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Wimbledon, Pennetta: “Sinner trascinatore, ma tutto è iniziato con Fognini”. Poi la rivelazione su Djokovic

Secondo Pennetta alla base del momento d'oro del movimento maschile italiano che ora in Sinner la propria punta di diamante ci sarebbe un successo di Fognini. Flavia svela anche le condizioni di Djokovic alla vigilia di Wimbledon

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Matteo Morace

Matteo Morace

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Alla vigilia di Wimbledon, la vincitrice dello US Open 2015 Flavia Pennetta – che si trova a Londra in veste di commentatrice di Sky Sport – ha rilasciato una lunga e interessante intervista a Tuttosport, in cui ha parlato del momento d’oro del movimento maschile italiano trainato da Jannik Sinner, che secondo lei ha avuto inizio con il successo nel 2019 a Montecarlo di suo marito Fabio Fognini, di Jasmine Paolini e delle sue impressioni sulle condizioni di Novak Djokovic dopo averlo osservato in allenamento.

Wimbledon è la tradizione

Sorto nel 1877, Wimbledon è il torneo di tennis più antico al mondo e, come ci spiega Pennetta, anche quello più legato alle proprie tradizioni, aspetti che lo rendono uno degli eventi sportivi più affascinanti dell’anno: “Wimbledon è la tradizione. È l’unico torneo in cui tutto è praticamente rimasto uguale. Hanno migliorato la facility, messo il tetto al centrale, ma il torneo è rimasto fedele a se stesso. Le regole sono le stesse e non possono essere infrante. Sono molto strutturati e maniacali, come si può osservare dalla gestione dei campi“.

Il tabellone di Sinner e la rivelazione sulle condizioni di Djokovic

Pennetta è poi passata a parlare del tabellone che aspetta Sinner al primo torneo dello slam da testa di serie n°1 e delle sue impressioni su Djokovic, testa di serie n°2 ma reduce dall’operazione al menisco effettuata a inizio giugno: “Jannik ha un tabellone complicato, molto più di quello di Djokovic, che però bisogna vedere come sta. Ho osservato qualche scambio in questi giorni e dalla parte del dritto non mi è sembrato a posto. E la fretta non aiuta mai. Ma Djokovic vive più che altro di scommesse adesso. Ha bisogno di fare scommesse con se stesso per essere motivato, questo gli permette di trovare la voglia di continuare”.

La crescita di Paolini

Protagonista di un’incredibile inizio di stagione con tanto di primo titolo “1000” e prima finale slam – senza contare i traguardi ottenuti in doppio -, Paolini è pronta ora a dire la sua anche a Wimbledon, soprattutto dopo la semifinale ottenuta a Eastbourne sull’erba, superficie dove ha disputato pochissime partite in carriera. Queste le parole di Pennetta su Jasmine: “Paolini è cresciuta enormemente, penso ora sia più convinta, credo abbia raggiunto la convinzione di poter stare con le migliori, di poter ottenere grandi successi. E le avversare iniziano a rispettarla e a temerla. Il doppio con Errani penso stia aiutando entrambe. Sara per ritornare, avere un po’ di energia, un po’ di leggerezza. Jasmine ha invece imparato molto da Sara, che è molto tattica, molto mentale. L’erba non è la miglior superficie per Jasmine, ma è in fiducia e lo ha dimostrato a Eastbourne

Sinner trascinatore, ma tutto ebbe inizio con Fognini

Pennetta ha anche parlato di Sinner, primo italiano a salire in vetta al ranking e trascinatore del movimento maschile italiano che sta vivendo uno dei suoi – se non “il” – periodi più floridi della sua storia, periodo che secondo Flavia sarebbe iniziato con l’importante trionfo di Fognini a Montecarlo nel 2019: “Tanti giocatori scendono in campo 3-0 sotto contro Sinner, sono consapevoli che per vincere devono giocare oltre le proprie possibilità. Anche prima era così, ma da fine dell’anno scorso ha avuto uno scatto che gli ha dato ulteriori certezze. Sono convinta che Jannik non sottovaluti mai qualunque avversario. È molto strutturato e ordinato, anche più di Alcaraz, che ha più soluzioni di gioco, ma per questo rischia di andare più facilmente in confusione. Del resto sono due ragazzi. Possono sfidarsi in cima al ranking per una decade. Guardare Sinner ti trascina, è inevitabile che gli altri ci credano sempre di più. Anche a livello femminile ci successe un po’ la stessa cosa quando finalmente entrai in top ten. Avevamo abbattuto un muro e non credo sia stato un caso che l’anno successivo Schiavone abbia trionfato il Roland Garros. Da quel momento in poi abbiamo conseguito risultati che nessuno prima avrebbe pensato. E credo che per gli uomini tutto abbia avuto inizio con Fognini quando vinse Montecarlo”.

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