Dire di no all’azzurro non è cosa di tutti i giorni, ma Julio Velasco se l’è sentito rivolgere ben 4 volte nel corso del giro di telefonate con le quali annunciava l’elenco delle 30 convocate per i prossimi impegni di VNL. Rifiuti che, seppur motivati da ragioni (più o meno) rispettabili, hanno colpito molto negativamente il vate di La Plata, che al solito non ha perso tempo nel rispondere per le rime alle quattro giocatrici interessate. “Per me la porta ormai è quasi chiusa. Perché un no è sempre un no, e di questo debbo tenerne conto”.
- Rifiuti inusuali: ma quella volta che Egonu disse addio...
- Chirichella non ha dimenticato la mancata chiamata olimpica
- Lubian e Bonifacio "chiuse" da Danesi e Fahr?
- Pietrini, la spalla maledetta presenta ancora il conto
Rifiuti inusuali: ma quella volta che Egonu disse addio…
Certo la decisione presa da Elena Pietrini, Marina Lubian, Sara Bonifacio e Cristina Chirichella è di quelle che hanno pochi eguali nel mondo della pallavolo italiana. Neppure chi annunciò pubblicamente di voler rinunciare alla maglia azzurra diede poi seguito al proposito: ricordate la sfuriata di Paola Egonu dopo il bronzo mondiale del 2022?
Dopo le tante critiche ricevute, in un momento di rabbia e profonda tristezza annunciò la volontà di non tornare in nazionale nella stagione seguente. Ma qualche mese di lavoro in Turchia, nell’annata in cui decise di trasferirsi al VakifBank, le servì per riannodare i fili e accettare di tornare a giocare già nell’estate del 2023, seppur con Davide Mazzanti l’idillio era ormai spezzato (celebre la querelle su chi fosse la “vera” titolare tra lei e Antropova, vicenda che di fatto portò all’esonero del tecnico a favore di Velasco).
Chirichella non ha dimenticato la mancata chiamata olimpica
Il caso delle 4 azzurre che hanno rinunciato alla convocazione, però, è differente. E affonda radici e motivazioni negli ambiti più disparati, con la federazione che in questo senso non ha aiutato a dissipare le nubi e tantomeno a chiarire dubbi o criticità.
L’unica che in qualche modo ha reso pubbliche già prima delle convocazioni ufficiali le sue intenzioni è stata Cristina Chirichella, che appena vinta la Champions League con Conegliano s’è affrettata a ribadire che per le lei la nazionale rappresenta ormai un capitolo chiuso. Di sicuro l’esclusione dall’elenco delle convocate del primo corso di Velasco (cioè estate 2024, inclusa Parigi) ha lasciato il segno, pensando anche al fatto che Chirichella della nazionale è stata anche capitana.
“Ho mandato giù tanti bocconi amari in questi anni, spesso è mancato anche il fattore umano. Il mio percorso in azzurro è terminato, e non è né rimpianti e tantomeno rimorsi. A 31 anni nella vita di un’atleta non esiste solo lo sport, ho tanti sogno che vorrei realizzare, e soprattutto ho voglia di concedermi un po’ di riposo dopo una stagione bella, emozionante, trascinante ma anche un po’ stancante. Fisicamente sto bene ma so di avere bisogno di lavorare ancora su di me, specie dal punto di vista psicofisico. Ora posso dire di sentirmi bene, e certamente l’annata vissuta a Conegliano mi ha aiutato tanto”.
Lubian e Bonifacio “chiuse” da Danesi e Fahr?
Il rifiuto di Chirichella, insomma, è figlio dell’esclusione voluta da Velasco un anno fa. Velasco che è stato fautore della rinascita di Sarah Fahr, titolare indiscussa al pari di Anna Danesi. E chissà che proprio la consapevolezza di rischiare di trovare poco posto sia stata la chiave che ha convinto Marina Lubian a rifiutare la chiamata del CT. Già a Conegliano l’olimpionica di Parigi 2024 quest’anno ha faticato a trovare spazio, chiusa proprio dalla rinascita di Chirichella, e la prospettiva di dover restare spesso e volentieri fuori anche nell’estate alle porte potrebbe essere alla base della scelta.
Pensiero che potrebbe essere condiviso anche da Sara Bonifacio, protagonista in positivo nella stagione di Novara. Che a Parigi non è andata solo perché infortunata, altrimenti Velasco un posto gliel’avrebbe riservato, optando poi per selezionare un libero (cioè Ilaria Spirito, quest’anno fuori dalle 30 convocate) come riserva.
Pietrini, la spalla maledetta presenta ancora il conto
Un capitolo a parte merita Elena Pietrini. La schiacciatrice romagnola è una delle giocatrici più forti in circolazione, ma da quando ha scelto di andare in Russia (a fine 2023) la sua carriera ha preso una piega indesiderata, con un infortunio alla spalla curato male che le è costato i giochi olimpici (causa operazione) e un ritorno a Milano che non ha prodotto effetti, tanto che quest’anno ha praticamente fatto base fissa in panchina alle spalle di Sylla, Cazaute e Daalderop.
Anche qui ci si basa su rumors, ma sembrerebbe che la decisione della giocatrice di non rispondere alla chiamata sia figlia della necessità di completare il recupero del problema alla spalla, così da riproporsi a pieno regime dalla prossima stagione. Vero è che nel ruolo Velasco ha più scelta, se è vero che ha deciso di sua sponte di lasciare a casa la 31enne Caterina Bosetti, puntando su un percorso di rinnovamento. Pietrini però ha 25 anni, e potrebbe rappresentare un valore aggiunto in vista di Los Angeles. Anche se riaprire quella porta potrebbe rivelarsi assai complicato.