Erano cinque anni che Pesaro non passava a Milano: una classica del passato tornata a vivere grazie a una Carpegna Prosciutto da favola, che ha ribadito una volta di più (se mai ce ne fosse bisogno) quanto l’Olimpia in questo primo scorcio di stagione sia distante dal concetto di squadra che Ettore Messina aveva in mente. Pesaro fa la voce grossa, ma aspettando il posticipo tra Napoli e Bologna, occhio al cammino di Venezia, a punteggio pieno dopo cinque giornate e capace di trovare una solidità e una compattezza che non erano affatto facili da pronosticare.
Gli uomini copertina si sprecano: da Totè che continua a mandare segnali con vista sull’azzurro a Galloway che trascina Reggio Emilia a suon di triple, da Pistoia che risorge grazie a un monumentale Moore al giovanissimo Lorenzo Baldi, 18 anni, che debutta con la maglia di Tortona segnando una tripla in casa della Dinamo col Palaserrademigni che si alza in piedi a tributargli un applauso, nonostante la propria squadra stesse di nuovo colando a picco. Bella storia e bella cartolina di un campionato, al solito, molto meno scontato di quanto si potesse pensare.
Basket Serie A: i top della quinta giornata
IL PUBBLICO DI SASSARI 10. Avrebbero potuto fare mille altre cose sabato sera i tifosi della Dinamo, evitando di doversi imbattere in un’altra notte da incubo di una squadra (per ora) irriconoscibile (ne parleremo più avanti). Ma il modo col quale hanno continuato a sostenere la squadra anche quando era sotto di una caterva di punti e l’applauso partito spontaneo e sincero dopo la tripla mandata a segno dal debuttante di Tortona, il 18enne Baldi, dimostrano quanto sia forte la voglia di basket e quanto sia grande la sportività di questo popolo. Che anche per questo meriterebbe una squadra migliore, nell’atteggiamento prima ancora che nei risultati. E i fischi dopo la sirena sono più che comprensibili.
LEONARDO TOTÈ 9. Non c’è notizia migliore di questa per tutto il movimento della palla a spicchi azzurra: un centro di 212 centimetri è il miglior marcatore italiano del campionato. Viaggia a 17 punti di media, con i 20 segnati al Forum contro Milano che fanno il paio con i 29 della settimana precedente contro Scafati, determinati per spedire Pesaro verso l’upset di giornata.
Totè a 26 anni sta trovando una sorta di consacrazione: non s’era mai espresso su livelli di questa caratura, viaggiando col 54,7% dal campo (60% contro Milano) e 5 rimbalzi catturati di media in stagione, ma soprattutto portando quell’energia che sotto canestro fa spesso la differenza. Dovesse continuare a giocare così, difficile non pensare di vederlo con la maglia della nazionale cucita addosso, pensando anche alla penuria di soluzioni nel ruolo di centro che da anni ormai attanaglia il clan azzurro. Totè per ora continua a strabiliare: Pesaro sogna, ma mai come stavolta tutta Italia è pronta a fare il tifo per lui.
CHARLIE EDWARD MOORE 9. Pistoia aveva un disperato bisogno di muovere la classifica, e Charlie ha deciso di assecondarne la volontà. E lo ha fatto con una prova sontuosa da 30 punti (5/6 dall’area, 5/9 dall’arco) con la quale ha messo un altro dito nelle piaghe delle ferite di Brindisi, che adesso comincia ad avere paura. Moore è il top scorer del campionato dopo cinque giornate, ma soprattutto è una giocatore capace di cambiare il destino di una squadra semplicemente decidendo di cambiare ritmo in qualsiasi istante. Non gli trema la mano nemmeno dalla lunetta, dove va a sigillare un successo che per l’Estra vale tantissimo. Quel 36 di valutazione è un monito per gli avversari: se Moore si accende, auguri alle difese rivali.
KEVIN JUWAN HERVEY 8. Tutti guardano a Galloway, l’uomo che vende i biglietti. Ma poi le partite, si sa, le vincono le difese, e Kevin Hervey in questo dimostra di sapersi applicare alla perfezione. Determinante nel successo (il quarto in 5 gare) di Reggio Emilia, che resiste a una Treviso che più coriacea non avrebbe potuto essere. Lo fa grazie anche alle tante cose buone fatte da Hervey, determinante soprattutto nell’ultimo scampo di partita, quando il botta e risposta con Harris infiamma i quasi 4.000 presenti sugli spalti.
La doppia doppia con la quale stende il tappeto rosso ai compagni (22 punti col 58% dal campo e 10 rimbalzi, 31 di valutazione) è di un’utilità pazzesca, pensando anche a quel che dice la classifica. Ovvero che l’Unahotels può cominciare a pensare di alzare l’asticella.
Basket Serie A: i flop della quinta giornata
OLIMPIA MILANO 4. Messina adesso sa di avere più di un problema. Intendiamoci: la stagione è lunga, Milano dovrà farsi trovare pronta a primavera, se vorrà ambire a giocarsela in Europa e poi (probabilmente) sfidare la Virtus nella quarta finale scudetto consecutiva. Però a primavera bisogna saperci arrivare, e questo andamento lento tra Europa e Serie A comincia a preoccupare. Contro Pesaro la banda EA7 tira col 33% in area, concede una marea di tiri aperti e implode su se stessa dando la sensazione di non essere per nulla sul pezzo. Messina ha fatto un po’ di turnover (benino solo Kamagate), ma i conti proprio non tornano.
BANCO DI SARDEGNA SASSARI 4. Come le sconfitte di fila, che diventano un fattore. Bucchi non sa a chi santi votarsi: Whittaker sta deludendo (e pure tanto), Kruslin è l’ombra di se stesso, Treier per ora non convince. E mentre le rivali scappano, le sconfitte si accumulano pericolose. Quella con Tortona è una disfatta, più che una sconfitta: -30 a inizio ripresa, come nei peggiori incubi. E quel 5/15 da tre è un cazzotto in faccia, pensando a quanto succedeva nel passato.
Intanto la NBA è iniziata da poco, ma sta regalando subito grandi emozioni.