“Il problema c’è”. Se perfino i moviolisti di lungo corso come Graziano Cesari si dicono preoccupati per il momento che sta vivendo la classe arbitrale italiana non si può mettere la polvere sotto il tappeto. Romeo Paparesta, ex arbitro barese con oltre 200 partite dirette tra serie A e serie B ed ex presidente della Commissione Nazionale di reclutamento dell’Aia, parla in esclusiva con Virgilio Sport della situazione caotica degli arbitri.
Paparesta, cosa la preoccupa di più dopo le polemiche di questi giorni?
“L’interpretazione che dà il Var e che spesso stravolge quello che vede l’arbitro. Le immagini che vedono in sala a Lissone sono spesso distorte, non ti danno l’idea precisa che a volte un arbitro può avere guardando con i suoi occhi”
Gli arbitri sono diventati schiavi del Var?
“Dipende dalla loro preparazione e dalla loro personalità, quelli bravi ed esperti possono anche fare a meno del Var. Lo ascoltano ma decidono di testa loro. A meno che non si tratti di un episodio che sia sfuggito loro. Se però l’arbitro è sicuro di quel che ha visto per me non deve farsi influenzare”.
Nell’ultima giornata di campionato ci sono state polemiche su quasi tutti i campi…
“Ho visto il rigore non dato alla Roma su Baldanzi e continuo a non spiegarmelo. Era un pestone chiarissimo. Ho sentito la motivazione che entrambi non guardavano il pallone ma cosa c’entra? C’è stato o no il pestone? Anche Gervasoni che spiega che non c’era la giusta intensità non mi convince affatto”
Rocchi ha ammesso che va risolto il problema della difformità di giudizio…
“Io resto perplesso anche dai vertici arbitrali: prendiamo il fallo di mani, è rigore solo se è volontario mentre ora fischiano sempre al minimo tocco. Vedete quanti rigori si danno? Più in Italia che in tutto il resto d’Europa”
Il Var era nato per aiutare l’arbitro
“E invece lo sta danneggiando. Andrebbero fatti dei raduni tra arbitri e varisti, mostrare come comportarsi in casi simili, stare una settimana insieme a spiegare bene tutto, non si può vivere alla giornata e capisco gli allenatori che si lamentano quando un episodio viene giudicato un giorno in una maniera e in modo opposto in un’altra giornata”
La classe arbitrale però non è esente da colpe…
“Per me restano inconcepibili le proteste, quei capannelli attorno all’arbitro. Solo il capitano può parlare, l’arbitro ha il regolamento dalla sua, inizi ad ammonire e vediamo se continuano a protestare”
L’impressione è che dopo l’addio di Orsato non ci sia un ricambio all’altezza..
“La personalità non si compra, o ce l’hai o non ce l’hai. E per un arbitro è fondamentale. E’ vero che alcuni giovani promettenti si sono fermati nella crescita ma anche qui per me è colpa del Var che li ha influenzati”