Un regalo di Natale decisamente di cattivo gusto, anzi offensivo, è costato la fine anticipata della stagione a Ivan Nemer, giocatore del Benetton rugby e della nazionale italiana. Poco più di un mese dopo lo spiacevole episodio della banana marcia regalata al compagno di squadra di colore Cherif Traorè, infatti, la scure della Procura federale si è abbattuta in maniera inevitabilmente severa su Nemer.
- Banana marcia regalata a Traorè, Ivan Nemer squalificato fino a fine stagione
- Nemer, carriera internazionale in pericolo: previsto un percorso di formazione contro il razzismo
- Caso Traorè, le scuse di Nemer: "Quanto accaduto non mi rappresenta"
Banana marcia regalata a Traorè, Ivan Nemer squalificato fino a fine stagione
Il pilone azzurro è stato infatti squalificato fino al prossimo 30 giugno, per una sentenza che ha quindi fatto cadere il velo di incertezza, in verità debolissimo, che ancora aleggiava riguardo l’identità del giocatore del Benetton che lo scorso 20 dicembre si rese protagonista di uno scherzo probabilmente fatto in buonafede, ma che non poteva che lasciare il segno, nel cuore del destinatario oltre che presso l’opinione pubblica. Il fattaccio accadde durante la cena di natale della Benetton, accompagnata dalla consueta “Secret Santa”, ovvero l’usanza che consiste nello scambiarsi regali senza conoscere il mittente di ognuno di essi.
Una fortuna, almeno nell’immediato, per l’autore della pessima idea di recapitare una banana a Traoré, pilone italiano di origini guineane e a propria volta nel giro azzurro. Cherif, inevitabilmente sorpreso e ferito, aveva raccontato tutto sui social, a parte ovviamente l’identità del mittente, sconosciuta anche al diretto interessato. Tutti gli indizi avevano comunque portato a Nemer e il fatto che il Benetton non avesse smentito le indiscrezioni aveva di fatto azzerato i dubbi.
Nemer, carriera internazionale in pericolo: previsto un percorso di formazione contro il razzismo
Ora è arrivata la scontata ufficialità, contestualmente a una sentenza che priverà la squadra trevigiana di un proprio punto di forza per il resto della stagione, ma pure la nazionale di Kieran Crowley di una pedina importante in vista dell’imminente Sei Nazioni, al via il 5 febbraio contro la Francia.
Durante il periodo di squalifica, peraltro, Nemer dovrà partecipare al Progetto Migranti della Federazione Italiana Rugby e sarà chiamato a prendere parte a un percorso di formazione e sensibilizzazione su tematiche di integrazione presso una struttura indipendente. Questi non saranno semplici corollari alla sanzione, dal momento che dalla riuscita di questo percorso dipenderà il proseguimento della carriera internazionale di Nemer, il cui gesto era stato condannato fermamente anche a livello internazionale, tanto dalla federazione quanto dall’URC, il torneo internazionale al quale partecipa il Benetton.
Caso Traorè, le scuse di Nemer: “Quanto accaduto non mi rappresenta”
Traoré non ha commentato la sanzione, così le sue parole più recenti sul caso restano quelle, intrise di amarezza, pronunciate prima di Natale: “Fuori dall’Italia un gesto come questo è condannato gravemente anche all’interno di piccole realtà, io ho denunciato perché al Secret Santa erano presenti anche ragazzi giovani e voglio che episodi come questo non succedano più. Io perdono, ma ammetto che questo non significa dimenticare la vicenda. Io non sono come chi mi ha fatto vivere questo”.
Nemer ha invece preso la parola subito dopo il pronunciamento della Procura, ammettendo le proprie colpe per l’improvvida idea e dichiarandosi pronto a pagarne le conseguenze: “Sono fortemente rammaricato da ciò che è successo, dalla stupidità del mio gesto, dal dispiacere causato ad un amico, dall’aver arrecato danno alla mia squadra, ai compagni, al Paese che rappresento ed al Gioco che amo – le parole dell’italoargentino – Vengo da un Paese multiculturale come l’Argentina, dove le culture si mescolano da oltre un secolo, e divido da sempre lo spogliatoio ed il campo con compagni ed amici provenienti da tutto il mondo. Quanto è accaduto non mi rappresenta, accetto la squalifica ed il percorso di reinserimento con serenità e confido, nei mesi e negli anni a venire, di poter contribuire con la mia testimonianza a sensibilizzare sempre più giovani rugbisti su temi che devono essere affrontati e compresi per rendere migliore non solo il nostro sport, ma il mondo in cui viviamo. Il razzismo non ha e non avrà mai alcun ruolo nella mia vita, come non dovrebbe averne nella vita di ognuno di noi”.