Lo spauracchio viene dalla Germania: poco importa se ha il numero 2 come testa di serie, perché Alexander Zverev è senza ombra di dubbio il più temuto convitato a corte delle Nitto ATP Finals. Lo sa bene Jannik Sinner, col quale ha disputato un set di allenamento nella giornata di venerdì. Lo sa bene anche Carlos Alcaraz, che al netto delle risate che hanno contraddistinto la conferenza stampa del loro girone sa perfettamente che contro Sascha di questi tempi è meglio non scherzare troppo. Perché la forma mostrata dal tedesco nel recente passato induce tutti a pensare che tra i due litiganti potrebbe essere il terzo a godere.
Zverev l’ha già fatto: battere i migliori a fine stagione
Qualcuno per la verità s’è spaventato pensando al risultato del set disputato in allenamento contro Sinner. Il fatto di aver vinto al tiebreak (10-8) lascia il tempo che trova: è stata la prestazione in sé di Zverev a dare contezza della sua credibilità come candidato alla vittoria finale.
Peraltro Sascha è l’unico degli 8 presenti a Torino ad aver alzato almeno due volte il trofeo di fine stagione, la prima nel 2018 (battendo Federer in semifinale e Djokovic in finale) e poi di nuovo nel 2021, quando Djokovic venne sconfitto in semifinale e Medvedev nell’ultimo atto (il russo è anche l’unico degli 8 di Torino ad aver conquistato un titolo, nel 2020).
Insomma, se la storia qualcosa conta, il tedesco sa come si vince un torneo dove si sfidano tutti i migliori al mondo. E lo ha fatto con tre anni di distanza, e guarda a caso quest’anno ne saranno passati tre dalla seconda volta. Per questo pensare di vincere ancora, arrivando con questo stato di forma potrebbe, rendere la cosa paradossalmente ancor meno complicata.
La logica, la forma e la “certezza”
Oltre ad aver fatto bene nel test di allenamento con Sinner, recuperando da 0-3 e poi prendendosi la vittoria al tiebreak, Zverev aveva destato un’impressione ancor più marcata nella seduta svolta con Alcaraz nella giornata di giovedì, a riprova di una condizione fisica e mentale davvero invidiabile. E il fatto di ritrovarsi di fronte lo spagnolo nel medesimo raggruppamento in qualche modo potrebbe anche rivelarsi utile, perché offrirà a entrambi la possibilità di testarsi e soprattutto di provare a evitare l’incrocio (probabile) con Jannik Sinner già in semifinale, sempre se l’italiano sarà in grado di fare filotto nei suoi tre incontri contro de Minaur, Medvedev e Fritz.
Chiaro però che anche l’altoatesino dalla sua vorrà cercare di evitare in un modo o nell’altro l’incrocio con i due grandi favoriti del raggruppamento opposto al suo: magari Jannik avrà vita un po’ più facile nel girone, poi però potrebbe affrontare entrambi i grandi rivali nelle due sfide decisive.
Tutto sommato sarebbe anche una cosa logica, come logico è il ragionamento fatto da Zverev in conferenza stampa: “Una volta per vincere le ATP Finals dovevi battere Djokovic, Federer e spesso pure Nadal. Oggi deve battere Sinner e Alcaraz: cambiano i tempi, ma i fuoriclasse restano”. Eppure nessuno vorrebbe incrociare lo sguardo di Sascha: terzo incomodo o meno, comunque un degno candidato ad alzare il trofeo “dei maestri”.