Come spesso avviene, quando a esternare le proprie riflessioni o a riportare le indiscrezioni raccolte, è Marco Tardelli, uno dei ragazzi dell’82, ecco che quel possibile, quel probabile ribalta ogni certezza. Ad esempio, perché Antonio Conte dovrebbe o potrebbe lasciare l’Inter e Milano a fine stagione, quando finalmente sembra aver trasmesso un’idea di gioco e i principi del pragmatismo poco estetico, ma necessario a vincere e le cose anche per la cessione della società sembrano poi congelate?
Le frasi di Marco Tardelli su Marotta e Conte
Durante il consueto appuntamento serale con la Domenica Sportiva, Tardelli ha rotto il silenzio e ha manifestato le proprie perplessità su un incontro atteso, decisivo come quello contro il Napoli.
“Non una partita entusiasmante. Napoli in vantaggio per un cross – ha affermato l’opinionista ed ex calciatore -, Handanovic ha fatto un grosso errore. Poi l’Inter nel secondo tempo è venuta fuori. Per quel poco che ha fatto, l’Inter è stata più concreta. Eriksen non trovava la posizione? I giocatori bravi la trovano sempre. Non ha giocato una bella partita, ma ha trovato il gol. Nel primo tempo ha giocato malissimo. Marotta via dalla Juve è stato un errore e se dovesse tornare sarebbe una buona cosa per i bianconeri. Credo che Conte possa andare via dall’Inter dopo quest’anno”.
Un’ipotesi ardita, quasi romantica tanto contrastante con l’attualità di un Andrea Agnelli, a capo della cordata della Super Lega, e così poco incline e tessere anche rapporti cordiali e civili con l’ex Beppe Marotta e ancor meno con Antonio Conte, come chiunque abbia visto. Verso quale panchina si indirizzerebbe Conte non lo esplicita, non menziona alcuna plausibile destinazione.
I rapporti tra Agnelli e Marotta e il ruolo di Allegri
C’è stato un tempo, però in cui si sono molto amati o che avevano quale comune intento quello di vincere come nel motto bonipertiano inciso all’interno dei colletti delle maglie della juventitudine. Eppure quel tempo si è concluso, quel ciclo si è ripiegato su di sé per aprire il quinquennio di Max Allegri e la convivenza Marotta-Paratici fino all’addio non proprio indolore del dirigente.
Allegri è stato, forse, un allenatore aziendalista, ma concreto e dai risultati addirittura più ambiziosi e appaganti quando per adeguati si intende la Champions, sfiorata dal tecnico livornese in una finale che costò a Gigi Buffon troppe lacrime e un rimpianto incolmabile. E che oggi, sembra un risultato distante, lontanissimo.
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