Per Alessia Orro l’incubo sembrava essersi esaurito con quanto accaduto due anni fa, quando il 55enne che la perseguitava e la ossessionava fu arrestato una prima volta con l’accusa di stalking.
Invece il suo persecutore è stato di nuovo sottoposto ad arresto, due nani dopo, da parte dei carabinieri della Compagnia di Monza, che hanno colto in flagranza di reato quell’uomo originario del Novarese che aveva iniziato a rivolgere attenzioni non richieste, morbose e reiterate alla campionessa di volley oggi al Vero Monza e allora al Busto Arsizio.
Allora l’uomo fu riconosciuto colpevole di aver vessato con atti persecutori Alessia Orro, dal 2017 al 2020 a Busto Arsizio con la UYBA. L’uomo era già stato posto ai domiciliari nel 2019 per lo stesso tipo di reati.
- La denuncia di Alessia Orro
- Il comunicato del Vero Volley e il nome di Alessia Orro
- Il post della campionessa su Instagram
- Le parole di Alessia Orro dopo il primo arresto
La denuncia di Alessia Orro
Le indagini sono state avviate dopo che la vittima, pallavolista della nazionale italiana volley, ha sporto denuncia dai carabinieri raccontando di essere costantemente perseguitata dall’uomo con messaggi sui social e appostamenti durante le gare in calendario con la Vero Volley, sua attuale squadra.
Una denuncia che ha messo in atto una serie di attività da parte delle forze dell’ordine, che hanno condotto all’arresto dell’uomo quando lo scorso pomeriggio è stata localizzata l’auto del 55enne a Villasanta, in Brianza.
Nei suoi confronti, la Procura della Repubblica di Monza ha disposto la traduzione in carcere in attesa dell’udienza di convalida. Questa ricostruzione, diffusa attraverso un comunicato dei carabinieri, è stata poi confermata stamani da una nota ufficiale della società che ha svelato l’identità della propria tesserata, Alessia Orro, in accordo con la campionessa e anche per sensibilizzare su un tema delicatissimo.
Il comunicato del Vero Volley e il nome di Alessia Orro
Ciò quanto il club brianzolo ha deciso di rendere pubblico, per sostenere il diritto di Alessia a esercitare liberamente la propria professione e ad essere rispettata nelle proprie scelte:
“Questa mattina il comando dei Carabinieri di Monza ha diffuso questo comunicato stampa:
“I militari della compagnia di Monza hanno arrestato in flagranza di reato per atti persecutori un cinquantacinquenne originario del novarese. Le indagini sono state avviate dopo che la vittima, una pallavolista di serie A e della nazionale italiana di volley, ha sporto denuncia dai Carabinieri raccontando di essere costantemente perseguitata dall’uomo con messaggi sui social network e appostamenti durante le gare. I militari hanno immediatamente disposto un sistema di controllo e vigilanza a tutela della vittima che ha consentito, mercoledì scorso, di localizzare l’autovettura dell’uomo a Villasanta, mediante i sistemi di lettura targhe del Comune. La Centrale Operativa della Compagnia, pertanto, ha allertato le pattuglie in circuito che lo rintracciavano poco dopo, presso il Palazzetto dello Sport “Arena di Monza”, mentre attendeva l’arrivo della giovane per l’inizio degli allenamenti. Bloccato, non ha opposto resistenza. Nei suoi confronti la Procura della Repubblica di Monza ha disposto la traduzione in carcere in attesa dell’udienza di convalida”.
L’atleta di Serie A e della Nazionale italiana di volley in questione è una nostra atleta, Alessia Orro, che già in passato aveva dovuto vivere e sopportare questa incresciosa situazione. Come Consorzio Vero Volley da sempre ci opponiamo a qualunque forma di violenza e siamo orgogliosi di aver collaborato in maniera sempre discreta con i Carabinieri e non possiamo che ringraziarli di quanto fatto per la nostra giocatrice.
