fatto lasciando il cerino in mano alla federazione. Che un mese e mezzo dopo ha dato il benservito a Mazzanti, optando per tenere Egonu sulla barca con destinazione Parigi 2024.

L’ultima estate

Mazzanti in realtà ha sempre difeso la scelta di poter decidere di mandare in campo, soprattutto alla luce dell’addio che Egonu aveva annunciato dopo il terzo posto conquistato al mondiale 2022 (celebre lo sfogo dopo la finale con gli USA, quando confesso di essere stata attaccata da alcuni “tifosi” che le chiesero se fosse davvero italiana).

Durante l’inverno 2022-23 il commissario tecnico si convinse di promuovere titolare la giovane Antropova, che pure italiana lo è diventata solo a pochi giorni dall’Europeo, inizialmente pensando a tenere Paola fuori dal giro delle convocate per la rassegna. Cosa che però ha finito per entrare in contrasto con le idee della Fipav, che mai avrebbe voluto vedere Egonu fuori dalla nazionale dopo che la stessa giocatrice aveva dichiarato di essere pronta a tornare, di fatto ammettendo di aver meditato sopra lo sfogo del settembre 2022.

A quel punto però Mazzanti ha voluto spiegare a Paola quello che sarebbe stato il suo ruolo all’interno del gruppo, di fatto comunicandole l’intenzione di preferirle la giovane Antropova. Ruolo accettato a denti stretti da Egonu, che a fine Europeo non ha retto alla tensione accumulata nel corso di un mese piuttosto snervante, mettendo la Fipav di fronte a una scelta: o me, o lui.

Trento, Milano e la sfida impari

Mazzanti, insomma, ha pagato la cauzione e ha salutato. A Trento ha scelto di ripartire da una piazza ambiziosa, ma che pensa più a progettare che non a costruire nell’immediato. Salvarsi sarà un’impresa ardua (l’Itas è a -8 da Bergamo, attualmente terzultima), ma il tecnico ha concordato di voler lavorare in prospettiva, con la società che tenterà di emulare le gesta della selezione maschile.

Il destino ha voluto che subito lunga la strada finisse per ritrovare quella Egonu che è stata croce ma anche delizia, pensando all’argento mondiale 2018 e all’oro continentale 2021. Il pronostico penderà tutto dalla parte di Paola (troppo superiore Milano), ma la curiosità di tanti andrà sull’eventuale saluto che i due si scambieranno. Giusto a voler riaccendere un po’ quel fuoco che inevitabilmente è rimasto sotto la cenere.

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