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Vuelta 2023 6a tappa, la Jumbo Visma mostra i muscoli: vince Kuss ma Evenepoel si salva

La Jumbo Visma cala la carta Sepp Kuss, che plana sul Pico del Buitre conquistando la tappa e sfiorando la maglia rossa, finita sulle spalle della rivelazione Lenny Martinez

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Se sei la squadra più forte al mondo puoi permetterti anche di schierare tre capitani. Non bastassero Roglic e Vingegaard, la Jumbo Visma cala pure la carta Sepp Kuss, che plana come un avvoltoio sul Pico del Buitre conquistando la tappa e sfiorando anche la maglia rossa, finita sulle spalle della rivelazione Lenny Martinez (l’avevamo inserito sulle possibili sorprese della Vuelta: siamo stati buoni profeti).

Il piano giornaliero riesce alla perfezione ai “calabroni”, seppur in assenza della ciliegina sulla torta rappresentata proprio dalla roja mancata per soli 8 secondi.

Anche Roglic e Vingegaard però portano via qualcosa dal traguardo in quota sull’osservatorio astrofisico di Jalavambre: guadagnano 32 secondi a testa su Remco Evenepoel, che non risponde allo scatto dello sloveno e per un chilometro abbondante vacilla pesantemente, salvo poi salire del proprio passo e recuperare un po’ di terreno quando le pendenze tornano ad essere più dolci.

Vingegaard ha ridotto a 5” il ritardo da Remco

Una tattica studiata a punti, quella del belga, che perde terreno ma non crolla affatto, dando anzi la sensazione di essersi gestito con intelligenza e di aver limitato bene le perdite sul primo vero arrivo in salita della corsa. I Jumbo Visma hanno comunque provato a far saltare il banco, e in buona sostanza ci sono riusciti: Vingegaard ha ridotto a 5 secondi il ritardo da Remco, Roglic ad appena 11.

I giochi sono apertissimi e occhio agli outsider: bene Juan Ayuso, che cede appena 7 secondi alla coppia giallo nera, bene anche Uijtdebroeks e Almeida, che perdono una manciata di secondi e restano a contatto con i big nella generale.

La rinascita di Mikel Landa

Chi sfrutta appieno il primo tappone di montagna è Mikel Landa, che dopo un avvio di Vuelta nero riesce ad entrare nella fuga di giornata e così facendo si rimette addirittura davanti ai big (come lui anche Wout Poels e soprattutto Marc Soler).

Mettiamola così: tutti hanno un motivo per sorridere, tutti hanno qualcosa per cui essere un po’ preoccupati. A riprova del fatto che una vuelta così è bella per quanto è imprevedibile. Unico neo? Gli italiani, non pervenuti: Bagioli e Milesi costretti al ritiro (dopo Zana), Caruso staccato all’inizio dell’ultima salita (nella generale è a 10 minuti da Martinez), Cattaneo che almeno una mano l’ha data a Remco in salita. Domani tornano protagoniste le ruote veloci: Groves e Dainese favoriti sul traguardo di Oliva.

Le pagelle della 6a tappa: i top

  • SEPP KUSS 10 E LODE. Gregario a chi? L’americano ha la sola sfortuna (o fortuna, dipende dai punti di vista) di militare in una squadra che lo sfrutta appieno per le sue doti di insta cabile faticatore in salita, tanto che Roglic al Giro e Vingegaard al Tour lo hanno incensato per il lavoro fatto. Per 8 secondi manca la maglia rossa, ma più di così non poteva fare. La vera perla la regala sul podio, scolandosi una bottiglia di spumante e abbattendo un altro tabù del mondo del ciclismo. Già, perché di solito lo spumante i corridori lo sprecano. Lui non ha lasciato cadere una goccia invano.
  • LENNY MARTINEZ 10. Che abbia talento non è un mistero, ma che potesse essere così competitivo da subito, beh, nessuno poteva saperlo. Lenny invece vuol far vedere di che pasta è fatto: solo un monumentale Kuss gli nega la gioia della vittoria di tappa, ma non la possibilità di far sua la maglia rossa di leader. La Francia ha trovato (forse) l’uomo che la porterà finalmente fuori dal guado.
  • PRIMOZ ROGLIC 8,5. Un voto da condividere con tutti i compagni, incluso Vingegaard, che prima lo lascia sfogare per un chilometro, poi lo va a riprendere mettendosi anche a tirare. Insomma, non si capisce ancora chi è il capitano e chi il vice (e Kuss dove lo mettiamo?), ma lo sloveno e in generale i Jumbo Visma hanno mandato il primo segnale forte e chiaro.
  • MIKEL LANDA 7,5. Giustamente bastonato nei primi arrivi in salita, giustamente celebrato sul Pico del Buitre, quando entra nella fuga di giornata e con scaltrezza riesce a recuperare un paio di minuti sui big. Forse alla fine avrebbe anche potuto fare di più, ma la sostanza non cambia: Mikel è tornato in classifica, e ora potrà giocarsi per davvero le sue carte. Anche se la Bahrain ha anche Poels…

Le pagelle della 6a tappa: i flop

  • REMCO EVENEPOEL 6-. Perde una trentina di secondi, ma ne avrebbe potuti lasciare sul campo molti di più. Non risponde all’attacco di Roglic e non può pensare di andare a riprenderlo assieme agli altri compagni d’avventura, semplicemente perché sarebbe andato immediatamente fuori giri. Invece Remco si gestisce e nel finale recupera pure qualcosa. Ha la crono dalla sua e altre salite finali meno impervie, a parte l’Angliru.
  • GERAINT THOMAS 5. L’andazzo si era capito da un pezzo, ma sul Pico del Buitre è apparso chiaro agli occhi di tutti: il britannico ha stretto i denti finché ha potuto, non riuscendo a tenere le ruote dei migliori nei 4 chilometri finali. Ha pagato dazio in un finale caotico, dove tutti hanno badato a salvare la pelle e dove lui ha concluso pagando un altro paio di minuti dai big.

Classifica generale dopo la 6a tappa

  1. Lenny Martinez (Groupama FDJ) 21h40′35”.
  2. Sepp Kuss (Jumbo Visma) +8”.
  3. Marc Soler (UAE Team Emirates) +51”.
  4. Wout Poels (Bahrain Victorious) +1’41”.
  5. Steff Cras (TotalEnergies) +1’48”.
  6. Mikel Landa (Bahrain Victorious) +1’51”.
  7. Jefferson Cepeda (Caja Rural Segurosrga) +2’06”.
  8. David de la Cruz (Astana Qazaqstan) +2’23”.
  9. Remco Evenepoel (Soudal Quick Step) +2’47”.
  10. Enric Mas (Movistar) +2’50”

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