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ATP Amburgo, meraviglioso Cobolli: batte Rublev e conquista il primo 500 in carriera

Non di solo Sinner e Musetti vive il tennis italiano sul rosso: Flavio Cobolli conquista il Bitpanda di Amburgo superando in finale Andrej Rublev. Da lunedì sarà numero 26 al mondo.

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

“Fatece largo che passamo noi…”: se Sinner e Musetti hanno aperto la strada, Flavio Cobolli ha deciso di volerla seguire senza indugio. E nell’ultimo torneo prima del Roland Garros l’Italia del tennis s’è scoperta una volta di più bella e vincente. Con la prima vittoria in un torneo 500 del tennista romano, che contro Andrej Rublev in finale ha mandato a referto un’autentica lezione di tennis. Vittoria di platino per Cobolli, che da lunedì sarà numero 26 al mondo (best ranking): 6-2 6-4 il punteggio e secondo titolo stagionale dopo quello conquistato a Bucarest, sempre sul rosso, a inizio aprile.

Masterclass di Cobolli: Rublev nervoso e indeciso

A suon di rovesci lungo linea, Flavio a messo alle strette una versione un po’ sbiadita di Rublev. Che non ha saputo opporre grande resistenza, soprattutto nei momenti che hanno deciso un match nel quale il tennista italiano ha sempre menato le danze.

Il break ottenuto nel primo gioco è stato il segnale che questa sarebbe stata la giornata di Cobolli: il russo fatica a far entrare la prima, commette un doppio fallo sulla prima palla break e in generale non sembra a suo agio su una superficie un po’ più lenta rispetto ai giorni scorsi (ma stavolta con meno vento). Il nervosismo prende rapidamente il sopravvento: nel terzo gioco, perso a zero (secondo break per Cobo), Rublev arriva persino a darsi una racchettata in testa.

Quantomeno però un paio di game dopo un modo per destarsi lo trova: nel sesto gioco trova anche un break (ma sono più gli errori di Flavio a consegnarglielo), poi però riconsegna il favore con un altro turno di battuta ceduto a zero. Cobolli non si fa pregare e chiude sul 6-2 con ben tre servizi vincenti, proponendosi come una mannaia sulla testa del rivale.

Più equilibrio nel secondo set, ma Flavio è una sentenza

Rublev è però uno di quei tennisti che possono inventare sempre qualcosa, anche nei momenti più delicati. Invero non fa niente di speciale dopo il consueto toilet break col quale ha messo una riga sul primo parziale: ricomincia a giocare come è nelle sue corde, riuscendo a evitare di concedere punti facili a Cobolli.

Che nel sesto gioco si complica la vita al servizio ed è costretto ad annullare due palle break: in realtà fa tutto Rublev con due errori non forzati che gridano vendetta (per lui). Ai vantaggi arriva una terza palla break, stavolta annullata da Flavio con un bel servizio e uno schiaffo di dritto.

È il game più cruento del match: scambi infiniti, parolacce (Rublev si prende un warning), errori banali quando il punto sembrava già scritto. Alla fine due servizi vincenti tolgono Cobolli dagli impicci e l’epilogo del game pesa nella testa del russo, che nel settimo gioco annulla una palla break spazzolando una riga, ma poi deve cedere sull’ennesima difesa a denti strettissimi del romano, che trova energie nascoste e piazza l’allungo decisivo.

Finale con brividi: due palle break annullate, poi l’apoteosi

Prima della gioia c’è però ancora da soffrire: nell’ottavo gioco Rublev spinge l’italiano ai vantaggi, e servono un paio di magie per evitare di concedere il gioco al russo. Che non si da pace, perché capisce che contro questo Cobolli probabilmente non c’è niente da fare, quasi come se gli dèi del tennis avessero deciso da che parte stare.

Sul 5-4 tocca a Flavio andare a servire per il torneo: l’emozione tira brutti scherzi, con un maledetto doppio fallo che consegna due palle break all’avversario. Il primo lo annulla con un ace, il secondo con un servizio rischiatutto che spolvera la riga, il classico tiro senza guardare (a tutto braccio…).

Ai vantaggi stavolta non c’è nemmeno il modo di disquisire: ace per procurarsi il match point, servizio e dritto per chiudere i conti. Apoteosi Cobolli: a Parigi, dove debutterà contro Marin Cilic, il romano sarà l’ennesima carta che l’Italia del tennis proverà a calare. Perché non ci sono solo Sinner e Musetti: al Philippe Chatrier il tricolore potrebbe sventolare che è un piacere.

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