Si chiama Marco Sguaitzer e chi ama il calcio ricorda il suo nome. Sabato 2 marzo si è spento a neanche 60 anni, dopo aver lottato senza riserve contro la Sla. Questa malattia che attraversa il calcio e il mondo dello sport, in generale, segnando la vita di ex atleti e delle loro famiglie decidendo l’epilogo delle loro esistenze. Sguaitzer, ex calciatore del Mantova, aveva deciso di non piegarsi e di affidare alla parola la sua storia di resistenza umana contro la malattia.
Era stato un apprezzato giocatore, con una carriera promettente stroncata purtroppo da alcuni infortuni che gli avevano impedito di proseguire la carriera ad alto livello dopo aver raggiunto, negli anni ’70, dalle giovanili, la soglia della prima squadra del Mantova, allora in Serie C.
A fine 2008, gli fu diagnosticata la Sla ma Sguaitzer non si abbandonò alla malattia, mai. Fondò una onlus (la Marco S.-No alla Sla, http://noallasla.it/ con cui raccogliere fondi per la ricerca), ha scritto un libro e fino a quando le sue condizioni di salute glielo hanno concesso ha svolto un’attività incredibile di divulgazione testimoniata anche dai suoi profili social.
Il sito del Mantova calcio lo saluta con un ‘ciao’ e un brano tratto dal suo libro, ma non si tratta dell’unico tributo alla sua lotta. Mattia Palazzi, sindaco della città, sul suo profilo Facebook, gli scrive: “Ciao campione, non smettere di sorridere, nemmeno lassù”.
I tifosi del Mantova, dopo la partita con il Legnago, hanno raggiunto la camera ardente e hanno srotolato uno striscione bianco su cui hanno scritto: “Rip Guerriero”, salutando poi il loro bomber come allo stadio. Con “Uno di noi”.
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