È finita la pacchia per Ineos Britannia: la prima giornata della 37esima edizione dell’America’s Cup sorride nettamente a Emirates Team New Zealand, che domina entrambe le regate mettendo già un bel tassello in ottica di una pronta riconferma. Una prova sontuosa della barca neozelandese, che vince il primo match race (nel quale Ineos accusa 41 secondi di ritardo) e si riconferma anche nel secondo, dove però c’è stato almeno più da battagliare, con i britannici capaci anche di mettere la prua davanti, ma implacabilmente sorpassati nei lati di bolina. Il tutto dopo che il via del primo match race è stato più volte posticipato a causa del vento troppo leggero che soffiava sul campo di regata, condizione che ha favorito certamente i neozelandesi. Ineos peraltro ha lamentato problemi a una batteria poco prima della partenza, di fatto mostrando un po’ di mancanza di affidabilità .
- Prima regata senza storia: monologo Emirates
- Ineos ci prova, ma i Kiwi ne hanno di più
- Luna Rossa si consola con la coppa femminile
Prima regata senza storia: monologo Emirates
Il poco vento che ha soffiato a Barcellona ha costretto nuovamente gli organizzatori a fare i salti mortali, con il primo match race che è andato in scena con un’ora di ritardo. Un problema però per Ineos, condizionata dal malfunzionamento di alcuni sensori e costretta subito a inseguire la barca neozelandese, che approfittando anche di raffiche improvvise ha potuto prendere il largo con relativa facilità .
Di fatto la prima regata è stata davvero a senso unico: subito 200 i metri guadagnati da Emirates nel lato di bolina, con Ineos che a poppa limita i danni, ma senza riuscire mai a riportarsi sotto. I sei lati del percorso vengono coperti senza troppe difficoltà dal defender che chiude con 41 secondi e mette subito pressione all’equipaggio rivale, che aveva perso anche la regata inaugurale della finale di Louis Vuitton Cup contro Luna Rossa.
Ineos ci prova, ma i Kiwi ne hanno di più
La seconda si apre con i britannici decisamente più aggressivi, tanto da obbligare i Kiwi a virare immediatamente dopo la partenza (anche una protesta non accolta da parte dei neozelandesi, evidentemente sorpresi dalla manovra avversaria). Si va avanti a colpi di virate, con il lato di bolina che favorisce ancora una volta Emirates, che passa a condurre dopo il terzo incrocio e gira al primo gate con 11 secondi di vantaggio.
Di poppa però Ineos dimostra di avere qualcosa in più: si riavvicina pericolosamente e arriva davvero a un passo dal controsorpasso, approfittando anche di qualche piccola sbavatura neozelandese. Ma quando si torna di bolina è ancora una volta una mattanza: al netto di un paio di errori grossolani in strambata (clamorosa quella al quarto cancello), Emirates riesce a mantenersi sempre a debita distanza, chiudendo con 27 secondi di vantaggio e facendo capire a Ben Ainslie e a tutto il team britannico che servirà qualcosa di veramente grosso per ribaltare l’inerzia di una serie altrimenti già segnata.
Luna Rossa si consola con la coppa femminile
Domani si torna in acqua per le regate numero 3 e 4, che se dovessero ancora sorridere ai Kiwi di fatto renderebbero la competizione assai meno coinvolgente rispetto alle precedenti. Chissà allora cosa avrebbe fatto Luna Rossa contro questa versione di Emirates: in condizioni di vento debole la barca italiana è sempre stata competitiva, ma la sensazione è che il defender sia fuori portata per chiunque.
Luna Rossa che intanto può consolarsi al pensiero che, dopo aver vinto la UniCredi Youth America’s Cup con quelli che saranno i timonieri del futuro (Marco Gradoni e Gianluigi Ugolini, oltre a Ruggero Tita), s’è presa anche la Puig Women’s America’s Cup, la prima edizione della coppa dedicata a equipaggi femminili. Le ragazze del consorzio italiano hanno battuto nel match race finale le britanniche di Athena Pathway, cioè la versione femminile di Ineos Britannia, prevalendo in una regata che hanno sempre condotto, pur se con qualche brivido nel finale.