Falsa è la partenza, dolce il finale del primo impegno del Preolimpico da parte dell’Italia maschile di volley. Ma che contro la Repubblica Ceca non sarebbe stata una passeggiata, Fefè De Giorgi in qualche modo se le sentiva: il 3-1 finale ottenuto dalla nazionale vice campione d’Europa nel debutto è comunque quello di cui Giannelli e compagni andavano in cerca, cioè una vittoria piena per aprire nel migliore dei modi la rassegna che concede due pass diretti per Parigi 2024, evitando (come capitato alle donne) di dover sperare poi in un ripescaggio grazie al ranking FIVB.
Vittoria sofferta, ma in qualche modo anche corroborante, perché è servita per capire che a Rio non sarà facile arginare avversari sulla carta inferiori, ma comunque capaci di mettere in difficoltà anche squadre più rodate.
- Italia un po' appesantita
- Problemi in ricezione
- Sanguinetti e Galassi top
- Il terzo set punto a punto
Italia un po’ appesantita
Dopotutto, a due settimane dalla finale dell’Europeo persa contro la Polonia, la sensazione è stata quella di vedere un’Italia ancora un po’ appesantita dall’inevitabile switch off seguito alla rassegna continentale, con qualche meccanismo da rodare e in generale un po’ di stanchezza dovuta a una lunga estate vissuta sempre in prima linea.
De Giorgi in avvio sceglie Sanguinetti al centro da affiancare a Galassi, sostituto dell’infortunato Russo. Per il resto giocano i soliti noti: Giannelli palleggiatore e Romanò opposto, Lavia e Michieletto in banda, Balaso libero.
Problemi in ricezione
Il problema è che la Repubblica Ceca di Novak decide di battere come se non ci fosse un domani, martellando la ricezione azzurra che va sovente in difficoltà contro la forza d’urto di Hadrava e compagni.
Il primo set è tutto a rincorrere: Vasina dalla linea dei nove metri fa malissimo a un’Italia che non trova le coordinate giuste per arginare la prima ondata. Quando Giannelli stampa il muro del 16 pari e Galassi firma l’ace del 18-17 il più sempre fatto, tanto che sul 20-18 (altro punto sontuoso di Giannelli) Novak è costretto a fermare la partita.
Ma i troppi errori al servizio degli azzurri (che sciupano anche un set point) e la precisione chirurgica di Hadrava nel finale di set regalano il parziale ai cechi, facendo risuonare un campanello d’allarme bello grosso in casa Italia.
Sanguinetti e Galassi top
Il Preolimpico sa essere complicato per tutte: la Polonia, che non è presente nel girone di Rio de Janeiro, ha battuto solo al tiebreak il Belgio, a riprova del fatto che le difficoltà ci sono per tutti. Michieletto in avvio di secondo set prova a spronare i compagni, ma il solito Hadrava fa malissimo al servizio (aiutato tre volte dal nastro: è vero che la fortuna aiuta gli audaci, ma così è approfittarsi…) e costringe gli azzurri a inseguire.
Un parziale di 4-0 consegna però a Giannelli e compagni l’opportunità di rimettersi avanti e scavare un fossato confortante, con l’ingresso di Rinaldi determinante per imprimere la giusta accelerazione all’attacco.
Il terzo set punto a punto
Il 25-18 finale rimette l’Italia in carreggiata, ma nel terzo set si gioca sempre punto a punto, complici anche i troppi errori al servizio che regalano una fase break comoda ai cechi. Che sul 21 pari tornano a fare paura con il solito Hadrava, letale in attacco e Vasina, che trova un ace che fa venire i brividi a De Giorgi.
Proprio due errori di Hadrava consegnano all’Italia due palle set, ma ne basta una a Galassi per inchiodare una monster block che sa di liberazione. Nel quarto set sale in cattedra Sanguinetti, che con un muro e due attacchi imprime il proprio marchio sul proseguo di una partita che diventa meno complessa, anche perché le percentuali dai nove metri dei cechi si abbassano e di conseguenza per Giannelli diventa più facile mettere in moto l’attacco.
Anche Galassi dimostra che è al centro che l’Italia trova i varchi migliori per passare e il 25-19 finale premia la resilienza di una nazionale ancora non al massimo, ma comunque capace di tirarsi fuori dai guai al momento opportuno. E domani contro il Qatar (ore 22, Sky Sport) l’auspicio è che si debba fare molta meno fatica.