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Atletica, Jacobs e la "benedizione" del DT La Torre: "Reider è il coach giusto"

Antonino La Torre, direttore tecnico azzurro, approvsa la scelta di Marcell Jacobs di cambiare allenatore e di volare negli Stati Uniti: decisione che porterà solo miglioramenti.

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Sinner ha dato l’esempio, come prima aveva fatto Tamberi. E adesso tocca a Jacobs andare a incassare il jackpot. Perché cambiare allenatore è sempre una scelta difficile e coraggiosa, ma come dimostra la storia recente dello sport italiano, il più delle volte “paga”. È capitato certamente con Jannik, che nell’anno e mezzo di lavoro con Cahill e Vagnozzi è cresciuto tantissimo rispetto al prospetto (già forte) che era con Piatti, ed è successo anche a Gimbo, che in estate ha conquistato l’oro mondiale dopo aver salutato il papà Marco, affidandosi a Giulio Ciotti.

Scelte che magari hanno convinto anche il buon Marcell a prendere una nuova direzione: salutato lo storico coach Paolo Camossi, lo sprinter di Desenzano ha deciso di affidarsi a Rana Reider, che in Florida allena (e alleva) una vera e propria fucina di campioni.

Per La Torre, Reider è il profilo giusto

Una scelta cha ha trovato la piena approvazione da parte di Antonino La Torre, il direttore tecnico della nazionale di atletica leggera, che a margine della premiazione di cui è stato protagonista a “Sport Movies & TV” ha fatto capire di essere totalmente dalla parte del campione olimpico.

Chiaro che adesso che è andato in America ci sarà da ricomporre un po’ il mosaico, nel senso che i rapporti andranno ricostruiti e coltivati in maniera differente rispetto a quanto avveniva fino alla scorsa estate. Al di là però delle sterili e inutili polemiche seguite alla decisione di Marcell di trasferirsi negli USA, credo che già in queste prime settimane di lavoro ci si è accorti di quanto sia competente Rana Reider e di quanto possa far bene a Jacobs averlo dalla sua parte. Ritengo che possa essere la figura giusta per rilanciarlo e per farlo arrivare con le giuste motivazioni e la perfetta condizione sia fisica che mentale all’appuntamento olimpico di Parigi 2024.

Jacobs cambia allenatore? Solo un bene

La Torre ha avuto modo di parlare delle prospettive azzurre verso una stagione che si preannuncia densa di appuntamenti e di significati.

Tutti gli atleti stanno già lavorando, la maggior parte naturalmente in Italia, altri sparsi per il mondo, come sta facendo Jacobs. Mancano dieci mesi ai giochi olimpici e c’è comunque la voglia di prepararsi al meglio. Tra l’altro il programma dell’atletica debutterà il 1° agosto e avremo subito una carta importante da giocarci con Massimo Stano nella marcia, e dunque sarebbe bello partire col piede giusto.

L’esempio della marcia La Torre lo riprende anche per quel che riguarda Antonella Palmisano, che a sua volta ha cambiato allenatore salutando lo storico tecnico Parcesepe per affidarsi alle cure di Lorenzo Dessi, che è anche suo marito.

Una scelta coraggiosa, ma bisogna sempre andare a ricercare nelle motivazioni la chiave di ogni decisione. E anche nella volontà di mettersi spalle al muro, vedendo se c’è qualcosa che valga la pena di esplorare. Se farà o bene Antonella col nuovo allenatore non lo posso sapere, ma è sufficientemente esperta per poter avere ogni sorta di parametro per decidere cosa fare.

Tortu e lo spirito di emulazione

La velocità azzurra non è solo Jacobs, come il recente passato ha dimostrato. La Torre così spende parole importante anche per Filippo Tortu, che a Milano è di casa e che nel 2024 punta a raccogliere risultati pesanti anche dal punto di vista individuale, oltre che in staffetta.

Se va più forte nelle gare singole tenendo un testimone in mano, beh, allora glielo incolliamo direttamente alla mano. Filippo è un talento davvero unico, e il suo 9”99 realizzato nel 2018 a Madrid in qualche modo è servito da sprone per Jacobs, che da allora è cresciuto tantissimo. Questa catena di emulazione è proprio ciò di cui ha bisogno un movimento per migliorare e progredire. C’è un clima di concorrenza, ma una concorrenza sana, e questa è la cosa migliore che un direttore tecnico può osservare.

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