“Non doveva succedere. Le persone guardano avanti come se non fosse successo nulla, ma per me le cose non stanno così. Non è così che voglio che questo sport vada avanti e voglio dirlo in maniera chiara”.
Dopo qualche giorno dall’incidente che lo ha costretto al ritiro dalla Vuelta, parla Primoz Roglic. “Posso camminare un po’ e me lo faccio bastare al momento. Dopo la caduta – ha continuato il ciclista sloveno – mi ci è voluto un po’ per fare chiarezza su quanto sia successo. Mi sono chiesto come era potuto succedere e la mia conclusione è che il modo in cui è accaduto è inaccettabile. La caduta non è stata provocata da un problema della strada o per una mancanza di sicurezza, ma dal comportamento di un corridore. Wright arrivava da dietro e mi ha praticamente tolto il manubrio da sotto le mani senza che me ne accorgessi”.
Intanto Mads Pedersen ha vinto la diciannovesima e terz’ultima tappa con partenza e arrivo a Talavera de la Reina. Il danese, in volata, ha preceduto Wright, secondo, e il belga Gianni Vermeersch, terzo. Remco Evenepoel ha conservato la maglia rossa. Domani, sabato, la 20ª e penultima tappa: da Moralzarzal a Puerto de Navacerrada di 181 chilometri. La corsa prevede un arrivo in salita, a quota 1.832 metri d’altezza. I corridori dovranno affrontare 5 Gran premi della montagna. Per Evenepoel è l’ultimo sforzo prima della passerella di Madrid.