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Arbitri, dopo Orsato niente, comanda il Var, l'allarme di Cesari e lo sfogo del ct

Errori, contraddizioni e polemiche dopo le prime 8 giornate di A: deludono anche i fischietti più esperti e regna la confusione sulle interpretazioni

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Fabrizio Piccolo

Fabrizio Piccolo

Giornalista

Nella sua carriera ha seguito numerose manifestazioni sportive e collaborato con agenzie e testate. Esperienza, competenza, conoscenza e memoria storica. Si occupa prevalentemente di calcio

Ha trascorso un weekend da incubo Rocchi, a partire da venerdì con il discusso arbitraggio di Napoli-Como e un rigore negato da Feliciani agli azzurri per spinta su Kvara, fino a domenica sera quando ha assistito al Franchi – vicino a Spalletti – a Fiorentina-Milan con tre rigori decretati da Pairetto (e dal Var) assieme a due rossi. Per il designatore arbitrale l’anno 1 d.o, ovvero dopo Orsato, si sta rivelando un disastro.

Tre giorni di polemiche

Non c’è stato un sol giorno, nell’ultimo turno di A, esente da polemiche: dal giallo che diventa rosso sabato per il granata Maripan con Marcenaro in confusione anche in altre situazioni al rigore negato da La Penna al romanista Baldanzi a Roma. Una tre giorni nera come il carbone che ha scatenato reazioni e polemiche infinite. Inevitabile pensare che dopo l’addio di Orsato sia rimasto il vuoto: anche i migliori come Maresca, La Penna, Guida e Massa stanno attraversando momenti difficili, gli ex golden boy Colombo e Sozza non sono cresciuti e i giovani stentano a decollare.

Lo sfogo di Fonseca

Paradossale che tra i più furiosi dopo le gare della giornata appena conclusa ci sia stato Fonseca, che pure ha beneficiato di due rigori a Firenze (peraltro sbagliati e calciati da rigoristi non scelti da lui). Il portoghese è stato lapidario a fine gara: “Non mi piace parlare dell’arbitraggio, ma questo non è calcio. Il calcio è fatto di contatti e un tocco non può essere sufficiente per dare rigore. Basta un semplice tocco, l’abbiamo visto anche in questo fine settimana. E poi diventiamo tutti nervosi e diventa un problema, questo è calcio non il circo e io non voglio contribuirci. E non parlo solo del rigore dato contro, ma anche quelli dati a noi. Quanti rigori vediamo in Serie A?”.

Il rosso eccessivo a Conceicao

E’ andata male in Cagliari-Juve. Il tecnico sardo Nicola è arrabbiato per il rigore fischiato da Marinelli per mano di Luperto dopo l’intervento del Var (“È una questione di biomeccanica, se sto effettuando un duello aereo con Vlahovic o Gatti, è ovvio che utilizzo le mani per darmi slancio. Ma quando subisco un intervento di testa alle spalle, dove mi si appoggiano le mani sulle spalle e mi si fa cadere all’indietro, come può fare Luperto a dimenticare che ha due mani e due braccia attaccate al corpo?”), Thiago Motta è sorpreso per il rosso a Conceicao (“si è creato un precedente, d’ora in poi pretendo stesso metro di giudizio sempre”).

Una decisione, quella di Marinelli, contestata perfino da Gervasoni a Open Var (“punizione eccessiva”). Lo stesso Gervasoni che giustifica La Penna per il mancato rigore alla Roma per fallo su Baldanzi che ha mandato invece su tutte le furie il club giallorosso. E mentre il Var fa il bello e il cattivo tempo, resta la contraddizione sulle diverse maniere di interpretazione dello “step on food” che pure per Rocchi sarebbe sempre da rigore.

La precisazione di Spalletti

Perfino il ct Spalletti ha toccato il tema arbitrale: “A me riesce difficile entrare nel lavoro degli altri. Ma per me vedere dare continuità al gioco è la cosa migliore, accettare qualche contrasto. Sarei curioso di fare l’arbitro perché io lascerei giocare molto”.

L’allarme di Cesari

Parlando al Corriere dello sport anche Graziano Cesari si dice preoccupato: «Stiamo andando verso una situazione molto pericolosa perché vedo difformità di giudizio e variabilità di certe decisioni da parte dei direttori di gara. Si cambiano le valutazioni di stagione in stagione senza che le regole siano state modificate, faccio fatica a capire perché è stata presa questa piega. Per questa ragione rischiamo di andare incontro a un’annata con tanti errori, anche se spero di essere smentito già dalle prossime partite».

Sui pestoni sembra non esserci una direzione chiara: «Quando parlo di difformità mi riferisco proprio a quello. Eppure l’anno scorso il designatore disse che il gol dalla distanza di Piccoli, in Milan-Lecce, era da annullare per via del pestone su Thiaw. Si prende come riferimento tutto il piede o mezzo? Un’unghia? E con quale metodo si valuta precisamente l’intensità?».

«Onestamente bisogna ammettere che il materiale umano di Gianluca Rocchi non è eccelso, ma ciò non vuol dire che gli arbitri non possano prendere provvedimenti su casi conclamati. Su quelli discutibili non apro bocca, è giusto che ognuno abbia la sua idea, ma su quelli evidenti bisogni darsi una svegliata».

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