Per favore, non svegliateci: Lorenzo Sonego è come un razzo spedito in orbita e continua a regalarsi un Australian Open da sogno, a se stesso e ai tanti italiani che adesso sognano per davvero una semifinale tutta tricolore contro Jannik Sinner. Perché un Sonny così dominante e convincente è roba che non si vedeva da tempo: liquida la pratica Tien (che aveva battuto Medvedev) in quattro set per 6-3 6-2 3-6 6-1, torna tra i primi 40 al mondo e raggiunge per la prima volta in carriera il quinto turno di uno slam, dove ad attenderlo troverà uno tra Ben Shelton e Gael Monfils.
Occasione sfruttata: Tien deve sempre rincorrere
Learner Tien ha mandato a referto una delle imprese più belle di questo torneo, eliminando al quinto set Daniil Medvedev. E sarà stato forse proprio per la fatica accumulata (e la dose sconfinata di elogi), ma contro Sonego non è sembrato minimamente quello ammirato contro il russo qualche giorno fa, complice anche un fastidio alla coscia destra che l’ha condizionato e gli ha consigliato anche di chiedere l’intervento del fisioterapista.
Ma merito anche di Lorenzo, che ha giocato una partita accorta ma sempre propositiva, consegnando pochissime chance all’avversario per provare a passare. Tanto che l’unico passaggio a vuoto di giornata è capitato all’inizio del terzo set, quando l’americano ha approfittato dell’unico game giocato veramente male al servizio dal torinese (sotto 0-40) per trovare il solo break della sua partita. Quel 12-1 di parziale a inizio terzo set è stato l’unico blackout di Sonego, che per il resto ha fatto il bello e il cattivo tempo.
Un solo blackout nel mezzo di un Sonego dominante
Che fosse un’occasione più unica che rara Lorenzo lo sapeva da giorni, e puntuale s’è rivelata tale. Il break nel secondo gioco del primo set è stato il segnale che tutti i nottambuli italiani volevano vedere: Sonny in palla e Tien a rincorrere, anche perché la prima entra che è un piacere (90% dei punti vinti a fine partita!) e c’è da faticare soltanto nel non gioco, quando l’americano riesce a portare il torinese ai vantaggi (ma senza ottenere palle break).
Nel secondo, copione abbastanza simile: break nel terzo gioco (dove Tien sbaglia di tutto), altro break nel settimo, con l’inerzia tutta favorevole a Sonego. Che dopo quel passaggio a vuoto in avvio di terzo set si ricompone, sciupando un’opportunità per risalire in parità on serve nel quinto gioco e poi provando a far sudare il giovane rivale, che pure nei suoi turni di servizio si mantiene centrato e porta a casa il set.
Ma nel quarto si assiste all’esatto opposto in copia carta carbone di quanto visto nel set precedente: stavolta il 12-1 lo infila l’italiano, che scappa sul 3-0 e va vicinissimo al 4-0. Poco male: il doppio break arriva nel sesto gioco, quando Tien ormai ha già tirato i remi in barca. Con due ace nell’ultimo game (fanno 20 in totale) Sonego chiude i conti e si regala un favoloso quarto di finale. Per far ancor più la storia, citofonare derby in semifinale.