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Ana Maria Vitelaru, campionessa di handbike e Obiettivo3 non può salire in treno: in sciopero la società dei montacarichi

L'atleta che ha abbracciato il progetto di Alex Zanardi ha raccontato quanto accaduto durante lo sciopero e lo stato di necessità in un tempo dove si verificano ancora discriminazioni

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Elisabetta D'Onofrio

Elisabetta D'Onofrio

Giornalista e content creator

Giornalista professionista dal 2007, scrive per curiosità personale e necessità: soprattutto di calcio, di sport e dei suoi protagonisti, concedendosi innocenti evasioni nell'ambito della creazione di format. Un tempo ala destra, oggi si sente a suo agio nel ruolo di libero. Cura una classifica riservata dei migliori 5 calciatori di sempre.

Succede che in una giornata costellata da importanti impatti sugli spostamenti, si debba ancora registrare un grave disservizio ai danni della campionessa paralimpica Ana Maria Vitelaru, 40enne atleta di Obiettivo3 e stella della handbike azzurra. Ana Maria non ha potuto prendere il treno in partenza dalla stazione Mediopadana, direzione Milano, perché il servizio per aiutare i disabili nella salita e nella discesa era in sciopero.

Una disuguaglianza dolorosa e sintomatica di come manchi un’attenzione dovuta alle necessità, alle urgenze di quanti potrebbero trovarsi nella condizione di Ana Maria: doversi spostare per un impegno, sportivo nel suo caso, e non poter esercitare un proprio, legittimo diritto.

Il caso di Ana Maria Vitelaru

“Però per i normodotati il viaggio era garantito”, l’amara constatazione affidata al Resto del Carlino di Reggio Emilia, da parte di Ana Maria Vitelaru, 40enne atleta paralimpica della Nazionale italiana e campionessa di handbike, romena d’origine ma reggiana d’adozione, città dove vive e lavora da circa 15 anni presso una nota azienda tessile.

In questa intervista di denuncia, successiva a quel che è accaduto, l’azzurra ha ricostruito la vicenda della quale si è ritrovata involontaria protagonista: “Venerdì ero attesa a Milano al ’Giro d’Onore’ (un evento di gala nel quale si consegnano gli ’oscar del ciclismo‘, ndr). Giovedì ho prenotato il biglietto per un Frecciarossa che partiva dalla stazione alta velocità di Reggio, chiamando l’apposito numero per disabili necessario ad attivare il servizio di montacarichi per salire e scendere dal treno. Poi mi hanno richiamata…”.

Il suo appello è a una maggiore inclusività e attenzione a quanti, come lei, godono di diritti troppo spesso rimasti privi di un adeguamento reale e applicativo: questa sgradevole circostanza ha avuto il suo epilogo, perché un amico disponibile ha consentito a Ana Maria di poter giungere a Milano in auto. Vitelaru ha trovato un passaggio e annullato il biglietto ferroviario ma approfitta di questa disavventura per lanciare un messaggio:

“Credo sia doveroso segnalare questi episodi per fare in modo che non si ripetano. Purtroppo viaggiare senza auto per un disabile in Italia è ancora un’impresa anche a causa delle barriere architettoniche, non come a Londra dove ogni singolo autobus ha la pedana e puoi essere autonomo. Tutti dovrebbero fare uno sforzo in più nei piccoli e grandi centri”, ha raccontato in uno sfogo al Corriere della Sera.

La campionessa non pone al centro il diritto di sciopero dei lavoratori, ma la gestione da parte dell’azienda alla luce della sua esperienza diretta: “Credo sia stata una svista grave in un mondo in cui si va verso una sempre maggiore inclusività. Trenitalia può appaltare a chi vuole il servizio dedicato ai disabili ma per quel giorno specifico deve essere in grado di garantirlo in qualche modo. Se fosse stato uno sciopero generale dei trasporti allora tutti i viaggiatori sarebbero stati nelle medesime difficoltà ma in questo modo il servizio era garantito per chiunque tranne che per i disabili. Non è giusto”.

La nascita di una campionessa

Ana Maria Vitelaru è ricorsa alla sua popolarità per rendere di dominio pubblico quanto accaduto a lei, nella piena consapevolezza che altri potrebbero non godere della medesima visibilità derivante dalla sua notorietà di atleta.

Un ruolo che Ana Maria usa anche per consentire di accendere ancora una volta l’attenzione dei media sui diritti, violati, dei disabili per sottolineare quanto sia ancora complicato peer chi si muove su una sedia a rotelle godere anche solo di una semplice passeggiata o accedere agli esercizi commerciali, senza gli adeguati supporti come, per citare un esempio semplice ma efficace, una pedana.

Vitelaru si è prestata anche a partecipare a trasmissione televisive, su tutte Che tempo che Fa, quando nel 2021 a un anno dall’incidente di Alex Zanardi, uscì il docufilm “La grande staffetta” a cui hanno preso parte gli atleti paralimpici di handbike Ana Maria Vitelaru e Diego Gastaldi.

Chi è Ana Maria Vitelaru

Classe 1983, Vitelaru è nata in Romania prima di trasferirsi in Italia appena diciassettenne dopo un incidente avvenuto in una stazione ferroviaria in Romania che ha costretto i medici che l’hanno soccorsa a procedere a una doppia amputazione e a diversi interventi chirurgici, alcuni dei quali effettuati nel nostro paese.

Adolescente, mentre si trovava in una stazione in attesa del treno, è scivolata sui binari proprio durante il passaggio di un convoglio che non l’ha uccisa, ma deciso la perdita di entrambi gli arti inferiori.

Sposata e residente da più di 15 anni alle porte di Reggio Emilia, lavora nell’industria tessile. An se quest’ultima attività non le ha impedito di praticare ciclismo a livello agonistico e di entrare nella squadra di Obiettivo3, progetto voluto da Alex Zanardi.

Appassionata di trekking in montagna, per quasi un decennio ha giocato ad alti livelli a basket in carrozzina, facendo parte anche della nazionale italiana femminile dal 2004 al 2009.

Proprio con il team di Obiettivo3, ha incominciato ad allenarsi e ha raggiunto in breve tempo la Nazionale. Nel 2018 ottiene il terzo posto sia nella prova a cronometro che nella gara in linea ai campionati del mondo di paraciclismo a Ostenda in Belgio e il primo posto nella prova a cronometro ai campionati del mondo italiani a Francavilla al Mare. Poi, è un crescendo: nel 2019, si aggiudica il primo posto nella prova a cronometro e nella gara in linea ai campionati del mondo di Corridonia, due anni dopo nel 2021 partecipa con la maglia azzurra alle Paralimpiadi di Tokyo, dopo aver ottenuto il primo posto anche nel campionato italiano.

Nel 2022 vince una medaglia d’argento e una di bronzo al campionato mondiale in Canada. Solo nel 2023, Vitelaru ha vinto i Campionati Europei Paralimpici in linea wh5, Campionati Italiani Paralimpici in linea Wh5, i Campionati Italiani Paralimpici crono Wh5, 4° MEMORIAL VALTER CORRADIN strada e anche la crono.

Ana Maria Vitelaru, campionessa di handbike e Obiettivo3 non può salire in treno: in sciopero la società dei montacarichi Fonte: ANSA

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