Regalo d’addio più bello non avrebbe potuto esserci per Fabio Soli: l’Itas Trentino è campione d’Italia, per la sesta volta nella storia, due anni dopo l’ultima volta. Il titolo arriva in coda a una gara 4 tiratissima, certo la gara più in bilico di tutta la serie contro la Lube Civitanova, che cede soltanto al tiebreak dopo aver rimontato da 1-2 e aver pregustato un’altra impresa, ricordando quanto fatto in semifinale contro Perugia. Tutto inutile: un attacco di Kamil Rychlicki, fresco di prima convocazione con la maglia azzurra (lui che è lussemburghese, ma italiano per meriti sportivi), regala a Trento uno scudetto che per quanto visto è decisamente meritato.
- La Lube s'illude, e quel secondo set grida vendetta...
- Battaglia su ogni pallone, Michieletto e Bottolo show
- Flavio illumina, Rychlicki la chiude: Soli, un addio da vincente
La Lube s’illude, e quel secondo set grida vendetta…
Il sapore delle sfide da dentro o fuori è qualcosa che Civitanova conosce fin troppo bene, ripensando alle tre gare vinte con Perugia (da 0-2 a 3-2). Trento lo sa e non a caso nel primo set sbatte puntualmente sul muro eretto dai cucinieri, anche se invero il primo parziale è “sporco”, giocato a sprazzi da una parte e dall’altra, con Nikolov che si prende il proscenio e Boninfante che vince la sfida tra registi con Sbertoli. Più cinica la Lube nei momenti che conta, e l’inerzia della gara sembra nuovamente tutta per la formazione che gioca in casa, come i primi tre atti della serie avevano dimostrato.
Solo che stavolta qualcosa s’inceppa sul più bello: quando Boninfante stampa il muro del 23-20 del secondo set, la testa di molti corre già alla “bella” in programma a Trento domenica prossima. Succede però che l’Itas decide di cambiare abitudini: un ace di Michieletto, un primo tempo di Flavio e un errore in attacco di Bottolo regalano agli ospiti la prima palla set di serata. Ne servono 4 per chiudere i conti, ma non è quello il problema: muro di Kozamernik e ribaltone servito. Con la serie scudetto che sembra prendere la sua ineluttabile piega.
Battaglia su ogni pallone, Michieletto e Bottolo show
Perché nella testa Civitanova accusa il colpo. E sembra uscire davvero dalla partita: Lavia al servizio martella e cerca l’allungo, poi Bonifante e Bottolo rimettono la Lube in carreggiata. Ma quando Michieletto alza i giri del motore diventa complicato tenere a freno la verve dell’Itas, che trova un parziale di 10-2 e si lancia a un solo set dal tricolore.
Sensazione però che i cucinieri hanno provato tanto volte, quella di ritrovarsi spalle al muro e senza alcuna via d’uscita: Trento prova di nuovo a scappare nel quarto set, ma ci pensa Bottolo con due ace consecutivi a ribaltare umori, sensazioni e punteggio. Si lotta su ogni pallone come se fosse l’ultimo, con la partita che sin mantiene in equilibrio fino a che Trento sbaglia un servizio e due attacchi e scivola a -3, incapace poi di riportarsi a contatto. Il finale di set stavolta è tutto di marca Lube, con Gargiulo e Bottolo che stampano i due muri che mandano la partita al tiebreak.
Flavio illumina, Rychlicki la chiude: Soli, un addio da vincente
Quello che si vede in campo è l’elogio della difesa: si difende su ogni pallone, come se non ci fosse un domani, e con un’efficacia che a questi livelli si vede di rado. Alla fine per sparigliare le carte c’è solo una soluzione: battere forte, anzi fortissimo, come fanno Michieletto e Rychlicki che consegnano due break fondamentali per le aspirazioni tricolori di Trento.
Le percentuali al servizio della Lube si mantengono meno alte del solito la sola fase cambio palla non paga. Quando poi Flavio stampa un monster block su Nikolov per il 10-6 si capisce che ormai i buoi sono usciti dalla stalla. Medei prova a fermare la partita, ma ormai è solo una questione di tempo: l’Itas viaggia col pilota automatico e quando Nikolov fa invasione sul 12-8 la pratica è ormai bella che chiusa.
L’ultimo pallone lo mette giù Rychlicki: è il modo per festeggiare la prima convocazione in nazionale, lui che presumibilmente si giocherà il ruolo di opposto titolare con Romanò. Fabio Soli, al passo d’addio dopo un biennio comunque denso di significati, chiude con il primo scudetto personale che arriva a un anno di distanza dalla conquista della Champions League. Alla Lube, solo applausi: doveva essere una stagione di transizione, sono arrivate una Coppa Italia, una finale di Challenge Cup e una piazza d’onore che vale comunque tanto. Ma la festa è tutta di Trento, la prima squadra dal 2017-18 (Perugia) a vincere lo scudetto come testa di serie numero 1 dei play-off.