Non di solo Sinner vive l’Italia del tennis. Soprattutto al maschile, al netto degli 11 giocatori attualmente in top 100 in singolare c’è chi, in doppio, continua a fare proseliti. Vale a dire la coppia composta da Simone Bolelli e Andrea Vavassori, che a Melbourne ormai si sente di casa e che per il secondo anno consecutivo ha raggiunto la semifinale nel primo slam della stagione. Dove li attendono lo svedese Goransson e l’olandese Verbeek (che hanno battuto Arevalo e Pavic, teste di serie numero 1 del torneo), con l’obiettivo chiaro di avanzare nuovamente in finale e provare a cancellare il ricordo del ko. della passata edizione contro Bopanna ed Ebden (peraltro già fuori dai giochi questa settimana).
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Otto match, 8 vittorie: un inizio di 2025 da favola
La coppia azzurra sin qui ha marciato a vele spiegate, senza lasciare un set per strada e dimostrando un affiatamento che a queste latitudini è davvero invidiabile. Sul cemento outdoor la sensazione è che ne abbiano veramente più di qualunque altra coppia rivale, e non è un caso se in molti si dicono sicuri che siano davvero loro il tandem da battere.
Contro i portoghesi Nuno Borges e Francisco Cabral è arrivata un’altra dimostrazione lampante di superiorità: il 6-4 7-6 finale ha dato ragione a Bolelli e Vavassori, che nel primo set hanno imposto un ritmo forsennato nei turni di servizio e si sono dimostrati bravi nel saper volgere a proprio favore qualche passaggio a vuoto della coppia lusitana, che nel secondo ha trovato maggiore continuità non riuscendo però a spingersi oltre le tre palle break non sfruttate nel primo parziale (gli italiani in questo si sono dimostrati assai più scaltri: una ne hanno avuta e una se la sono fatta bastare). Nel tiebreak è stato un passante di Bolelli a spezzare definitivamente l’equilibrio dalla parte degli azzurri (di rosso vestiti), che a quel punto non hanno permesso agli avversari di rientrare nel match.
Chicco “serve”, Wave “para”: la formula funziona
Da inizio stagione, nessuno è riuscito ancora ad avere la meglio su Chicco e Wave. Che hanno conquistato il primo titolo dell’anno ad Adelaide, dove per la prima volta hanno sconfitto proprio la coppia numero uno al mondo (appunto Arevalo-Pavic), proseguendo la striscia favorevole di partite vinte consecutivamente anche a Melbourne (siamo a quota 8).
“Non era facile contro Borges e Cabral, due che servono bene e che sono rimasti attaccati al match fino all’ultimo”, ha commentato Bolelli. Con Vavassori autore di almeno 3-4 “parate” sottorete che hanno esaltato il (poco, per la verità) pubblico presente ai 30 e passa gradi della Kia Arena. “Mi piace andare a parare e rispondere sotto rete, è una caratteristica che ho fatto mia da tempo e che il più delle volte paga dividendi. Siamo felici di essere di nuovo in semifinale, ma anche consapevoli di avere le carte in regola per spingerci oltre”. Cose che capitano, quando si cambia l’Australia per la propria “casa”.