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Zola, perché ha incontrato e perdonato l'uomo che tentò di rapirlo

L'incontro con Fabrizio Maiello, a 30 anni di distanza, e il perdono di Magic Box, che ha chiuso con un sorriso una storia che sconvolse Parma e il calcio italiano

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Pietro De Conciliis

Pietro De Conciliis

Giornalista

Giornalista pubblicista e speaker radiofonico, per Virgilio Sport si occupa di calcio con uno sguardo attento e competente sui campionati di Serie B e Serie C

Gianfranco Zola, oggi vicepresidente vicario della Lega Pro, è tornato a parlare di un episodio che lo vide tristemente protagonista nel 1994, quando fu vittima di un tentato rapimento da parte di Fabrizio Maiello, latitante intenzionato a chiedere un ricco riscatto al Parma Calcio. A 30 anni di distanza, l’incontro tra le parti e il perdono di Magic Box, che ha raccontato tutto al Corriere della Sera.

Rapimento Zola, cosa successe nel 1994

“Ero in giro con mia moglie, a Parma”, racconta Gianfranco Zola, ripercorrendo quel giorno del 1994. Un semplice viaggio in macchina, reso ambiguo dal pedinamento di un’auto, fino ad una stazione di servizio. Magic Box si ferma a fare rifornimento e nota la stessa automobile alle sue spalle. “Ho pensato volessero chiedermi un autografo e fossero titubanti, indecisi. Fabrizio Maiello è venuto verso di me, poi si è fermato e ha tirato fuori la sua carta d’identità, che gli ho firmato. Solo dopo ho saputo che stessero progettando da tempo il sequestro”.

Una storia che ha dell’incredibile, considerando che il Maiello aveva con sé una pistola, ben nascosta sul retro del jeans, coperta dal giubbotto. “Non mi sono accorto di nulla”, ribadisce Zola 30 anni dopo, “ho appreso tutto dai giornali, anni dopo, quando Fabrizio è stato arrestato”.

L’incontro Zola-Maiello 30 anni dopo

Dal 1994 al 2024. Domenica scorsa, l’incontro che non ti aspetti. Gianfranco Zola accetta di incontrare Fabrizio Maiello, colui che stava per rapirlo, mentre era a bordo della sua auto in compagnia della moglie. Un sequestro che avrebbe mandato in tilt il Parma e il sistema politico italiano, che sarebbe dovuto intervenire in tandem con i vertici del calcio, nei primissimi anni della seconda Repubblica.

“Volevo sentire la sua genuinità”, rivela Zola al Corriere, a margine della stretta di mano con Fabrizio. Un “summit” nel cortile della casa-famiglia Emmaus, vicino all’aeroporto di Elmas, poco prima del fischio d’inizio di Cagliari-Bologna, vinta 2-1 dai ragazzi di Claudio Ranieri. “Inizialmente è stato strano, c’era un po’ di imbarazzo”, ammette l’ex Chelsea.

Lui ha pianto per tutto il tempo, ma alla fine ci abbiamo scherzato su.

Un anno da vicepresidente della Lega Pro: cosa è cambiato

Il prossimo 9 febbraio, Gianfranco Zola chiuderà il suo primo anno da vicepresidente della Lega Pro, nonché braccio destro di Matteo Marani, numero uno del terzo campionato professionistico italiano. “Ho portato le mie idee e la mia esperienza, il bilancio finora è positivo”, conferma Magic Box. “L’affluenza negli stadi è aumentata del 40% rispetto alla scorsa stagione, l’interesse generale sta crescendo”.

Sul futuro, infine, aggiunge: “Stiamo lavorando per incentivare i club ad investire di più sui giovani. Bisogna programmare sul lungo periodo, non sul successo immediato, per avere una solidità più duratura. A breve proporremo nuove regole per il prossimo anno”.

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