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Basket NBA, altezza canestro e regolamento

Scopriamo a che altezza è posto il canestro nel basket NBA e che ci sono differenze con la pallacanestro giocata sui territori FIBA, Italia compresa

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Schiacciate, ribalzi e stoppate e canestri ad altezze siderali. Tutto questo, e molto di più, è lo spettacolo del basket targato NBA. Il protagonista, oltre ai giocatori in campo e alla palla a spicchi è, ovviamente, il canestro. Per esattezza, i canestri. Due, posti al centro dei lati corti del campo esattamente uno di fronte all’altro. Ma che altezza hanno questi due “anelli” in cui far passare la sfera? Scopriamolo e analizziamo le differenze tra il basket d’oltreoceano con quello dell’area FIBA, a partire proprio dal canestro.

Altezza del canestro: che differenza c’è tra NBA e basket FIBA?

Nel basket per antonomasia, quello a stelle e strisce targato NBA, il canestro è posto a un’altezza di 3,05 metri da terra, che nel regolamento ufficiale americano equivale a 10 piedi, ossia, per esattezza, a tre metri e 0,048 centimetri. Una misura che resta costante anche spostandosi nel Vecchio Continente. Le differenze, però, tra le due versioni del basket (quella NBA e quella FIBA) ci sono eccome.

Prima di addentrarci nel regolamento, restando in tema canestro, il diametro dell’anello deve misurare 45 centimetri e la distanza dalla linea di fondo essere di almeno 1,20 metri. Il tabellone è alto 120 centimetri e largo 180, con uno spesso di 5 centimetri. Quanto è grande la palla? Le dimensioni variano tra uomini e donne, per i primi il diametro è di 24,8 centimetri, per le seconde ci si ferma a 23 centimetri.

Differenze nella grandezza del campo

In termini di grandezze, quello che varia principalmente rispetto all’NBA sono le dimensioni del campo, con il basket in salsa USA a vedere le due squadre sfidarsi su un parquet di lungo 30 metri e largo 17, mentre in Europa ci si contende la sfera a spicchi su campi da “appena” 28×15 metri. Altra misura che cambia da Nord America e Vecchio Continente è quella della linea del tiro da tre punti. Al netto della qualità di ogni atleta, siglare una “bomba da tre” in NBA risulta generalmente più complicato, visto che la linea è posta a ben 7,25 metri dal centro esatto canestro, rispetto ai 6,75 metri a cui viene posta in territorio FIBA.

Restando “sotto canestro”, in NBA, a differenza dell’Europa, all’altezza dei tiri liberi (posta a 4,22 dal centro del canestro e dentro la cui area colorata non chi attacca non può sostare per più di tre secondi, anche senza palla in suo possesso) sono tracciati sul parquet due cerchi simili a quello di metà campo. Questo perché, in America nelle situazioni di palla contesa, contrariamente a quanto accade nel Vecchio Continente dove si fare riferimento al possesso alternato, si può ripartire con una palla a due. In NBA, inoltre, si può effettuare una rimessa nella propria metà campo anche in situazioni di rimessa in attacco, ma solo negli ultimi trenta secondi dell’ultimo quarto di gioco.

Tempo di gioco

Fattore fondamentale per questo straordinario sport a squadre, il tempo è, al contemporaneamente fisso e variabile. Perché, se da un lato ogni quarto ha una durata stabilità dal regolamento, dall’altro ogni infrazione di gioco – che si tratti di un fallo, di un time-out o di una palla che esce dal campo – stoppa il cronometro. In soldoni, insomma, la durata effettiva resta fissa, ma quella reale varia da quarto a quarto e da partita a partita.

Ma quanto dura una partita secondo il regolamento? Ecco, anche in questo caso, FIBA ed NBA seguono strade differenti, con la prima a concedere 40 minuti per ogni gara e la seconda ad alzare il minutaggio fino a 48 minuti. In entrambe in casi, ovviamente, da ripartire su quattro frazioni gioco, i quarti, (da 12 minuti in NBA, da 10 in Europa) e senza tenere conto di un eventuale overtime in caso di parità al termine del temo regolamentare. L’overtime prevede mini tempi da 5 minuti ciascuno e a numero variabile, che decretano un vincitore nel momento in cui al suono della sirena una squadra si trova in vantaggio.

Altra regola che fa del tempo un fattore di primaria importanza nel basket è da ricercare nei 24 secondi che ogni squadra ha a disposizione per portare a termine la propria azione d’attacco. In questo caso, la FIBA si è adattata all’NBA, visto che in precedenza per ogni giocata offensiva, in Europa si mettevano a disposizione 30 secondi. L’azione di ritiene conclusa e il conteggio riparte da 24 invertendo i ruoli tra le squadre ogni qualvolta mette a segno un canestro, oppure cambia il possesso palla.

Quando si subisce un canestro, la palla viene rimessa dal fondo e si hanno a disposizione otto secondi per raggiungere la metà campo avversaria. Mentre, in caso di rimessa laterale, il tempo per giocare la sfera è di cinque secondi, altrimenti si perde il possesso. Inoltre, solo in NBA, esattamente come quelli offensivi, sono sanzionati i tre secondi difensivi. I secondi per tirare un libero salgono a 10, rispetto ai 5 FIBA. Infine, l’infrazione dei 5 secondi comminata a un giocatore che non palleggi o giochi la palla non esiste sui parquet a stelle e strisce.

Ultima differenza “temporale” tra FIBA ed NBA riguarda il numero di time-out a disposizione dei due coach. In Europa si possono, infatti, chiedere fino a tre interruzioni nei primi tre quarti e solo due nel quarto. In NBA, invece, i time-out sono sette per squadra.

Differenze di regolamento per le infrazioni di gioco e i giocatori

La prima sostanziale differenza tra basket americano ed europeo sui giocatori riguarda la lunghezza della panchina, con l’NBA a ospitare tra i 13 e i 15 cambi e la FIBA a permetterne un massimo di 12. Per quanto riguarda i falli, un giocatore NBA viene espulso al sesto fallo, uno FIBA al quinto.

I falli possono essere tecnici, flagrant 1 o flagrant 2 in America; tecnici o antisportivi in Europa. Proprio a quest’ultima tipologia possono fatti riferire le due varianti flagrant USA, con la 1 legata a contatti meno pericolosi e la 2, che porta all’espulsione diretta, a sanzionare i comportamenti volontariamente pericolosi e contrari al regolamento. Chi commette due falli antisportivi (o flagrant 1) viene espulso senza attendere il quinto (o sesto) provvedimento disciplinare.

Spostando l’attenzione sulle infrazioni legate al palleggio, si verifica il cosiddetto fallo di “passi” (o traveling) quando si compiono due passi consecutivi con entrambe i piedi senza palleggiare la sfera sul parquet. Una volta che il palleggio si ferma e la palla si afferra con entrambe le mani, è possibile muovere solo un piede e ruotare con il corpo sul piede perno. Da questa situazione si può uscire con un passaggio o con un tiro, ma anche riprendendo il palleggio, ma senza compiere due passi prima dell’effettivo palleggio, altrimenti si incorre nell’infrazione indicata come “passi in partenza”.

Si parla, invece, di “palla accompagnata” (o palming), quando la mano va a toccare la parte inferiore della sfera. Ci si riferisce, infine, al “doppio palleggio”, quando si blocca un palleggio e, poi, si riprende a palleggiare, ma anche quando si palleggia la palla toccandola contemporaneamente con entrambe le mani.

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