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Wimbledon: Alcaraz fa l'unica cosa giusta dopo la sfida contro Berrettini, per questo non può interrompere quell'applauso

Il campione romano è stato applaudito da un grandissimo Alcaraz che ha trascinato il pubblico in un gesto semplicemente giusto, che riconosce però anche il suo stile

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Elisabetta D'Onofrio

Elisabetta D'Onofrio

Giornalista e content creator

Giornalista professionista dal 2007, scrive per curiosità personale e necessità: soprattutto di calcio, di sport e dei suoi protagonisti, concedendosi innocenti evasioni nell'ambito della creazione di format. Un tempo ala destra, oggi si sente a suo agio nel ruolo di libero. Cura una classifica riservata dei migliori 5 calciatori di sempre.

Se volessimo riassumere la grandezza di Carlos Alcaraz, in questo match e sui campi d’erba di Wimbledon, basterebbe questa foto. Questa sequenza di applausi rivolti all’avversario, a un Matteo Berrettini ritrovato e fiducioso nelle sue qualità e nel suo tennis, non ha stupito ma ha ribadito la maturità di un ragazzo che a 18 anni e qualche mese ha già dimostrato tanto.

Ha vinto lui e prosegue il suo cammino verso una finale che sarebbe un riconoscimento ulteriore del suo dominio, in grado di spaccare via l’epoca recente dei grandi.

Wimbledon: Alcaraz batte Berrettini e accede ai quarti

Non è solo questione di colpi, di eleganza, di talento: qui è questione anche di comunicativa e di onestà intellettuale nei riguardi di un campione, come Berro, che qui a Wimbledon è cresciuto e sta lanciando un segnale di ripresa dopo la crisi affrontata a causa dei problemi noti.

Problemi fisici che lo hanno limitato fino a questo torneo che, nella sua carriera, costituisce un caposaldo: c’è un prima la finale di Wimbledon e un dopo, nel curriculum di Berrettini e se ne deve tener conto. Ieri sera, il match è stato combattuto, intenso, forse il più bello visto fino ad ora nel panorama della vasta offerta che questo evento offre.

Perché Berrettini è tornato

E’ stato quello decisamente più intenso ed equilibrato soprattutto nei primi due set, quando i due avversari si sono ritrovati a giocare su un punteggio pari, quando i colpi riuscivano ad entrambi e la tattica sì, ha deciso, ma non ha ucciso la fantasia di due giocatori distanti per stile di gioco ma entrambi assetati e vogliosi di dimostrare testa.

Fonte: ANSA

Berrettini in spaccata durante il match contro Alcaraz

Si è chiuso con 3-6, 6-3, 6-3, 6-3 questo match decisamente emozionante per i colori azzurri e gli estimatori del tennista romano. Berrettini esce agli ottavi, senza rammarico e senza rimpianti: ha giocato, e bene, contro un talento stellare, fuori da ogni standard.

L’applauso di Alcaraz

Quindi quel terzo tempo tennistico, tra Alcaraz e Berrettini – privo di una certa retorica – ha travolto il resto: il caloroso abbraccio e lo scambio di saluti tra i due tennisti e l’applauso. Quando Berrettini ha raccolto la sua sacca e in quel momento le telecamere hanno mostrato un volto segnato, inevitabilmente dalla delusione ecco che è scattato quel gesto, quell’elogio gratuito e spontaneo che ha trascinato anche il pubblico, soddisfatto da una sfida esemplare, bellissima e assoluta.

Il pubblico è con Berro

Un elogio a Berrettini nella sua Wimbledon, anche ai microfoni post partita dove aveva conquistato quella finale nel 2021 quasi impensabile all’epoca, eppure magnifica e esaltante.

Oggi la finale l’abbiamo seguita anticipatamente, nella notte londinese del 10 luglio. Non è andata come speravamo, nonostante ciò l’applauso più significativo se lo è aggiudicato Berrettini.

Wimbledon: Alcaraz fa l'unica cosa giusta dopo la sfida contro Berrettini, per questo non può interrompere quell'applauso Fonte: ANSA

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