Il calcio italiano è in lutto per la scomparsa di Claudio Garella. L’ex portiere, tra le altre, di Sampdoria, Verona e Napoli è scomparso nella sua Torino all’età di 67 anni.
Claudio Garella è morto a 67 anni
Secondo le prime informazioni, Garella è deceduto a causa di problematiche cardiache seguite a un intervento chirurgico. Nato nel 1955, Garella è stato uno dei portieri più popolari durante gli anni ’80, decennio nel quale è riuscito nell’impresa di vincere due scudetti nell’arco di tre anni con Verona e Napoli, nel 1985 e nel 1987, due squadre che mai prima di allora avevano conquistato il tricolore.
Garella e quello stile inconfondibile: il marchio sullo scudetto del Verona
Prodotto del settore giovanile del Torino, Garella è passato alla storia anche per il suo stile di gioco particolarmente estemporaneo e in un certo senso moderno, risultando molto abile nel gioco con i piedi: niente costruzione dal basso, però, in un’epoca in cui i portieri potevano ancora raccogliere il pallone con le mani dai retropassaggi, bensì vere e proprie parate con le gambe e i piedi piuttosto che con le mani, con risultati quasi sempre lusinghieri. Il suo contributo agli scudetti del Verona, dove era arrivato nel 1982 conquistando subito la promozione in Serie A, e del Napoli è stato infatti determinante, in particolare nella storica gara all’Olimpico dell’ottobre 1984 con l’Hellas contro la Roma o nell’altrettanto celebre parata su Mark Hateley, centravanti del Milan, nel match di San Siro dell’aprile ’85, poche settimane prima del trionfo tricolore del Verona decretato dall’1-1 in casa dell’Atalanta.
Il Verona ha ricordato così Garella con una nota sul sito ufficiale: “Autentico simbolo del primo Verona guidato da Osvaldo Bagnoli, Garella ha vestito i colori gialloblù dal 1981 al 1985, difendendo la porta dell’Hellas in tutta la trionfale cavalcata iniziata dalla vittoria della Serie B 1981/82, proseguita con la qualificazione in Coppa UEFA nel 1982/83 e culminata con la vittoria dello Scudetto nel 1984/85, di cui Claudio fu indiscusso protagonista.
I suoi numeri resteranno straordinari e irripetibili: appena 143 gol subìti in 157 presenze, 4 delle quali nella Coppa UEFA 1983/84 e altre 4 nelle doppie sfide di Finale di Coppa Italia raggiunta dal Verona 1982/83 e 1983/84.
Ma ciò che resterà per sempre nella mente di chi lo ha visto giocare e nell’immaginario di chi solo successivamente ne ha conosciuto – per ragioni anagrafiche – le gesta sportive, è lo stile assolutamente unico di difesa della propria porta, con parate atipiche e al tempo stesso efficacissime. Uno stile che gli è valso il soprannome di ‘Garellik’. Un vero e proprio idolo per una generazione di tifosi veronesi e, più in generale, per tutti gli appassionati del calcio italiano.
Il Presidente Setti e tutto il Club si stringono attorno alla famiglia in questo momento di lutto”.
Garella, l’avventura nel Napoli di Maradona: il trionfo e il brusco divorzio
Garella lasciò il Verona proprio dopo quell’impresa per accettare la proposta del Napoli: al termine della seconda stagione in maglia azzurra, in una squadra che poteva contare su Diego Armando Maradona, ma anche su campioni come Bruno Giordano e un giovanissimo Ciro Ferrara, arrivò un altro, inatteso scudetto, insieme alla Coppa Italia, ma l’esperienza in Campania si concluse amaramente al termine del campionato ’87-88, che vide il Napoli rimontato in extremis dal Milan di Arrigo Sacchi e degli olandesi dopo lo scontro diretto vinto dai rossoneri per 3-2 al San Paolo il 1° maggio 1988.
Garella fu tra i “rivoltosi” dello spogliatoio contro l’allenatore Ottavio Bianchi, venendo ceduto in Serie B all’Udinese in Serie B. Chiusa la carriera ad Avellino nel 1991, Garella è rimasto nel calcio per qualche stagione come allenatore dei portieri di formazioni dilettantistiche piemontesi.
Questo il ricordo del Napoli sul proprio sito ufficiale: “Soprannominato “Garellik”, per il suo stile unico e inconfondibile, Claudio Garella vinse 2 scudetti in due squadre che in precedenza non l’avevano mai conquistato: il Verona nel 1985 e il Napoli due anni dopo. Un primato che definisce i contorni non solo sportivi ma anche umani, emotivi e professionali di un portiere che resterà sempre nella leggenda azzurra. Il Presidente Aurelio De Laurentiis, i dirigenti, lo staff tecnico, la squadra e tutta la SSC Napoli esprimono profondo cordoglio per la scomparsa di un indimenticabile protagonista della nostra storia”.
Di carattere sempre disponibile e aperto allo scherzo, in campo e fuori, Garella ha “tradito” gli appassionati di calcio a poche ore dal via della Serie A, che nella prima giornata vedrà beffardamente in programma proprio Verona-Napoli: il doppio ex verrà ricordato a Ferragosto al Bentegodi.