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Wimbledon, Sinner rivela le sue potenzialità ma teme Djokovic sull’erba: "Che onore le Olimpiadi”

Le parole di Sinner durante la conferenza stampa alla vigilia dell'inizio di Wimbledon: dal suo percorso di crescita alle condizioni di Djokovic. Ecco cos'ha detto

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Matteo Morace

Matteo Morace

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Alla vigilia dell’esordio contro il quasi omonimo Yannick Hanfmann a Wimbledon, primo slam da numero uno del mondo, Jannik Sinner ha parlato in conferenza stampa spiegando a che punto del suo percorso di crescita sente di trovarsi, facendo un confronto con l‘edizione passata e ricordando le prime esperienze sui prati dei Championships. L’altoatesino ha parlato anche di come ha trovato Novak Djokovic durante l’allenamento e del motivo per cui desidera tanto andare alle Olimpiadi.

Sinner: “Questo non è il mio massimo”

In apertura di conferenza Sinner ha parlato del suo percorso di crescita, che – nonostante il raggiungimento della vetta del ranking – non è ancora terminato, anzi: “Sono a buon punto della mia crescita ma sono convinto al 100% che questo non è il mio massimo, anche perché, alla la mia, non si può aver già raggiunto il 100%. Speriamo di riuscirci a 28-29 anni, quando hai già fatto tanta esperienza, il corpo è maturato e svolto tanti allenamenti, secondo me a quel punto sarò al 100%. A mio parere abbiamo fatto un ottimo lavoro. Ora servo meglio, va tutto un po’ meglio. Abbiamo visto negli scorsi tornei gli esiti del nostro lavoro, speriamo vada bene anche qua”.

Cosa è cambiato in confronto alla passata edizione

Jannik ha spiegato anche in cosa si sente migliorato rispetto alla passata edizione di Wimbledon, quando raggiunse la semifinale: “Secondo me ho più fiducia, figlia del lavoro svolto e dei risultati raggiunti negli ultimi mesi, ma ribadisco, per me è importante sentirmi onorato di esser qua, è un torneo molto speciale e diverso dagli altri. Vedremo come andrà, la cosa fondamentale è essere contenti in campo e provare a giocare al meglio”.

Le parole di Sinner su Olimpiadi e primi ricordi di Wimbledon

Un pensiero al passato e uno al futuro per Sinner, che ha raccontato le sue prime esperienze a Wimbledon e spiegato perché desidera tanto partecipare alle Olimpiadi: “È onore ad andare alle Olimpiadi, ne sono felice e speriamo di disputare un torneo positivo. Adesso però siamo qui e stiamo cercando di essere preparati per lunedì. La prima volta che ho giocato a Wimbledon è stata in occasione delle qualificazioni a Roehampton, quando persi al primo turno contro Bolt, lo ricordo ancora. Ricordo anche di quando ho giocato sul campo 18 contro Fucsovics”.

Sinner n°1 a Wimbledon

Questo sarà anche il primo torneo dello slam da n°1 ATP – e il primo Wimbledon in assoluto con un italiano prima testa di serie – per Jannik, che ha spiegato cosa si prova: “È molto bello, ma tutti vogliono trionfare, mi fa capire il duro lavoro fatto negli scorsi mesi e anni e ci rende contenti, ma non ci accontentiamo mai. Continuiamo a lavorare e a spingere”

Sulle condizioni di Djokovic

In preparazione a Wimbledon, Sinner ha svolto una sessione di allenamento con Djokovic, che ha recuperato in tempi record dall’operazione al menisco: “Credo il ginocchio di Djokovic stia bene, ma dovete chiederlo a lui. Non so dire come si senta a livello fisico. Abbiamo palleggiato solo tre quarti d’ora, quindi è difficile comprendere quale sia il suo livello di gioco al momento. Rimane il fatto che si tratta di uno dei più grandi a giocare su erba. Allenarmi con lui è stato un grande privilegio, un onore”.

Cosa insegna la rivalità tra i Big3

È da poco uscito il documentario sugli ultimi 12 giorni di carriera di Roger Federer, nel quale si parla tanto della sua rivalità con Rafael Nadal e Djokovic, rivalità che ha insegnato tanto anche a Sinner: “Non ho ancora visto il documentario sugli ultimi giorni di Federer primi del ritiro. Non so come sia stato fatto ma credo di poter immaginare il contenuto. La lezione più preziosa della rivalità tra i Big3 a mio parere è come siano riusciti a migliorarsi come giocatori mentre si affrontavano tra loro. Credo che la rivalità aiuti la crescita di un tennista e aumenti il livello di tutti i contendenti. Federer, Nadal e Djokovic hanno raggiunto il 100% sotto ogni punto di vista. Questo è il mio sogno: arrivare a fine carriera avendo raggiunto il 100% delle mie possibilità fisiche e mentali e della qualità di tennis

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