Signori, un Berrettini così è da leccarsi i baffi. E fa un male cane sapere che a Parigi l’Italia non ha calato una carta così pesante per puntare all’oro: a Kitzbuhel il tennista romano fa “cappotto”, nel secondo che chiude un’altra settimana perfetta centrando il decimo successo in carriera in un torneo ATP, nonché il terzo nel 2024 (che è anche il secondo nel giro di due settimane dopo quello di Gstaad). Di più: non lascia nemmeno un set per strada e torna nella top 40 mondiale, proseguendo una risalita vorticosa che nell’arco di meno di un mese l’ha rimesso davvero al centro del villaggio. Ed è quasi un peccato sapere che la stagione sul rosso sta per andare ormai in pensione: quando volerà in Nordamerica per l’estate sul cemento che porterà agli US Open, di sicuro Matteo lo farà con molte più certezza nella testa e nel fisico.
- Equilibrio e fiuto da segugio: Berrettini implacabile
- Matteo a briglie sciolte: Gaston non può nulla
- Nel segno del 10: "Due settimane bellissime, grazie a tutti"
Equilibrio e fiuto da segugio: Berrettini implacabile
Hugo Gaston rappresentava un ostacolo insidioso, ma forse non il più temibile lungo la via che conduceva all’ennesima settimana perfetta. Il francese ha provato a mettersi di traverso, ma ha dovuto fare i conti con la solidità al servizio di Berrettini, oltre che soprattutto alla capacità del romano di volgere a proprio favore anche le situazioni più complicate. Un match che ha vissuto su tanti servizi potenti: 8 ace per l’italiano che con la prima di servizio ottiene oltre l’80% dei punti, rendendo praticamente impossibile qualsiasi velleità di risposta del rivale. Che tiene bene il campo nella parte iniziale del match, soprattutto rendendo brevi i propri turni di servizio.
Il primo vero spartiacque del match è nell’ottavo gioco, quando Berrettini deve salvare la prima palla break e s’inventa un colpo da paura per rintuzzare l’assalto del francese (un dritto in recupero che si trasforma in un passante incrociato mozzafiato). Che forse si porta dietro l’occasione mancata nel proseguo del set, dove spreca l’opportunità di garantirsi il tiebreak facendosi recuperare nell’11esimo gioco da 40-0 fino a consegnare a Matteo la palla break che spezza l’equilibrio. Nel game successivo il braccio non trema al romano: quattro punti di fila e 7-5 finale, giusto per mantenere la media.
Matteo a briglie sciolte: Gaston non può nulla
Perché Berrettini a Kitz non ha perso nemmeno un set in 5 gare giocate, e non perde neppure il decimo che va ad affrontare. Con Gaston che prova a ripartire di slancio, costretto però a cedere l’onore delle armi nel quinto gioco, quando consegna due palle break al romano (ne basta una per fare centro). Ancora più netta la difficoltà del transalpino nel settimo gioco, dove perde nuovamente la battuta, stavolta a zero.
Berrettini ormai ha la partita in pugno, ma alza un attimo il piede dall’acceleratore e si complica la vita, perdendo il servizio dopo essersi ritrovato due volte con due punti di svantaggio. Ma non c’è molto da preoccuparsi con questa versione di Matteo: il nono gioco è quello giusto per archiviare la pratica, con Gaston che non riesce a essere performante al servizio e Berrettini che si procura altre due palle break, convertendo immediatamente la prima (4 su 4 quando c’è stato da strappare il servizio al rivale). Finisce 6-3 e non c’è nulla su cui disquisire.
Nel segno del 10: “Due settimane bellissime, grazie a tutti”
Il 10 è il numero dei campioni, dei fuoriclasse, degli estrosi e dei fantasisti. Il 10 è il numero che identifica l’estate di Berrettini: 10 successi ATP, 10 set vinti sia a Gstaad che a Kitzbuhel (senza perderne alcuno), 10 come il voto in pagella per un Matteo mai così bello e continuo da almeno due anni a questa parte.
“Sono molto contento, oltre che davvero stanco. Ringrazio tutti per il supporto, questo pubblico con me è stato incredibile. Sono state due settimane davvero pazzesche e mi sento di ringraziare per questo la mia famiglia e il mio staff. Un plauso lo rivolgo anche a Gaston (in lacrime, poco distante): Hugo, mi hai fatto davvero sudare. Oggi è stata dura, ma sono contento, ho giocato bene tutta la settimana ed è bello chiudere così. Sono stato bravo e fortunato a conquistare subito un altro break sul 5-3 del secondo set, perché nel tennis bisogna stare concentrati e tutto può accadere. Ora mi godrò un po’ di vacanza, poi testa al cemento”.
Un peccato mortale sapere che questo Berrettini non possa giocare a Parigi: senza Sinner e con Musetti costretto ai “lavori forzati” (stasera la finale a Umago contro Cerundolo), uno così avrebbe fatto tanto, ma proprio tanto comodo.