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Atletica, il nuovo Bolt arriva dal Suriname: ecco Issamade Asinga

19 anni da compiere il prossimo 29 dicembre, continua a stupire il mondo: a San Paolo, nei campionati sudamericani, il talento originario del Suriname ha mandato a referto un favoloso 9”89 sui 100 metri

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

L’etichetta di nuovo Usain Bolt è scomoda, ma certo non dovrebbe dispiacere più di tanto Issamade Asinga. Che a 19 anni da compiere il prossimo 29 dicembre continua a stupire il mondo: a San Paolo, nei campionati sudamericani, il talento originario del Suriname ha mandato a referto un favoloso 9”89 sui 100 metri, prestazione che gli è valsa il record del mondo a livello juniores (Under 20), nonché il quarto miglior crono fatto registrare nel 2023 da un atleta professionista.

Numeri sensazionali che a meno di un mese dai mondiali di Budapest lasciano intende che il giovane talento sudamericano potrebbe realmente recitare un ruolo da assoluto protagonista, mina vagante in una gara che si presta a tanti interpretazioni, nonché a tante possibili sorprese.

Classe 2004, 19 anni da compiere: il Suriname sogna

Asinga, classe 2004, è uno dei talenti più puri della nuova generazione di velocisti. Il paragone con Usain Bolt è venuto facile: poco meno di 3.000 chilometri dividono Giamaica e Suriname, ma in generale la provenienza è pressappoco la stessa, con la favolosa nidiata di talenti caraibici che continua a sfornare prospetti di caratura mondiale.

In realtà Issamade è nato in Florida, ma dopo alcune riflessioni ha scelto di gareggiare definitivamente per il Suriname (avrebbe potuto scegliere anche lo Zambia): al mondo si è rivelato la scorsa primavera, quando dopo essere sceso tre volte sotto il muro dei 10 secondi ha conquistato una clamorosa vittoria a Clermont, battendo anche il campione in carica dei 200 Noah Lyles (9”83 il tempo della finale, ma con +2,6 m/s a favore).

Non dovendo sgomitare per conquistare un posto per i mondiali (se avesse scelto di gareggiare con team USA avrebbe dovuto superare i Trials), Asinga può davvero concentrarsi solo e soltanto sul da farsi. E provare a mettere pressione ad atleti ben più illustri, che pure sanno già di dover fare i conti da subito con uno dei grandi talenti della prossima generazione.

Issam è figlio del mezzofondista Tommy Asinga

Ma come nasce un fuoriclasse tanto precoce, per giunta al netto di un’esplosione avvenuta così tanto rapidamente? Issam è figlio di Tommy Asinga, mezzofondista che ha fatto la storia dell’atletica del Suriname, partecipando a tre olimpiadi tra il 1988 e il 1996 (detiene ancora oggi i record nazionali di 400, 800 e 1.500).

Forse è stato proprio il papà a convincerlo che la cosa migliore fosse quella di scegliere di gareggiare per la nazione sudamericana, anziché cedere alle lusinghe degli USA o alle pressioni della mamma Ngagi Mwanawamba, che è stata una sprinter discreta e che ha nazionalità zambiana.

La fortuna di Issamade è stata quella di poter crescere in Florida, con Clermont che è diventato il suo campo base. Su quella pista dove si è rivelato lo scorso aprile, anche se poi il vero exploit è arrivato a Lubbock, in Texas, quando ha corso i 200 in 19”97, guadagnandosi una carta per partecipare alla Diamond League.

A New York ha stupito il mondo

Ed è stato a New York, nel primo vero confronto sulla distanza doppia contro Lyles, che Asinga ha nuovamente stupito il mondo intero: il 20”25 non gli è valso la vittoria, ma è bastato per chiudere alle spalle del campione del mondo in carica.

Da quel giorno, tutti hanno cominciato a drizzare le antenne: a Budapest il fuoriclasse del Suriname è certamente accreditato di una medaglia, sia sui 100 (Kerley e il redivivo Jacobs faranno bene a prendere appunti), sia sui 200. In Sudamerica intanto gongolano al pensiero che un nuovo talento tanto cristallino possa rivalersi al mondo intero per gli anni a venire: presto per dire oggi se davvero Asinga sarà o meno l’erede naturale di Bolt, ma di sicuro le premesse per pensare in grande ci sono tutte. Tanto per dire: a quell’età il giamaicano sui 100 non era mai sceso sotto i 10 secondi. Se son rose…

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