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Ziliani: “Lukaku non sapeva, altrimenti mai all’Inter”

Polemico editoriale del giornalista sul Fatto Quotidiano

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Ziliani: “Lukaku non sapeva, altrimenti mai all’Inter” Fonte: 123RF

Il razzismo è un problema da sempre, nel calcio italiano, e Romelu Lukaku ha avuto solo il merito di riportarlo al centro dell’attenzione. Questo il pensiero di Paolo Ziliani, che nel suo editoriale sul Fatto Quotidiano ha evidenziato come l’episodio dei buu al centravanti dell’Inter non sia affatto un evento singolare in serie A, ma che al contrario sia la replica dello stesso Lukaku – che sui social network ha stigmatizzato ciò che gli è accaduto a Cagliari – la vera anomalia del sistema. La scoperta del razzismo nel calcio italiano, insomma, è stata tutta di Lukaku. “Lukaku non conosce il calcio italiano – scrive Ziliani – se gliel’avessero spiegato, forse all’Inter non sarebbe mai venuto”. Ziliani, infatti, ricorda la lunga serie di personaggi ed episodi che connotano la serie A come un campionato in cui il razzismo non è stato debellato. 

TAVECCHIO E LA JUVE. Dalle infelici dichiarazioni dell’ex presidente della Figc Tavecchio sui calciatori di colore (“Opti Pobà è venuto qua, che prima mangiava le banane, e adesso gioca titolare nella Lazio”) al “flirt”, come lo definisce il giornalista, che da sempre i club coltivano con i razzisti. Qui Ziliani prende ad esempio la Juventus, che nel 2015 presentò a Parigi, nella sede dell’Unesco, la relazione “Colour? What colour?” che affermava che “l’insulto collettivo basato sull’origine territoriale sia difficilmente sradicabile con l’applicazione di veti e sanzioni”, e che dunque “la decisione più saggia consiste forse nel tollerare, temporaneamente, queste forme tradizionali di insulto catartico”. 

GIORNALISTI E ARBITRI. E, ancora, il giornalista ricorda anche la “connivenza” dei calciatori con il razzismo: quando a Cagliari fu Kean a essere vittima dei buu, “Bonucci a fine match andò in tv a dire che metà della colpa era sua (di Kean, ndr)”. A favorire il clima razzista c’è poi l’atteggiamento di parte della stampa e quello degli arbitri, “che fingono sempre id non vedere e di non sentire”. Ricordando come l’arbitro Gavillucci, tra i pochi ad aver sospeso una gara per cori razzisti (Samp-Napoli del 13 maggio 2018), sia stato messo alla porta. “Il razzismo siamo noi – conclude Ziliani – Lukaku, salvaci tu!”.    

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