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Australian Open, Rune "avvisa" Sinner. Ma Jannik sa come schivare le "trappole" del danese

Non sarà un ottavo di finale come gli altri: sempre tese e avvincenti le sfide tra Sinner e Rune, con bilancio in perfetta parità. Ma il danese non è al top.

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Per qualcuno ha la strada completamente spianata verso la finale, dove il “superstite” della parte di tabellone che comprende Alcaraz, Zverev e Djokovic è il maggiore indiziato a presentarsi a contendere il primo slam dell’anno. Ma Jannik Sinner dovrà comunque stare attento alle insidie e ai tranelli che un percorso (sulla carta) facile potrebbe riservargli. Anche se alzi la mano chi avrebbe mai osato solo immaginare a un quadro tanto favorevole. Con Holger Rune, prossimo avversario negli ottavi di finale, che paradossalmente potrebbe rivelarsi alla stregua dell’ostacolo più grosso, visti i nomi rimasti in ballo tra quarti e semifinali.

Holger ci crede: “Devo riposare, ma che bello questo ottavo…”

Meglio andarci cauti, tanto con i pronostici, quanto con le tabelle. E ricordare a tutti che in fondo Sinner sino a questo momento nei tre match disputati contro Jarry, Schoolkate e Giron qualche piccolo segnale di lieve cedimento di tanto in tanto lo ha dato. Per carità, tutto abbastanza nella norma, cioè nulla di cui preoccuparsi eccessivamente: il set perso contro Schoolkate gli ha tolto un po’ di quella ruggine addosso che aveva raccolto da due mesi a questa parte (i famosi 50 giorni tra la finale di Davis e l’esordio contro Jarry a Melbourne), contro Giron tutto è sembrato tornare alla normalità.

Adesso, insomma, si pensa in grande, con Rune che rappresenta però un’insidia di cui tenere debitamente conto. Anche se il danese contro Kecmanovic s’è spinto oltre i propri limiti, riuscendo a vincere una partita nella quale ha accusato un evidente problema alla coscia sinistra. “Non so come ho fatto ad arrivare in fondo a questo match, e soprattutto non so come abbia fatto a vincerlo”, ha esclamato, quasi in lacrime, a fine incontro.

Non riuscivo più a correre, cercavo solo una strategia per faticare e muovermi il meno possibile e lasciare andare il braccio quando venivo messo nelle condizioni di farlo. È andata bene e ora posso pensare a riposare e a studiare un piano partita per battere Sinner. Sarà un ottavo stimolante, grazie al pubblico per avere fatto il tifo per me”.

Precedenti in perfetta parità: la saga di Monte Carlo

Il bilancio nei precedenti tra i due giovani tennisti (Sinner è classe 2001, Rune è nato poco meno di due anni più tardi) è perfettamente in parità. Il danese aveva conquistato i primi due incontri, che come i due successivi (vinti dall’italiano) hanno offerto sempre gare avvincenti, con entrambi i giocatori capaci di vincere almeno un set a test (e non ci sono precedenti a livello slam, quindi sulla distanza dei cinque set).

Rune vinse a Sofia in semifinale nel 2022, con Sinner avanti di un set ma poi costretto al ritiro per un problema a una caviglia sul 5-2 al terzo in favore dell’avversario. Poi nel 2023 copione simile sempre in semifinale, ma sulla terra di Monte Carlo, con Jannik avanti di un set (6-1) e poi piegato con un doppio 7-5.

Resta l’ultimo hurrà dello scandinavo contro quello che sarebbe poi diventato il numero uno del mondo: alle Nitto ATP Finals di Torino 2023 ecco il primo sigillo di Sinner durante il round robin (6-2 5-7 6-4), poi nel 2024 un solo incontro disputato, di nuovo a Monte Carlo, ma stavolta favorevole all’altoatesino (6-4 6-7 6-3). Insomma, da quando Jannik ha alzato sensibilmente l’asticella, tutti gli incontri contro Rune l’hanno visto prevalere, seppur sempre al terzo e dopo autentiche battaglie.

Quando Rune fece innervosire e distrarre Sinner

Farà eccezione l’ottavo di Melbourne? È chiaro che le condizioni fisiche di Holger saranno un fattore di cui tutti dovranno tenere conto. Rune è un avversario che Sinner ha sempre “sofferto”, anche dal punto di vista emotivo: nelle due semifinali di Monte Carlo, in più di una circostanza il danese andò un po’ sopra le righe con gli atteggiamenti, tanto da far esclamare all’italiano di “aver imparato molto da alcuni momenti della partita, soprattutto su come un atleta deve reagire in certe situazioni, evitando di farsi distrarre dai comportamenti altrui”.

Insomma, non proprio un avversario “leggero”, anche se il dritto del danese rimane un punto debole da sfruttare e sul quale Sinner potrebbe insistere parecchio, obbligandolo a prendersi dei rischi (forse) troppo grandi. Dovessero entrare le prime di servizio, per Rune sarebbe ancor più complicato trovare il modo per difendersi: Jannik contro Giron è sembrato alzare l’asticella proprio quando c’è stato da servire la prima, creandosi l’opportunità di spingere agli angoli o fuori dal campo gli avversari anche in risposta.

Tabellone favorevole: Sinner, c’è davvero un’autostrada

Il tabellone dalla parte di Sinner è decisamente più morbido e promette di confezionare un cammino decisamente alla portata del numero uno del mondo. Che nei quarti affronterebbe uno tra de Minaur (sempre battuto nei 9 precedenti) e Michelsen, e poi nell’eventuale semifinale uno del quartetto composto da Shelton, Tien, Monfils e Sonego (sognare un derby è chiedere troppo?).

Rune a Melbourne ha già fatto fuori Berrettini, “graziato” da Matteo nei momenti chiave del match. E forse l’ora della rivincita per il tennis a tinte tricolori è già arrivata.

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