Dici Juventus e leggi Agnelli. Ieri con l’Avvocato e il Dottore, oggi con Andrea che non ha soprannomi o titoli e bisogna scrivere nome e cognome per esteso, ma che da rampollo inesperto di calcio ha imparato a camminare da solo. E a vincere. Oggi il presidente della Juventus compie 43 anni ma è diventato grande da tempo. Figlio di Umberto e Allegra Caracciolo. «Occhi scuri sotto spesse sopracciglia, dita affusolate, voce con l’immancabile erre arrotata», disse Salvatore Tropea. Il padre Umberto gli permetteva di arrivare a cena con un quarto d’ora di ritardo (e comunque entro le 20, se no era obbligato a telefonare). Conobbe la prima moglie, in Svizzera in Philip Morris: Emma Winter, sposata nel 2005 e madre dei suoi primi due figli, Baya e Giacomo. Archiviata l’unione, dal 2015 si è legato sentimentalmente alla modella turca Deniz Akalin, che nel 2017 gli ha dato la figlia Livia Selin. Nel 2018 l’annuncio della seconda gravidanza della compagna, con l’arrivo del quarto figlio.
L’APPETITO VIEN MANGIANDO – “Non è antipatico per caso, è antipatico per scelta”, avrebbe detto di lui un giornalista sportivo. Il secondo nome del figlio avuto dalla Winter, Giacomo, è ‘Dai’, che in gaelico significa Davide… A vincere ha cominciato quasi subito, dopo essere diventato presidente della Juve, e non si è più fermato. Andrea Agnelli è l’unico maschio delle ultime due generazioni a portare il cognome Agnelli, su oltre 150 eredi: è il quarto Agnelli, dopo il nonno Edoardo, lo zio Gianni e il padre, a rivestire questa carica. Sullo stile-Juve una volta ammise: “Se devo essere sincero, non lo so. Me lo sono chiesto anche internamente. Lo stile Juventus è qualcosa che gli altri hanno detto di noi, ma non ho mai capito esattamente cosa sia lo stile Juventus. Lo stile Juventus è vincere. E quindi sì, esiste ancora da quel punto di vista”.
DNA VINCENTE – Al presidente della Fiorentina Della Valle, che aveva definito gli eredi della famiglia Agnelli come «ragazzi da discoteca», rispose così: “C’è chi va e chi no: io vado poco, ma l’ultima volta sono andato per festeggiare uno scudetto e mi sono divertito molto. Gli auguro di andarci anche lui per festeggiare qualcosa”. Era entrato nel calcio da semi-neofita, tifoso accanito ma scarso conoscitore, ora dopo 8 anni di apprendistato (anche grazie a Marotta) è cresciuto e viaggia con i suoi piedi. Ha preso come modello il Real Madrid, è presidente dell’Eca, decide il futuro dei format delle coppe. Ma in testa ha lo stesso comun denominatore di tutti gli Agnelli. Vuole vincere sempre.