Cercasi disperatamente automatismi difensivi. Che sia soltanto quello il problema dell’Olimpia Milano? Certo che no, ma di sicuro è la base dalla quale poter ripartire per provare a superare un avvio di stagione a tinte decisamente oscure.
E stasera contro Monaco (ore 20,30, diretta su Sky Sport e Dazn),la squadra che ha nel grande ex Mike James la sua arma più temibile, Ettore Messina spera che almeno nell’orgoglio i suoi giocatori possano in qualche modo avvertire quel senso di inadeguatezza che li ha fatti precipitare tanto in Italia quanto in Europa nel primo mese di stagione.
- Olimpia Milano, quei numeri che fanno paura
- Ritrovare fiducia e riconquistare quella del pubblico
- I dubbi di Messina, lo spauracchio James (più Kemba)
- Una vittoria per Cesare Rubini, a 100 anni dalla nascita
Olimpia Milano, quei numeri che fanno paura
Avversario scomodo, quello monegasco, ma l’Olimpia deve guardare soltanto a se stessa. Perché il problema, almeno adesso, ce l’ha dentro casa: la difesa concede oltre 80 punti a partita, ed è assurdo pensare a una cosa simile leggendo i nomi a roster. E se l’attacco spesso e volentieri si affida unicamente alla verve e alla qualità indiscussa di Nikola Mirotic, le 16 palle perse a partita denotano un altro problema mica da ridere: l’assenza di una cabina di regia in grado di sostenere tanta varietà di soluzioni, anche sotto canestro (pensando agli innumerevoli lunghi di cui Messina dispone).
Facile gettare la croce addosso su Kevin Pangos, ma anche qui sarebbe troppo riduttivo prendersela solo con lui. Che certo non sta dimostrando di meritare tutta la fiducia che Milano gli ha concesso già nella passata stagione, ma che paga anche automatismi di squadra che proprio non sembrano voler funzionare.
Ritrovare fiducia e riconquistare quella del pubblico
Contro Monaco, l’Olimpia è già spalle al muro. Perché i 4 ko. incassati nelle prime 5 gare dicono che il tempo dell’attesa è già passato. Messina lo sa e non c’ha girato troppo intorno nel presentare l’ostica gara del Forum.
“Quando vieni da tre partite scadenti come quelle che abbiamo disputato nell’ultima settimana, la prima cosa da fare è ritrovare la fiducia nei propri mezzi e soprattutto riconquistare quella dei tifosi. Sappiamo di essere in difficoltà e di attraversare un momento delicato, ma sappiamo anche che non siamo questi.
Bisogna ritrovare coraggio, determinazione, spirito di appartenenza, tutte caratteristiche che appartengono a questa società e che da sole possono consentirci di giocarcela con tutti e ad armi pari. Monaco è una squadra dotata di grandi individualità, ma anche di un gioco corale importante e di assoluta concretezza. La rispettiamo, ma è tempo di tornare a fare quello che più ci riesce meglio, e dipendere solo da noi stessi”.
I dubbi di Messina, lo spauracchio James (più Kemba)
Messina ha provato a dare una strigliata dopo il brutto ko subito col Maccabi e potrebbe effettivamente modificare assetti e interpreti. L’unico dubbio in realtà riguarda la presenza di Pippo Ricci o Kamagate come 12esima pedina a roster, dando per scontata la conferma di Diego Flaccadori. Resteranno fuori dalle convocazioni Caruso e Bortolani, così come Billy Baron che ancora non è disponibile e che continua a lavorare lontano dai riflettori per cercare di accorciare la fase di recupero dall’infortunio che lo tiene fuori dal parquet da inizio stagione.
I monegaschi hanno cambiato decisamente rotta dopo un avvio un po’ tribolato: dalla sconfitta incassata a domicilio con la Virtus Bologna lo scorso 13 ottobre hanno inanellato un filotto di 6 vittorie consecutive, equamente divise tra Eurolega e campionato francese, arrivando al Forum con tutte le intenzioni di ampliare la propria gamma di W.
Se James rimane il faro indiscusso, Kemba Walker adesso sta cominciando ad andare decisamente a regime: 10 punti per lui nell’ultima vittoria contro il Maccabi, con coach Obradovic che l’ha risparmiato sabato scorso nel match contro Gravelines-Dunkerque per averlo tirato a lucido proprio a Milano, dove peraltro ci sarà anche Jordan Loyd, assente in diverse gare di inizio stagione. Chi resterà fuori, salvo sorprese, è l’ex Virtus Jaiteh, che sin qui ha avuto poco spazio.
Una vittoria per Cesare Rubini, a 100 anni dalla nascita
Milano però dovrà guardare soprattutto a se stessa, e avrà un motivo in più per spingersi verso l’impresa: celebrare al meglio il centenario della nascita di Cesare Rubini, colonna portante della storia dell’Olimpia, nato il 2 novembre 1923. E chissà da lassù non dia una mano alla sua squadra del cuore, che mai come adesso ne avrebbe tanto bisogno.