Alla fine vince sempre Perugia. Che continua a estendere il proprio dominio in campo nazionale, riuscendo ad avere la meglio su un’Itas Trentino coriacea come poche. Seppur orfana del grande ex Kamil Rychlicki, la formazione di Fabio Soli fa vedere le streghe ai campioni d’Italia in carica, costretti a spingersi al tiebreak per far loro il primo trofeo stagionale. Lorenzetti però si mantiene perfettamente in media: 5 finali da quando siede sulla panchina della Sir Susa Vim e altrettante vittorie, con la Supercoppa (la terza consecutiva per Perugia, la settima in totale della storia del club) che apre idealmente nel migliore dei modi una stagione nella quale il grande obiettivo del patron Gino Sirci è quello di provare a conquistare un trofeo anche in campo europeo, con la Champions nei pensieri di tutta la piazza. Ma intanto, per cominciare, una Supercoppa non è mai da disprezzare. E ad alzarla è stato Simone Giannelli, al debutto nelle vesti di capitano di Perugia.
Gabi Garcia sorprende. ma Ishikawa è già carico
Perugia ha ricordato a tutti perché sia considerata (a ragione) la squadra da battere. Ha attraversato un paio di passaggi a vuoto importanti, ma ha saputo rialzarsi e far sembrare le crisi come passeggere e nulla più. L’ha messa sul ritmo e sulla costanza e alla fine è stata premiata, anche se come ogni partita di inizio stagione che si rispetti i blackout (tanto da una parte quanto dall’altra) sono stati all’ordine del giorno.
Trento però ha di che recriminare: ha dominato a muro (18-9), ha avuto percentuali migliori in ricezione (46% contro 35%), ma ha pagato il 43% in attacco che in alcuni momenti del match ha presentato un conto piuttosto salato. Soprattutto no ha saputo assecondare a dovere Gabi Garcia, il sostituto di Rychlicki, che per quello che ha fatto vedere meriterà tanto spazio e considerazione: 24 punti per l’ex opposto di Padova (59% di percentuale offensiva), poco assistito però da Michieletto (11 punti) e soprattutto Lavia, incappato in una serata no (9 punti e 21% in attacco).
L’ex Flavio è stato all’altezza del compito assegnato, ma difendere su Ishikawa non è stato semplice per l’Itas: il nipponico, schierato titolare, ha chiuso con 20 punti e il 47% di efficienza offensiva, eletto MVP della partita. Anche se l’MVP “oscuro” è stato certamente Giannelli, che ha saputo trascinare i compagni (specie nel tiebreak) con la sua leadership inconfondibile. E forse con quella fama che la delusione olimpica gli ha lasciato in dote.
Giannelli decisivo nel finale. Lorenzetti è Re Mida
Perugia ha dominato il primo set, nel quale Semeniuk al servizio ha strappato e reso improbo il compito a Trento, che s’è complicato la vita concedendo un 6-0 di parziale con qualche errore di troppo (25-18). I ragazzi di Soli però nel secondo set restituiscono il favore: Garcia sale sul proscenio e per Perugia è notte fonda (25-19), e lo è ancora di più l’evoluzione di un terzo set nel quale niente sembra venire come dovrebbe, e nel quale soprattutto Garcia continua a martellare come se non ci fosse un domani. Anche Michieletto fa vedere sprazzi di classe assoluta e la Sir si ritrova spalle al muro, affondata 25-15.
Nel momento di maggiore difficoltà però ci pensa Ben Tara a suonare la carica: è lui a indirizzare il quarto set sui binari desiderati da Lorenzetti, con Loser determinante a muro e Semeniuk al solito chirurgico nel suo turno di battuta per l’allungo decisivo (25-18). Nel tiebreak la partenza di Perugia è notevole: 4-0 grazie a due errori (gravi) di Lavia e di fatto la partita si decide lì, perché Trento non riesce a rimettersi in scia a una Sir che va via col pilota automatico, trascinata da Giannelli e poi da Ishikawa che prima fa ace, poi chiude i conti sulla seconda palla match.
Finisce 3-2 e Lorenzetti può aggiornare il libro dei record da quando siede sulla panchina Perugia, con tutte e 5 le finali disputate finite in bacheca. Abituarsi alle vittorie: lo stai facendo nel modo giusto.