Se volessimo riassumere la grandezza di Carlos Alcaraz, in questo match e sui campi d’erba di Wimbledon, basterebbe questa foto. Questa sequenza di applausi rivolti all’avversario, a un Matteo Berrettini ritrovato e fiducioso nelle sue qualità e nel suo tennis, non ha stupito ma ha ribadito la maturità di un ragazzo che a 18 anni e qualche mese ha già dimostrato tanto.
Ha vinto lui e prosegue il suo cammino verso una finale che sarebbe un riconoscimento ulteriore del suo dominio, in grado di spaccare via l’epoca recente dei grandi.
- Wimbledon: Alcaraz batte Berrettini e accede ai quarti
- Perché Berrettini è tornato
- L'applauso di Alcaraz
- Il pubblico è con Berro
Wimbledon: Alcaraz batte Berrettini e accede ai quarti
Non è solo questione di colpi, di eleganza, di talento: qui è questione anche di comunicativa e di onestà intellettuale nei riguardi di un campione, come Berro, che qui a Wimbledon è cresciuto e sta lanciando un segnale di ripresa dopo la crisi affrontata a causa dei problemi noti.
Problemi fisici che lo hanno limitato fino a questo torneo che, nella sua carriera, costituisce un caposaldo: c’è un prima la finale di Wimbledon e un dopo, nel curriculum di Berrettini e se ne deve tener conto. Ieri sera, il match è stato combattuto, intenso, forse il più bello visto fino ad ora nel panorama della vasta offerta che questo evento offre.
Perché Berrettini è tornato
E’ stato quello decisamente più intenso ed equilibrato soprattutto nei primi due set, quando i due avversari si sono ritrovati a giocare su un punteggio pari, quando i colpi riuscivano ad entrambi e la tattica sì, ha deciso, ma non ha ucciso la fantasia di due giocatori distanti per stile di gioco ma entrambi assetati e vogliosi di dimostrare testa.
Berrettini in spaccata durante il match contro Alcaraz
Si è chiuso con 3-6, 6-3, 6-3, 6-3 questo match decisamente emozionante per i colori azzurri e gli estimatori del tennista romano. Berrettini esce agli ottavi, senza rammarico e senza rimpianti: ha giocato, e bene, contro un talento stellare, fuori da ogni standard.
L’applauso di Alcaraz
Quindi quel terzo tempo tennistico, tra Alcaraz e Berrettini – privo di una certa retorica – ha travolto il resto: il caloroso abbraccio e lo scambio di saluti tra i due tennisti e l’applauso. Quando Berrettini ha raccolto la sua sacca e in quel momento le telecamere hanno mostrato un volto segnato, inevitabilmente dalla delusione ecco che è scattato quel gesto, quell’elogio gratuito e spontaneo che ha trascinato anche il pubblico, soddisfatto da una sfida esemplare, bellissima e assoluta.
Il pubblico è con Berro
Un elogio a Berrettini nella sua Wimbledon, anche ai microfoni post partita dove aveva conquistato quella finale nel 2021 quasi impensabile all’epoca, eppure magnifica e esaltante.
Oggi la finale l’abbiamo seguita anticipatamente, nella notte londinese del 10 luglio. Non è andata come speravamo, nonostante ciò l’applauso più significativo se lo è aggiudicato Berrettini.