Alex Schwazer per la giustizia sportiva rimane squalificato fino al 2024, cosa che precluderebbe al marciatore il sogno a cinque cerchi e i Giochi di Tokyo, nonostante l’ultima sentenza del tribunale di Bolzano che lo assolve dalle nuove accuse di doping (nel 2012 ammise e confessò il ricorso al doping).
La sentenza cambia tutto e ora ci si deve appellare agli organismi sportivi più alti come ha spiegato all’AGI il suo avvocato, Gerhard Brandstaetter, che lo segue dal 2012.
“Se vogliamo guardare alla partecipazione di Alex alle Olimpiadi di Tokyo, bisognerà fare molto presto istanza al Comitato Olimpico Internazionale che è ente supremo così potrà verificare tutta questa incredibile situazione” – ha spiegato, per poi aggiungere – “In questi giorni stiamo valutando la strada da percorrere, presenteremo ancora istanza alla Corte federale svizzera e anche alla Corte Europea per i Diritti dell’Uomo dove, però, i tempi si prospettano lunghi”.
Ecco perché prima si vuole tentare la carta del CIO per dare una speranza all’ex oro nella 50 km di marcia a Pechino 2008. Proprio il marciatore ha comunque più volte ribadito di non vivere la possibilità di tornare alle gare come una ossessione.
Il suo scopo – e come dargli torto – era quello di far chiarezza su una vicenda a dir poco torbida nel tentativo di ripulire il suo nome. Proprio oggi, 23 febbraio, in un’intervista a “Corriere della sera”, spiega: “Mi piacerebbe tornare a fare l’atleta perché ho ancora l’età per farlo, tra cinque anni sarà tardi. Lo sport è importante per me e se potrò tornare in pista ce la metterò tutta, ma non è più la mia vita: ora ho i miei bambini, una moglie, il lavoro”.
Le gare di marcia ai Giochi di Tokyo non si terranno lì ma a Sapporo dove le condizioni atmosferiche dovrebbero essere più miti. Schwazer ha 36 anni quindi l’Olimpiade nipponica potrebbe essere davvero il suo ultimo treno.