Non aveva mai fatto meglio degli ottavi di finale a Wimbledon, invece ora Karolina Pliskova affronterà in finale l’australiana numero 1 del mondo Ashleigh Barty. La ceca, numero 13 del ranking WTA ma ex numero 1, in una bellissima seconda semifinale del singolare femminile ha battuto col punteggio di 5-7 6-4 6-4 la bielorussa numero 4 delle classifiche WTA Aryna Sabalenka, che a sua volta non era mai andata oltre gli ottavi di finale in un torneo del grande Slam e che oggi, oltre alla sua potenza spesso fine a se stessa, ha dimostrato i suoi enormi limiti tattici e caratteriali: 18 ace e 38 punti vincenti contro, rispettivamente, 14 e 32, non le sono bastati. Per Pliskova è la seconda finale Slam dopo quella degli US Open 2016 persa da Angelique Kerber, mentre una ragazza ceca torna in finale sull’erba londinese sette anni dopo Petra Kvitova, che trionfò nel 2014.
Nel primo set le due tenniste tengono il servizio fino al dodicesimo game ma Sabalenka deve salvare ben otto palle break, due nel quinto game, due nel settimo e quattro nell’undicesimo, nel quale oltretutto recupera da 0-40, poi nel dodicesimo gioco la bielorussa ha un set point e Pliskova le consegna il parziale con un doppio fallo. Un solo break anche nel secondo set e addirittura una sola palla break che è fatale a Sabalenka, che dopo aver salvato tutte quelle del primo set deve cedere il servizio nel quinto gioco e lo perde anche nel primo game del terzo set non recuperandolo più e allora, dopo un’ora e 53 minuti, Pliskova può esultare per aver raggiunto la finale più importante della sua carriera.