Meglio non mettersi contro Ben Ainslie: il baronetto è un’istituzione in terra britannica, non soltanto in campo velico, e se vuole sa essere un cagnaccio mica da ridere. Tanto che Jim Ratcliffe, il patron in Ineos, quando ha deciso di estrometterlo dalla campagna di America’s Cup 2027 forse non ha fatto bene i conti con l’oste: Ainslie infatti, attraverso il suo consorzio Athena Racing, è ufficialmente il Challenge of Record della prossima edizione, di fatto togliendo a Ineos Britannia il privilegio di poter concordare le regole della competizione con i detentori della vecchia brocca.
- La decisione dello yacht club di Cowes è a favore di Ainslie
- Ratcliffe pronto alla battaglia, ma ai neozelandesi poco importa
- Luna Rossa rischia di ritrovarsi un avversario (forte) in più
La decisione dello yacht club di Cowes è a favore di Ainslie
Per Ratcliffe è uno smacco clamoroso: ha in pochi mesi s’è ritrovato dall’accarezzare il sogno di riportare la old mug in Gran Bretagna (dove manca da 174 anni) e poi anche a perdere (ma per sua scelta) l’uomo che più di tutti si era adoperato per consentire all’imbarcazione britannica di tornare a giocarsi la coppa.
Di più: adesso se lo ritroverà giocoforza da avversario, perché è impensabile che Ainslie se ne starà con le mani in mano dopo che il Royal Yacht Squadron di Cowes, località portuale dell’Isola di Wight che ha accompagnato le recenti avventure di Ineos Britannia in America’s Cup, ha deciso di stare dalla parte di Athena Racing, cioè del consorzio creato da Ainslie (e al quale s’era collegato Ratcliffe, unendo le forze per provare a riportare la vecchia brocca in Europa).
Di fatto il club velico ha deciso da che parte stare, cioè da quella della leggenda della vela britannica, “scaricando” Ratcliffe che adesso sarà costretto a trovarsi un nuovo club per partecipare alla competizione (ma non sarà quello un problema: c’è la fila per accaparrarsi i suoi soldi) pur non potendo però presentarsi come lo sfidante ufficiale di New Zealand.
Ratcliffe pronto alla battaglia, ma ai neozelandesi poco importa
Proprio i neozelandesi hanno fatto capire di non voler essere coinvolti nella battaglia tra Ineos e il suo vecchio timoniere Ainslie. Il comunicato del Royal New Zealand Yacht Squadron di Auckland, il club al quale è affiliato il Team Emirates detentore della coppa, s’è limitato a ribadire di essere contento che il Challenge of Record resterà il RYS dell’Isola di Wight, quello che nel 1851 diede origine alla competizione, e di essere oltremodo contento della scelta di Athena Racing come consorzio di riferimento.
La sfida ingaggiata da Ainslie per il momento lo vede uscire vincitore dal primo round: Ratcliffe certamente continuerà a dare battaglia, ritenendo di essere lui il vero Challenge of Record, dal momento che quando si è andati a parlare con i neozelandesi subito dopo la fine della 37esima edizione dell’America’s Cup sia Ainslie che il RYS erano legati a Ineos Britannia. Probabile che si possa assistere a una coda legale, con Ineos pronta a rivendicare i propri diritti per ricondurre il club dell’Isola di Wight a più miti consigli.
Luna Rossa rischia di ritrovarsi un avversario (forte) in più
Luna Rossa, così come gli altri consorzi pronti a rilanciare la sfida, per il momento restano a guardare, ma con l’aria di chi sa che potrebbero non arrivare buone notizie. Intanto perché la decisione di considerare Athena Racing come sfidante ufficiale imporrà giocoforza ad Ainslie di individuare un nuovo partner economico forte per partecipare alla competizione, eventualità che in un primo momento sembrava venir meno dopo il licenziamento da parte di Ineos.
Difficile che ora il baronetto resti a guardare, perché l’investitura a Challenge of Record lo spingerà a costruire (seppur in poco tempo) una nuova campagna, andando così ad aumentare la schiera dei pretendenti alla Louis Vuitton Cup che già dovrebbe comprendere Luna Rossa, American Magic, Orient Express, Alinghi e Artemis, quest’ultima imbarcazione svedese pronta al rientro (e ci sarebbe anche un team spagnolo interessato).
Si profilano insomma 7 consorzi, più New Zealand che potrebbe partecipare a tutte le competizioni preliminari, come già fatto nell’ultima edizione. Per Prada Pirelli, pronta a schierarsi con i giovani Marco Gradoni e Ruggero Tita al timone, non la migliore delle notizie.