Ma, ancora di più, siamo orgogliosi di Alessia, che ancora una volta ha dimostrato la sua personalità e tutto il suo valore anche come persona denunciando la situazione e affidandosi tempestivamente ai Carabinieri per la sua tutela e la soluzione del caso. Siamo convinti che il suo esempio sarà di insegnamento per tutte e verrà seguito da tante tra le persone che, purtroppo, ancora oggi si sentono minacciate o subiscono violenze, di qualunque genere queste siano”.
Il post della campionessa su Instagram
Dopo quanto reso pubblico, anche Alessia ha deciso di rompere il silenzio e di usare proprio i social per esprimere le proprie emozioni, a ridosso di questo drammatico episodio:
“Ciao a tutti,
Mi sento in dovere come atleta e personaggio pubblico di condividere con voi quello che ormai piano piano sta uscendo ovunque.. Vorrei dare l’esempio non solo dentro il campo, ma anche e sopratutto fuori, aiutare tutte le persone che hanno o stanno passando questo momento difficile come è successo a me in passato e in questo ultimo periodo..
Ragazzi e ragazze non abbiate paura di denunciare, la violenza, in qualsiasi forma essa sia, non va assolutamente sottovalutata.
Siate coraggiosi, perché io in prima persona so benissimo quanto possa essere difficile, sopratutto quando ti rendi conto che il passato potrebbe tornare nel presente, ma vi posso assicurare che sarebbe ancora più difficile affrontarlo da soli!
Vorrei ringraziare innanzitutto i carabinieri che mi hanno protetta in questo cammino, rendendosi sempre disponibili in ogni occasione.
Un ringraziamento speciale va anche alla mia società, Vero volley Monza, che mi ha sostenuta e aiutata ad affrontare questo brutto episodio, tutelandomi in ogni situazione.
I ringraziamenti non finiscono qui, e questi sono i più importanti di tutti, grazie davvero a tutte le persone che mi sono state accanto ultimamente, cercando di rendermi le giornate migliori e strappandomi qualche volta anche un sorriso, senza di voi sarebbe stato tutto più difficile.
È stato Doloroso riaprire una vecchia ferita, ma sono estremamente felice che tutto questo per ora sia finito. Grazie per sostenermi sempre.
Un abbraccio, Ale”.
Le parole di Alessia Orro dopo il primo arresto
Quando il suo stalker fu arrestato la prima volta, per la campionessa sarda come raccontò lei stessa a Varese News la sua individuazione (e relativo fermo) fu un sollievo.
“In questi mesi non mi sono mai sentita sola: compagne e società ci sono sempre stati. Ai primi messaggi non ho dato tanto peso, poi quando sono incominciate le minacce ho capito che non fosse un tifoso normale e ho iniziato anche a spaventarmi. Ho scoperto che la cosa migliore da fare è chiedere aiuto, non chiudersi in sé stessi. So che ci sono tante donne che si sono trovate o si trovano tuttora nella mia stessa situazione, so che può essere difficile, che alle volte non si dà peso ai segnali, ma bisogna trovare il coraggio di reagire. Non potrò mai ringraziare abbastanza la società per il sostegno che mi ha dato. Quando veniva agli allenamenti lo controllavano, e alla fine mi riaccompagnavano a casa, mi sono sentita sempre protetta. Nei rari momenti in cui non mi allenavo o non ero con il mio fidanzato però la paura di fondo riaffiorava, e per questo credo sia importante cercare soluzioni per evitare che vicende del genere abbiano luogo ancora. Questo non cambia però il rapporto che ho con Busto e i suoi tifosi, con i quali ho stretto un forte legame. Certo è che ci penserò 10 volte a rispondere sui social a qualcuno che non conosco”, diceva la campionessa di volley.
Oggi è ancora una volta al centro di atti stigmatizzabili e censurabili da parte di un soggetto che è stato fermato dalle forze dell’ordine e dal coraggio di Alessia di non cedere. Di rivolgersi, ancora una volta, ai carabinieri.