Tutti gli occhi del mondo dell’atletica azzurra sono puntati su Marcell Jacobs, Gianmarco Tamberi e Larissa Iapichino, con Mattia Furlani che ha aumentato sensibilmente l’hype attorno a se conquistando l’oro agli Europei Under 20 di Gerusalemme con una misura appena due centimetri inferiore al limite per partecipare alla gara di salto in lungo (il ranking stagionale gli consentirà comunque di prendere parte al mondiale di Budapest).
Ma c’è un altro atleta in questa bella e (per certi versi) inattesa estate azzurra che sta facendo tanto parlare di se: Zane Weir nel meeting di Brazzale, provincia di Vicenza, ha sfoderato un favoloso 22.15 metri nel lancio del peso, misura accompagnata peraltro da altri due tentativi arrivati a 22.13, riuscendo dunque ad abbattere per ben tre volte nella stessa gara la barriera anche psicologica dei 22 metri.
- Primato personale ritoccato tre volte in pochi minuti
- 22.15 al quinto tentativo
- La crescita del classe 1995
- La svolta del 2022 in coppa Europa
Primato personale ritoccato tre volte in pochi minuti
Per l’italo-sudafricano si tratta di un risultato davvero notevole: in pochi minuti ha ritoccato per ben tre volte il proprio primato personale (era 21.99 all’aperto, mentre al chiuso rimane il 22.06 col quale a marzo ha conquistato il titolo europeo a Istanbul), rispondendo anche a qualche critica arrivata dopo aver ceduto il titolo italiano negli Assoluti di Molfetta, battuto da Leonardo Fabbri.
Weir andava proprio a caccia di un pronto riscatto nel meeting vicentino, dove però ha dimostrato soprattutto di star bene e di arrivare alla rassegna iridata con tante certezze.
22.15 al quinto tentativo
Il 22.15 col quale ha concluso la sua prova è arrivato al quinto tentativo, in un crescendo di fiducia ed emozioni che ha contraddistinto una serata difficile da dimenticare.
Non è bastato per conquistare la vittoria, andata al fenomenale statunitense Ryan Crouser (che continua a competere con se stesso, più che con gli avversari: 23.56 la misura vincente), con altri sicuri protagonisti della rassegna iridata che hanno fatto vedere di stare a loro volta piuttosto bene (Kovacs a 22.69, Walsh a 22.58, Campbell a 22.22).
Weir, che dal 2021 gareggia con la nazionale azzurra, ha comunque dimostrato di potersi inserire autorevolmente in un eventuale discorso medaglie, anche perché la costanza mostrata nel corso della gara ha sorpreso più di un rivale, che al termine del meeting ha capito che dovrà fare i conti anche con l’italo-sudafricano per cercare di agguantare un metallo nella più importante rassegna stagionale.
La crescita del classe 1995
Weir, classe 1995, è cresciuto ad Amanzimtoti, città costiera del Sudafrica a una trentina di chilometri da Durban. Ha scelto però di gareggiare con l’Italia dopo essere rimasto affascinato dai racconti del nonno materno Mario, che in qualche modo l’hanno convinto prima a trasferirsi nel Bel Paese conseguendo una laurea in finanza e contabilità, ma tenendo sempre un occhio puntato sull’atletica.
Nel corso degli ultimi due hanno s’è costruito una credibilità anche all’esterno andando progressivamente a migliorare le proprie prestazioni, tanto che il record stampato a Brazzale è stato di oltre un metro superiore a quello che aveva fatto registrare nel febbraio 2021, quando con 21.11 si era guadagnato la chance di partecipare ai Giochi Olimpici di Tokyo, gara nella quale ha chiuso al quinto posto con il nuovo record personale di 21.41.
La svolta del 2022 in coppa Europa
La vera svolta arriva però nel corso del 2022, quando in Coppa Europa arriva a un centimetro dai 22 metri, anche se un infortunio all’indice lo costringe in estate a saltare l’appuntamento mondiale di Eugene e pure gli Europei di Monaco di Baviera.
La rivincita arriva nella primavera del 2023 con la vittoria negli Europei Indoor di Istanbul, e dopo il 22.15 di Brazzale il proposito di andare a Budapest a sparigliare le carte è forte come non mai.
Il suo allenatore è Paolo Dal Soglio, che come lui vanta in bacheca un titolo Europeo Indoor conquistato nel 1996 a Stoccolma. Ma è forse la rivalità con Fabbri ad averlo spinto ad andare oltre i propri limiti: dove può arrivare è presto per dirlo, ma una medaglia a Budapest (con un occhio su Parigi) darebbe significato a una carriera intera.