Dalla generazione dei fenomeni a una nuova generazione (al femminile) che di fenomeni ha sentito parlare tanto. Julio Velasco ha deciso di fare il grande salto: toccherà al tecnico di La Plata, 82 anni il prossimo 9 febbraio, raccogliere l’eredità di Davide Mazzanti sulla panchina nella nazionale femminile, uscita con le ossa rotte da un’estate nella quale nessun obiettivo è stato centrato tra Nations League, Europeo e torneo preolimpico.
Il nome che era già dato come il più probabile da settimane (se non mesi) ha trovato conferma dopo che a metà ottobre il Consiglio Federale si era preso tutto il tempo del mondo per decidere a chi affidare la panchina azzurra, certo non una delle più “tranquille” del panorama sportivo nazionale, pensando agli ultimi burrascosi mesi di gestione Mazzanti.
- Manfredi: "Velasco, figura giusta al momento giusto"
- Addio UYBA: la federazione non vuole il doppio incarico
- Un gruppo di qualità, ma da ricompattare
- Velasco e il precedente nella nazionale femminile del 1997-1998
Manfredi: “Velasco, figura giusta al momento giusto”
Ad annunciare la fumata bianca con Velasco c’ha pensato direttamente il presidente federale Giuseppe Manfredi.
“Siamo molto contenti che Julio abbia accettato la proposta della FIPAV. Siamo convinti che affidare la nazionale femminile a un tecnico del suo spessore sia in questo momento la scelta migliore. Ci sono tutti i presupposti affinché questo nuovo percorso possa contribuire a regalare soddisfazioni al movimento. Di sicuro Julio porterà un contributo importante, come è sempre stato, alla causa azzurra”.
Addio UYBA: la federazione non vuole il doppio incarico
Ufficialmente l’avventura dell’ex CT della nazionale maschile partirà dal 1° gennaio, con il primo impegno ufficiale previsto a fine maggio con le gare del primo round di Nations League, nel quale l’Italia dovrà cercare di fare subito risultato per blindare la posizione nel ranking che oggi le garantirebbe una delle ultime 5 carte per partecipare ai giochi olimpici di Parigi 2024.
A differenza di quanto ipotizzato in un primo momento – e al contrario di quanto fatto dalla Fip con Pozzecco – Velasco non potrà beneficiare del cosiddetto “doppio incarico”, cioè allenatore di squadre di club da ottobre a maggio (Velasco da questa stagione allena la UYBA, nella serie A1 femminile) e commissario tecnico di una nazionale nei mesi estivi. La FIPAV al riguardo è stata irremovibile: dal prossimo 1° gennaio, Busto Arsizio dovrà cercarsi un altro allenatore, salvo diversa comunicazione.
Un gruppo di qualità, ma da ricompattare
Chiaro che l’olimpiade in programma la prossima estate in Francia il grande obiettivo verso il quale la FIPAV proverà a tendere, convinta che l’esperienza di Velasco porti la necessaria competenza per riuscire a gestire un gruppo che ha mostrato di avere diverse personalità forti, spesso finite in contrasto tra di loro.
Che Italia sarà quella del vate di La Plata? Sicuramente un’Italia nella quale dovranno provare a coesistere Paola Egonu ed Ekaterina Antropova (unha contro l’altra, in campionato, si sono affrontate di recente con Paola a farla da padrona), ma dove potrebbero trovare di nuovo posto veterane come Caterina Bosetti, Monica De Gennaro, Sarah Fahr e Cristina Chirichella, tutte escluse per un motivo o per un altro dall’ultimo corso dell’era Mazzanti.
E chissà se non ci sarà posto anche per la promettente Martina Bracchi, schiacciatrice proprio in forza a Busto Arsizio, allenata in queste settimane da Velasco (che domenica ha mandato in campo solo giocatrici italiane: un segnale premonitore?).
Velasco e il precedente nella nazionale femminile del 1997-1998
Per Velasco peraltro la panchina della nazionale femminile rappresenta una novità, ma non in senso assoluto: l’aveva già occupata nel biennio 1997-1998, portando una squadra ancora in fase di crescita (4 anni dopo sarebbe arrivato lo storico oro mondiale di Berlino, con Marco Bonitta CT) al quinto posto negli Europei del 1997.
E una volta salutata la nazionale lasciò in eredità alla federazione l’idea di creare il Club Italia, che nel tempo ha saputo sfornare grandissimi talenti (vedi Togut, Lo Bianco, Sylla, Egonu, giusto per citarne alcune).
Chiaro che negli occhi di tutti restano i trionfi con la nazionale maschile ottenuti tra il 1989 e il 1996, con il solo cruccio di essersi fermati alle Olimpiadi a un passo dalla medaglia d’oro nel ’96 ad Atlanta, dopo l’eliminazione del ’92 nei quarti sempre contro l’Olanda. Ai giochi, però, Velasco potrà puntare nuovamente, stavolta in campo femminile.
A lui il compito di rigenerare e dare una fisionomia più certa e definita a una squadra che sgorga di talento, ma che negli ultimi anni ha mancato appuntamenti importanti per qualche incomprensione di troppo. Ciò che un condottiero come Julio (che verrà presentato ufficialmente il 21 novembre) potrà riuscire a gestire con mirabile esperienza.