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Arbitri, 7 anni di Var: ecco cosa pensano i tifosi di Juventus, Inter e Milan. Il sondaggio

Nata in Italia nell'agosto 2017 la moviola in campo continua a far discutere, l'indagine condotta dall'Izi fa chiarezza sul pensiero degli italiani

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Fabrizio Piccolo

Fabrizio Piccolo

Giornalista

Nella sua carriera ha seguito numerose manifestazioni sportive e collaborato con agenzie e testate. Esperienza, competenza, conoscenza e memoria storica. Si occupa prevalentemente di calcio

“Perchè l’arbitro non è andato al Var?” e “Perché il Var non ha chiamato l’arbitro a rivedere l’azione?”. Dieci anni fa nessuno si sarebbe sognato di fare domande simili, oggi sono il leit-motiv fisso di ogni partita, in qualsiasi latitidune del mondo. I tifosi hanno imparato a familiarizzare con termini complessi come “on field review” e a mettersi nei panni dei direttori di gara che da dietro un monitor rivedono tutte le angolazioni delle azioni dubbie e decidono di fatto il destino di ogni gara. Più Var o meno Var è diventato un quesito da dibattiti perenni ma come conviviamo con la novità tecnologica nata sette ani fa in Italia?

Quando fu introdotto il Var in Italia

Era il 18 agosto del 2017 quando per la prima volta fu introdotto in serie A il Var, acronimo di Video Assistant Referee che si può tradurre come video-assistente arbitrale (e che ancora non è ben chiaro se va declinato al maschile o al femminile): prima giornata di campionato, Juventus-Cagliari. Al 38′ l’arbitro Fabio Maresca non vede un fallo di Alex Sandro su Cop, ma viene richiamato dal collega Valeri davanti al monitor; breve interruzione del gioco per consentire al direttore di gara di visionare le immagini, 81 secondi, poi il ritorno nella zona dell’area di rigore della Juve per accordare il rigore. Farias, dal dischetto, si fa parare il tiro dal Buffon ma da quel momento il calcio non è stato più lo stesso.

Il debutto in assoluto del Var

Il progetto nacque per ferrea volontà del presidente della Fifa Infantino e dopo i primi esperimenti è stato esteso a tutte le manifestazioni calcistiche più importanti in tutto il mondo. La prima volta in assoluto risale all’agosto del 2016 quando, durante la partita di USL (United Soccer League, il campionato di secondo livello in America) tra Pro New York Red Bulls II e Orlando City B l’arbitro Ismail Elfath, in due differenti episodi, decise di consultare per la prima volta in assoluto il VAR.

Pro e contro del Var

Se indubbiamente in tanti casi il Var si rivela essenziale per giudicare la regolarità o meno di un gol o se è giusto o meno assegnare un rigore, di sicuro la sua introduzione ha avuto conseguenze nefaste per le emozioni sugli spalti. Quante urla strozzate dopo una rete considerata valida dall’arbitro e poi annullata dopo 3 o 4 minuti, quanta attesa col fiato sospeso prima di poter gridare la propria gioia. Il dibattito si sposta anche sull’opportunità o meno di richiamare l’arbitro al monitor, di fatto condizionandolo nella decisione finale. Il protocollo dice “in caso di chiaro ed evidente errore” ma è sempre così?

Nato per provare a dare ulteriore trasparenza e chiarezza il Var ha in realtà contribuito ad alimentare le polemiche. In Italia come in Europa l’utilizzo dell’occhio elettronico non è tanto differente da come viene invece percepito. L’ex arbitro Marelli, opinionista di Dazn, ha sottolineato ad esempio come negli Europei in Germania la media di OFR sia stata di 0,22 a partita, in Italia, in tutto il campionato, la media è stata di 0,24: “In sostanza, numeri quasi identici. Ciò perché in tutto il mondo il VAR comincia ad avere un utilizzo unico e condiviso”.

Solo il 6% dei tifosi è contro il Var

L’Izi, società di metodi, analisi e valutazioni, ha svolto un’indagine chiedendo l’opinione dei tifosi. Nelle interviste svolte su circa 980 cittadini che si dicono tifosi di calcio, distribuiti tra diverse appartenenze calcistiche (30% Juventus, 18% Inter, 16% Milan, 11% Napoli, 8% Roma, 17% altre squadre), è emerso il sentiment generale circa l’utilizzo dello strumento VAR durante le gare ufficiali. La stragrande maggioranza degli appassionati di calcio si mostra assolutamente favorevole, 46%, o favorevole, 36,6%, al VAR nel calcio. Invece, solo il 6% si è espresso contrario o decisamente contrario, 1,8%.

Il sondaggio dell’Izi

Il 28,8% dei favorevoli spiega come il VAR sia uno strumento per agevolare valutazioni con criteri più oggettivi e imparziali. Il 26,2% crede che i risultati, dopo l’introduzione del VAR, siano stati meno condizionati dagli errori arbitrali, quindi più giusti. Invece, il 33,3% dei contrari pensa che il VAR non abbia eliminato la possibilità degli errori arbitrali e il 30% spiega come questo strumento faccia svanire l’emozione del gol in caso di verifica. Inoltre, per il 20,0% il VAR sarebbe causa di una maggiore frammentarietà del gioco, che rende quindi il match meno gradevole.

Di recente, una proposta suggerisce che possano essere gli allenatori a chiedere aiuto al VAR, due volte in una partita. E’ stato quindi, chiesto se i tifosi fossero favorevoli o contrari all’introduzione del “VAR su richiesta”. Anche in questo caso, il trend sembra essere positivo. Il 35,8% è assolutamente favorevole, mentre il 43% favorevole. Solo l’8,8% si dice contrario. Il 71,2% si mostra aperto all’opzione di una soluzione mista: VAR consultabile dai giudici di gara a richiesta del tecnico.

Infine, sono state condotte delle interviste sui tifosi di Juventus, Inter e Milan e messi a confronto i dati con quelle condotte con i tifosi di altre squadre. La maggioranza di entrambe le fasce di intervistati si dice comunque favorevole all’utilizzo del VAR. Si hanno delle variazioni di opinione solo tra i contrari: l’8,5% di chi tifa Juventus, Milan o Inter è contrario al VAR, mentre solo il 3% di chi tifa altre squadre si dice contrario a questo strumento.

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